Da Fi e centristi spinta al nucleare di nuova generazione
Nell’ultimo mese arrivati dall’azzurro Fazzone e da Lupi due testi simili
Non ci sono solo le aperture del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, a favore del « nucleare di quarta generazione verde, sicuro e sostenibile » , utile per « raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione ma anche per rendere il nostro Paese energicamente sicuro » . Nonché l’uscita dell’altroieri della premier Meloni, che, intervenendo a un evento promosso dalla Italian Scientists Association ha parlato della « grande prospettiva » legata alla « possibilità di produrre in un futuro non così lontano energia pulita e illimitata dal nucleare da fusione » . In Parlamento vanno segnalati nell’ultimo mese due disegni di legge di “peso” che vanno nella stessa direzione. Entrambi targati centrodestra.
In fase più « avanzata » è quello che vede come primo firmatario il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, presentato alla Camera il 26 febbraio e già assegnato in sede referente il 19 marzo alle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive ( anche se l’esame non è ancora iniziato). La proposta mira alla « adozione di una strategia nazionale di sviluppo delle tecnologie nucleari di nuova generazione » , partendo dalla premessa che « lo sviluppo di nuove tecnologie volte alla produzione di energia nucleare rappresenta attualmente un’opportunità per il contrasto dei cambiamenti climatici e un’occasione di sviluppo delle conoscenze e delle competenze che l’Italia può vantare non solo nel campo della ricerca, ma anche nella progettazione e nella produzione industriale di impianti » .
La strategia che dovrà essere messa a punto dal Consiglio dei ministri persegue quattro obiettivi: promuovere la ricerca sulle tecnologie nucleari di nuova generazione; promuovere la ricerca sulla fusione nucleare; favorire la partecipazione italiana a programmi europei e internazionali di innovazione nella produzione di energia da fonte nucleare, attraverso un incremento degli investimenti di ricerca e sviluppo nel settore; realizzare nel territorio nazionale impianti di produzione di energia nucleare di nuova generazione.
Si inserisce nello stesso solco, con un dettaglio maggiore delle iniziative da adottare, il disegno di legge presentato l’ 11 marzo al Senato da Claudio Fazzone ( Forza Italia), presidente della commissione Ambiente, transizione ecologica ed energia di palazzo Madama. Il testo contiene « disposizioni per la riattivazione delle centrali nucleari esistenti sul territorio nazionale e la costruzione di nuovi impianti di produzione di energia nucleare » . Nella relazione illustrativa Fazzone evidenzia come « a differenza dei tradizionali combustibili fossili, la fissione nucleare non produce né CO2, né altri inquinanti atmosferici per produrre elettricità » oltre a implicare una « ridotta occupazione di terreno » . E ricorda che il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha istituito la Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile, con l’obiettivo di « definire in tempi certi un percorso finalizzato alla possibile ripresa dell’utilizzo dell’energia nucleare in Italia » .
Ecco perché, « al fine di migliorare la competitività del sistema energetico nazionale e di consentire all’Italia di emanciparsi dalla dipendenza energetica dall’estero » il disegno di legge si pone l’obiettivo, « di introdurre l’uso pacifico e civile dell’energia nucleare di nuova generazione » , sviluppando « nell’arco di alcuni mesi delle linee guida e una road map » , con « particolare attenzione agli “small modular reactor” e ai reattori di quarta generazione » . Più nel dettaglio si parte dalla riattivazione e dall’ammodernamento degli impianti nucleari esistenti di Trino, Caorso, Latina e Sessa Aurunca. E si prosegue con « l’individuazione dei siti per l’insediamento di nuovi impianti nucleari » previa « verifica della fattibilità del progetto e valutazione dell’impatto ambientale dello stesso » . Con annesse « misure di compensazione per i comuni situati entro 100 chilometri dai siti che ospitano gli impianti nucleari » . Senza dimenticare « l’individuazione del deposito nazionale per la sistemazione in sicurezza e lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi » e i compensi per « i comuni nel cui territorio ricade il sito » e quelli « confinanti » .
Punto di partenza la riattivazione di impianti esistenti a Trino, Caorso, Latina e Sessa Aurunca