Il Sole 24 Ore

Hamas al tavolo dei negoziati:

« Cessate il fuoco permanente » Una delegazion­e oggi al Cairo ma il gruppo non arretra sulle condizioni

- — R. Es.

Una delegazion­e di Hamas, guidata dal vice capo del gruppo a Gaza, Khalil

Al- Hayya, parteciper­à ai colloqui sul cessate il fuoco che si terranno al Cairo oggi. Hamas ha così deciso di accettare il pressante invito dei mediatori egiziani, che a loro volta erano stati fortemente spinti da Washington a coinvolger­la.

Al tavolo si aggiungera­nno il direttore della Cia, Bill Burns, il ministro degli Esteri del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahma­n Al Thani, e una delegazion­e israeliana, come ha riferito l’emittente egiziana Al Qahera News.

Hamas ha ribadito le richieste formulate in una proposta del 14 marzo, prima della risoluzion­e del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 25 marzo, che chiede una tregua nella Striscia di Gaza. Hamas non intende cedere su quello che considera il presuppost­o per ogni negoziato, vale a dire il cessate il fuoco permanente. Chiede, inoltre, il ritiro delle forze israeliane e il ritorno degli sfollati nel Nord della Striscia. In più, vuole un « serio » accordo sullo scambio di prigionier­i palestines­i con gli ostaggi israeliani ancora detenuti a Gaza.

Il ritorno dei palestines­i nel nord di

Gaza sta emergendo come uno dei nodi nelle trattative. Israele riterrebbe accettabil­e far tornare circa 2mila persone al giorno durante la tregua, soprattutt­o donne e bambini, per un totale di 60mila persone, dal quale sono esclusi quasi tutti i maschi di età compresa fra i 18 e i 50 anni. Gli sfollati dovrebbero superare i check point israeliani, per evitare che i miliziani tornino a infiltrars­i nel Nord. Termini inaccettab­ili per Hamas. I negoziati sono in stallo da settimane, anche perché Israele non accetta il cessate il fuoco permanente.

La notte scorsa, le Forze di difesa israeliane hanno recuperato il corpo di un ostaggio ( Elad Katzir) nel campo profughi di Khan Yunis, dove era stato seppellito dopo essere stato ucciso dai suoi rapitori a metà gennaio. Le informazio­ni sulla tomba sono state ottenute circa una settimana fa.

Esercito e Shin Bet hanno comunicato ieri di aver ucciso Akram Abdel Rahman Hossein Salama, un membro anziano dell’apparato di sicurezza interna di Hamas. Aveva ricoperto diverse posizioni chiave nell’organizzaz­ione ed era stato coinvolto nella pianificaz­ione e nell’esecuzione di importanti attacchi terroristi­ci a Gaza e in Israele.

Ieri, il capo dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari ( Ocha), Martin Griffiths, ha affermato che la guerra a Gaza, arrivata al sesto mese, rappresent­a « un tradimento dell’umanità » . Nonostante « l’indignazio­ne globale, è stato fatto davvero poco per fermarla, lasciando spazio a una grande impunità » .

A Washington, sale la pressione su Joe Biden: decine di Democratic­i, compresa l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi, hanno inviato una lettera al presidente e al segretario di Stato, Antony Blinken, per chiedere di fermare le forniture di armi a Israele.

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