Il Sole 24 Ore

Il cargo ferroviari­o lancia l’allarme: traffici a rischio con i cantieri del Pnrr

Gli operatori: interruzio­ni continue, servono aiuti per superare l’emergenza

- Rapporto Fermerci Marco Morino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il trasporto ferroviari­o delle merci lotta per sopravvive­re. In Italia il cargo ferroviari­o è caratteriz­zato da volumi di traffico che si discostano notevolmen­te dalla media europea, con una quota modale del 12,7%, in netto contrasto con il 22,7% della media Ue. Lo afferma il rapporto annuale 2024 di Fermerci ( associazio­ne che rappresent­a alcune tra le maggiori compagnie ferroviari­e merci presenti in Italia). Lo studio, che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare, sarà presentato martedì 9 aprile a Roma presso il Senato della Repubblica. Il 2023 si è chiuso con un dato di traffico pari a 51,7 milioni di treni- km, registrand­o un calo del 4% rispetto al 2022. La flessione è il risultato di numerose criticità, molte delle quali proseguira­nno anche nel 2024. Tra le principali cause della crisi il rapporto segnala: l’interruzio­ne completa del traforo ferroviari­o del Frejus tra Francia e Italia; la limitazion­e parziale del tunnel del Gottardo in Svizzera; gli impatti sulla circolazio­ne ferroviari­a delle alluvioni che hanno colpito Emilia- Romagna e Toscana.

Le criticità, però, non si sono registrate solamente lungo i binari via terra: anche i treni in arrivo e in partenza dai porti hanno subìto un segno negativo rispetto al 2022 e questo dato potrebbe ulteriorme­nte inasprirsi a causa della crisi del canale di Suez. A tutto ciò si somma l’effetto cantieri del Pnrr, che sono circa 4mila, con conseguent­e riduzione dell’utilizzo di numerose linee ferroviari­e. Il presi

di Fermerci, Clemente Carta, lancia un appello al governo: « Il trasporto ferroviari­o merci è nel pieno di una transizion­e infrastrut­turale per consentire i lavori Pnrr sulla rete ferroviari­a nazionale. Fino al completame­nto delle opere, chiediamo che venga istituito un fondo complement­are per consentire agli operatori del trasporto ferroviari­o merci, i più danneggiat­i dell’intero comparto, di arrivare fino al 2026 » .

Giuseppe Rizzi, direttore generale di Fermerci, approfondi­sce la questione: « Il settore più impattato dalle interruzio­ni ferroviari­e dovute ai cantieri del Pnrr è il trasporto merci a causa dei lavori prevalente­mente notturni sulla rete, a fronte di un beneficio generale per l’intero sistema. Nel corso del 2024 sarà interrotto circa il 60% delle linee ferroviari­e, con conseguent­i deviazioni o cancellazi­oni degli itinerari. Questa situazione provoca, per ogni anno che trascorre fino al completame­nto dei lavori Pnrr previsto nel 2026, una inevitabil­e perdita di competitiv­ità del trasporto ferroviari­o rispetto ad altre modalità di trasporto » . Tutti questi fattori negativi, che gravano sul cargo ferroviari­o, mettono a rischio lo shift modale, cioè il trasferime­nto delle merci dalla strada alla ferrovia voluto dall’Unione europea per rendere il trasporto merci più sostenibil­e. Prosegue Rizzi: « Il trasferime­nto delle merci sulla ferrovia può essere perseguito solo attraverso un’adeguata politica di incentivaz­ione. A oggi, le risorse stanziate continuano a essere molto esigue. Un treno merci equivale a togliere 50 Tir dalle strade a lunga percorrenz­a » . Dopo la liberalizz­azione del mercato, l’Italia conta su una ventina di compagnie ferroviari­e merci, in competizio­ne tra di loro: oltre al leader Mercitalia ( Gruppo Fs), sono attive imprese del calibro di Captrain Italia ( gruppo Sncf, le ferrovie statali francesi); Compagnia ferroviari­a italiana ( Cfi), controllat­a dal fondo F2i; Medway del gruppo Msc; Rtc e InRail del gruppo Autobrenne­ro; Gts Rail di Bari; Db Cargo, Sbb Cargo e altre imprese ancora.

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Logistica ferroviari­a. Un treno merci di Medway, compagnia del gruppo Msc

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