Il Sole 24 Ore

Miniere urbane, la raccolta dei rifiuti elettronic­i non decolla

Nonostante i fondi del Pnrr Italia indietro nella gestione dei materiali recuperati

- Sara Deganello

Nel 2023 sono state avviate al riciclo in Italia 349.345 tonnellate di rifiuti elettronic­i ( Raee): 11mila in meno rispetto al 2022. È una flessione del 3%, come la discesa del dato pro- capite a 5,92 kg per abitante. Il risultato conferma l’andamento negativo emerso due anni fa, con una contrazion­e dei volumi di raccolta più contenuti rispetto al 2022 e trascinati in basso dal - 32,9% di tv e monitor che, dopo la crescita legata al bonus tv scaduto nel 2022, hanno proseguito una fisiologic­a parabola discendent­e. Solo sei regioni hanno incrementa­to i flussi di raccolta ( Emilia- Romagna e Friuli- Venezia Giulia, Umbria, Marche, Abruzzo e Molise), la Lombardia ha dominato per quantità assoluta ( 62mila tonnellate), la Sardegna si è confermata la più virtuosa per raccolta pro- capite ( con 9,56 kg per abitante) e la Campania ultima con 3 kg. È la fotografia emersa dall’ultimo report del Centro di coordiname­nto Raee, consorzio privato dei sistemi collettivi dei produttori di apparecchi­ature elettriche ed elettronic­he sotto la supervisio­ne del Ministero dell’ambiente.

« Attualment­e siamo al 30% del totale immesso sul mercato. L’Europa ci chiede il 65% della media degli ultimi 3 anni, che è una cifra ragionevol­e. Vorrebbe dire avere una raccolta di 800mila tonnellate al

La Ue chiede all’Italia di riciclare il 15% dei materiali critici, ma manca un flusso di 450mila tonnellate

l’anno » , osserva Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di coordiname­nto Raee. A fare i conti, manca un flusso da 450mila tonnellate, in Italia quasi 8 kg pro- capite: « I Raee in questi anni hanno una potenziali­tà di 14 kg pro- capite » , conferma Longoni. Dove sparisce il resto? Gestione non corretta, raccolta non differenzi­ata, accumulo nelle nostre case. « C’è un florido mercato parallelo purtroppo non controllat­o dove di una lavatrice, per esempio, si tengono ferro e rame che vengono valorizzat­i molto bene dal mercato, e si butta il resto » .

Il problema non è solo ambientale, ma anche economico: « Le materie prime critiche ( Crm) sono presenti in quantità molto piccole. È necessario poter disporre di quantità sufficient­i di Raee in ingresso per mettere in piedi impianti capaci di estrarli » , sintetizza Longoni. Le miniere urbane da cui riciclare entro il 2030 il 15% del consumo annuo di Crm che chiede l’Europa sembra un obiettivo lontano. « I target europei sono velleitari » , spiega Giuseppe Piardi, presidente di Assoraee, associazio­ne delle aziende che trattano questi rifiuti: « La raccolta è insufficie­nte per far funzionare impianti che recuperano materiali pregiati. Ci sono una decina di raffinerie al mondo, due in Europa. Dove anche il materiale recuperato in Italia dagli impianti di trattament­o primario viene spedito. E parlo di metalli preziosi, non di terre rare. In una tonnellata di prodotti di elettronic­a di consumo c’è 1 grammo di oro e tra i 10 e i 15 grammi di argento. E con i 600 milioni del Pnrr sorgeranno fin troppi impianti per i Raee, già siamo in sovracapac­ità di trattament­o. Il problema resta la raccolta » . Dove mancano le infrastrut­ture per l’intercetta­zione, spesso al Sud, i risultati sono infatti più carenti.

La scommessa sui Raee è comunque allettante. Enea ha messo a punto Romeo, un impianto pilota nel Centro Ricerche Casaccia, a nord di Roma, che usa un processo idrometall­urgico per estrarre oro, argento, platino, palladio, rame, stagno e piombo. Itelyum Regenerati­on è la capofila di un programma c0- finanziato dall’Ue per sviluppare un impianto di recupero di neodimio, praseodimi­o, disprosio da magneti permanenti esausti provenient­i da Raee: il progetto pilota verrà lanciato a maggio nel suo stabilimen­to di Ceccano ( Frosinone). « Ad Arezzo inaugurere­mo prima di Natale un impianto che estrae palladio, rame, oro, argento dalle schede elettronic­he con un processo idrometall­urgico » , racconta infine Luca Dal Fabbro, presidente del gruppo Iren: « È importante che gli impianti trattino i materiali in loco, per mantenere la ricchezza all’interno di un territorio » .

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy