Il megafrigo del Pnrr bloccato dalla burocrazia
Il caso della Ortoverde
Sul Pnrr finché si tratta di snocciolare cifre su budget milionari ( se non miliardari) e progetti mirabolanti per recuperare i mille ritardi di sviluppo del paese tutto sembra facile e accattivante. Ma quando si passa invece alla fase operativa tutto si complica enormemente. È quanto sta accadendo alla cooperativa agricola Ortoverde di Senigallia ( Ancona) azienda che produce ortaggi surgelati con un giro d’affari di circa 50 milioni ( il 15% dei quali realizzati all’estero) che ha presentato nell’ambito dei finanziamenti Pnrr alla logistica agroalimentare un progetto per realizzare una cella frigorifera di 10 piani. La cooperativa agricola con 800 soci che conferiscono fino a 40mila tonnellate di ortaggi tra i principali player nazionali nel segmento degli ortaggi surgelati ( commercializzati a marchio proprio oppure forniti a multinazionali del settore) finora doveva rivolgersi a impianti esterni.
« La cella frigorifera è assolutamente necessaria – ha spiegato il presidente di Ortoverde, Giampaolo Pettinari – visto che oggi, per le ridotte dimensioni dei frigoriferi interni rispetto alle orticole lavorate, i nostri Tir sono costretti a far la spola con Rieti e Ascoli Piceno dove ci sono le celle frigorifere idonee per stoccare e imbustare gli ortaggi. Il tutto con costi economici ed ambientali non più sostenibili » .
Da qui il progetto di costruire una cella frigorifera a “km 0” che avrebbe favoritola qualità dei prodotti e rido tfavoritola qualità dei prodotti e ridotto l’ impatto ambientale abbattendo i chilometri percorsi dai Tir oltre adai chilometri percorsidai Tir oltre adare lavoro nel nuovo stabilimento a centinaia di addetti. Il progetto era stato premiato ( unico nelle Marche) dal bando Pnrr sulla logistica con un finanziamento del 40% sull’investimento previsto di 21 milioni.
« Premiato dal Pnrr per la tutela ambientale e la valorizzazione sociale – ha aggiunto Pettinari – ma bocciato dal Comune che si basa su un parere della Soprintendenza per aspetti legati alla compatibilità paesaggistica pur essendo collocato in un’area industriale accanto all’autostrada A14. Il punto è che ancora non abbiamo capito quali siano i rilievi che vengono mossi al nostro progetto. Ci sfugge quale sia l’impatto paesaggistico di una struttura che dovrebbe sorgere al di sotto del livello dell’autostrada. Poi sono emersi timori relativi al rischio esondazione del fiume Cesano, già esondato nel 2022. Ma neanche gli studi favorevoli prodotti dal dipartimento di Idraulica dell’Università di Ancona sono riusciti a sbloccare l’impasse. Il problema è che il decreto di finanziamento è dello scorso 26 marzo e abbiamo 180 giorni di tempo per l’autorizzazione edilizia » .
« La Ortoverde ha proposto una variante al Piano regolatore – spiega il sindaco di Senigallia ( An), Massimo Olivetti – per un’area agricola che va trasformata in industriale. Da parte nostra c’è un favore unanime il punto è che occorreva il parere della Conferenza dei servizi all’interno della quale la Sovraintendenza si è espressa negativamente a causa di vincoli paesaggistici, la Regione ha chiesto un approfondimento sulle opere idrauliche e la Provincia ancora non si è espressa. Forse alla Ortoverde pensavano che l’unico parere da acquisire fosse quello del Comune. Non è così » .