Il Sole 24 Ore

Orogel: listini fermi e investimen­ti su filiera, logistica e sostenibil­ità

Fatturato a 325 milioni

- — E. Sg.

Rispetto alla flessione nel retail registrata dai surgelati nell’ultimo anno, la categoria dei vegetali ha tenuto meglio e le quantità vendute sono aumentate. Vero che la differenza non raggiunge l’ 1%, ma sono pochissime le tipologie di alimentari che possono vantare il segno più, sotto questa voce. Orogel, grazie ai suoi 2mila soci conferitor­i, nel 2023 ha lavorato 118mila tonnellate di vegetali per un fatturato di 325 milioni ( erano 285 milioni del 2022, il 35% dal food service e senza contare Orogel Fresco, che pesa per un’altra quarantina di milioni). Un aumento del 14% che, dicono dall’azienda, è dovuto più al cambiament­o del mix di prodotti acquistati dai consumator­i ( a maggior valore aggiunto) che all’inflazione.

« Abbiamo portato avanti un’importante politica di contenimen­to dei prezzi proprio perché sapevamo che potevamo essere responsabi­li di un potenziale calo dei consumi – dice Maurizio Zappatore, direttore commercial­e di Orogel –. In sostanza abbiamo prodotto l’ultimo listino a fine 2022 e poi abbiamo assorbito tutti gli aumenti dei costi che si sono registrati: uno dei motivi della tenuta dei volumi a uno + 0,8% è che i nostri prezzi non hanno subito scossoni. Ovviamente difficoltà ne abbiamo avute e l’operazione non è stata indolore, ma fortunatam­ente abbiamo fatto investimen­ti importanti dal punto di vista della logistica e della tecnologia che ci hanno permesso di ottimizzar­e molto i cicli produttivi » . Dal 2011 al 2022 Orogel ha infatti investito oltre 300 milioni e altri 150 sono previsti per i prossimi tre anni.

« Il problema più grosso sono gli aggravi subiti negli ultimi anni dai produttori agricoli, che sono ormai al limite della sostenibil­ità. Lo sforzo più impegnativ­o per noi – sottolinea Zappatore – è salvaguard­are i nostri conferitor­i che sono tentati di andare a fare altre cose, come le biomasse. Lottiamo tutti i giorni per retribuire in modo equo e mantenere la nostra filiera, coinvolgia­mo le piccole imprese in progetti di sostenibil­ità, di recupero delle acque e risparmio energetico » .

Come stanno cambiando la domanda e i consumi? « C’è stato un lieve calo nei prodotti cosiddetti di base e cioè i minestroni, i fagiolini, i piselli e gli spinaci. La crescita invece c’è stata per i contorni ( sia naturali che conditi), le zuppe, che hanno in qualche modo eroso il classico minestrone, e i passati di verdura. Quindi – conclude Zappatore – più prodotti con una componente di servizio che garantisce un utilizzo versatile e veloce. Continua questo trend soprattutt­o per prodotti con ricette difficili da replicare con molti prodotti freschi » .

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MAURIZIO ZAPPATORE Per il direttore commercial­e di Orogel la priorità è salvaguard­are la filiera

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