Spedizioni salvavita ogni giorno, la rete globale di Medici Senza Frontiere
La macchina della solidarietà. Dai magazzini di Bruxelles, Amsterdam e Bordeaux più di 11mila tonnellate di forniture all’anno in 250 destinazioni, tra farmaci, ospedali da campo e attrezzature mediche. Invii legati alle emergenze più che raddoppiati dal 2018
Le braccia della solidarietà hanno muscoli solidi e movimenti coordinati. Si flettono, allungano, intrecciano fili che dagli angoli più caldi e sperduti del mondo si collegano al grande motore della macchina di soccorso di Medici Senza Frontiere. Un motore potente che lavora senza pausa da tre città d’Europa: Bordeaux, Bruxelles e Amsterdam. Nel cuore dei tre grandi magazzini di logistica e fornitura dell’organizzazione umanitaria internazionale, che offre assistenza medica nei luoghi in cui si creano i maggiori bisogni, squadre di lavoro garantiscono che in ogni parte del mondo arrivino medicine, attrezzature mediche, ospedali da campo e tutto quello che serve nelle situazioni di emergenza o necessità cronica. Solo nel 2023 sono state effettuate in tutto il mondo oltre 6700 spedizioni per 250 destinazioni, pari ad un valore di poco inferiore ai 200 milioni di euro. Del totale spedito, più di un quinto è rappresentato da forniture legate a situazioni di emergenza, dato più che raddoppiato negli ultimi cinque anni per colpa di guerre e catastrofi naturali.
Seguendo uno dei tanti fili della rete di soccorso di MSF arriviamo nella periferia di Bruxelles, dove un grande edificio bianco si estende in lunghezza, mostrando una lunga fila di accessi di carico e scarico per i Tir. Per entrare nel magazzino dobbiamo indossare gilet di sicurezza e calzari anti- infortunio. Varcata la soglia ci troviamo in un grande spazio di circa sedicimila metri quadrati, l’equivalente di 13 piscine olimpiche, organizzato in scaffali che ospitano più di quattordicimila pallet. Lungo i corridoi, diversi muletti spostano velocemente la merce. Ogni giorno, dalle due grandi saracinesche rosse che si affacciano sull’area di ricevimento del magazzino arrivano circa cento carichi. É da questo momento che si attivano tutti i processi che coinvolgono quaranta persone. La merce che arriva viene presa in carico dagli addetti della reception, che verificano che i prodotti siano fedeli all’ordine per quantità e referenza. A questo punto entrano in gioco gli addetti di picking e packing, che seguendo le istruzioni di un programma digitale di gestione degli ordini preparano i prodotti da selezionare per la spedizione e separano quelli da tenere in stock nel magazzino.
Oltre a gestire gli ordini che arrivano dall’operation department in base alle richieste delle singole missioni, il magazzino si occupa di assemblare in kit parte della merce. I kit rappresentano la prima fornitura di emergenza, quando in un Paese nasce improvvisamente un bisogno e Medici Senza Frontiere non ha già un presidio in loco. Gli scenari di emergenza sono diversi: dalle guerre alle carestie, dalle epidemie alle catastrofi naturali. Per ogni situazione sono previsti diversi kit, che vengono tenuti a disposizione in magazzino e aggiornati in base alle scadenze di farmaci o materiali. Un percorso parallelo è previsto per tutti gli articoli della catena del freddo, essenzialmente medicinali, che in ogni fase del percorso vengono tenuti a basse temperature attraverso mezzi refrigerati e scatole termiche. La fase finale, forse la più complessa, è gestita dallo shipping team, che ha la responsabilità del trasporto e della spedizione del carico, in linea con le regole dei diversi Paesi e mezzi di trasporto.
La maggior parte delle spedizioni che escono dai tre grandi centri di MSF viaggia per mare ( 48%), il 39% per via aerea e il resto via terra. Ma ogni fornitura, per arrivare al cuore delle missioni, compie un viaggio ben più articolato. Per arrivare nella Repubblica Democratica del Congo, per esempio, un vaccino viaggia su cinque mezzi diversi: dal camion che lo porta in aeroporto all’aereo che lo fa arrivare nel Paese, dalla macchina che carica i medicinali dall’aeromobile e li porta lungo il fiume alla barca che li trasporta su una riva lontana, alla moto che li consegna finalmente nel villaggio.
Un viaggio tortuoso, quello della solidarietà, ma talmente efficiente e organizzato da poter raggiungere in 48 ore i luoghi più sperduti e sfortunati del mondo.