« Corporate America corre, Bce taglierà i tassi prima della Federal Reserve »
L’intervista. Dan Scott. Head of Multi Asset di Vontobel Asset Management
« Le previsioni sui risultati della Corporate America sono positive e prevediamo un aumento degli utili per quest’anno tra l’ 8% e il 10%. Tuttavia, i risultati potrebbero essere superiori perché il sistema industriale è ben posizionato e l’inizio di un nuovo ciclo produttivo potrebbe sostenere la crescita degli utili » . Dan Scott, head of Multi Asset boutique della società svizzera di Asset Management Vontobel vede pochi rischi sul fronte industriale perché le imprese hanno un basso livello di indebitamento e la recessione attesa finora non è arrivata. Tuttavia, se i tassi di interesse dovessero rimanere elevati troppo a lungo, il gestore ritiene che i rischi aumenteranno, anche da parte delle banche regionali americane: « Queste banche vanno monitorate attentamente per la loro esposizione a potenziali fallimenti immobiliari commerciali » .
Ritiene che i livelli raggiunti dalle Borse siano sostenibili?
C’è una eccessiva esuberanza dovuta al fatto che al momento i rischi geopolitici, dalle tensioni in Medio Oriente alla guerra in Ucraina, non sono prezzati dai mercati. Tuttavia, non siamo di fronte a una bolla finanziaria perché l’indebitamento delle imprese è relativamente basso: il total return in dollari dell’Eurostoxx 50 è al 10,3%, dell’S& P 500 al 9,5%, del Nasdaq all’ 8,9% e del Nikkei al 12,3 per cento. Questi valori sono giustificati da una crescita globale più forte del previsto, da un’inflazione in calo e dalle prospettive di riduzione dei tassi d’interesse. Tuttavia, se i tassi non inizieranno a scendere, la festa finirà presto.
Il cambio di rotta delle politiche monetarie delle banche centrali è una questione di mesi se non di settimane. Chi si muoverà prima: la Fed o la Bce?
L’inflazione in Europa e negli Stati Uniti non è più un problema, ma per motivi diversi: negli Usa, l’indice dei prezzi che nel 2022 ha toccato il 9% ora è al 3,2%, sostenuto dal settore dei servizi, meno da energia e dal settore alimentare. In Europa, la situazione dell’inflazione è più problematica perché servizi, energia e alimentare sono comparti con prezzi ancora in rialzo. Fed e Bce non hanno fretta di tagliare i tassi perché i livelli attuali di inflazione sono gestibili. Quello che differisce tra le due aree è la situazione economica: mentre negli Usa l’industria manifatturiera è in forte ripresa e i consumi sono più alti di prima del Covid per l’effetto YOLO ( You Only Live Once, ovvero « si vive una volta sola » ), in Europa è diverso: in primo luogo, le famiglie europee stanno risparmiando più di prima del Covid perché scottate dalla crisi energetica. Inoltre, la locomotiva europea, ovvero la Germania, benché in miglioramento è stata vicina ad un ciclo recessivo. Proprio per questo motivo, la Bce potrebbe tagliare i tassi prima della Fed come misura a sostegno dell’economia.
Lei ritiene che ci siano ancora rischi di recessione. Può spiegare?
Riteniamo che l’ipotesi di una recessione nel 2024 sia ancora valida, in primo luogo perché gli effetti dell’aumento dei tassi di interesse continuano ad impattare sull’economia. Negli Stati Uniti, ad esempio, le insolvenze delle carte di credito e dei prestiti auto sono in aumento, mentre lo smart working ha avuto un impatto pesante sugli immobili commerciali. Tutte voci che pesano sui bilanci delle banche regionali americane: l’ 80% dei prestiti immobiliari commerciali sono in capo a questi istituti, così come il 57% dei prestiti immobiliari residenziali e il 45% dei prestiti al consumo, uno scenario che condizionerà le decisioni della Federal Reserve.