Furgoni ancora in corsa: Atessa mosca bianca di Stellantis in Italia
Nello stabilimento in Abruzzo. Dopo il boom dei veicoli commerciali registrato nel 2023, anche all’inizio del 2024 l’attività è cresciuta del 28,5%
Le tre linee dello stabilimento Sevel di Atessa hanno qualcosa di unico nel panorama mondiale della produzione di veicoli. Nello stesso momento, uno dietro l’altro in una linea automatizzata, ci sono in produzione i mezzi più diversi – una motrice per camper, un ribaltabile, un furgone – e di cinque differenti marchi: Fiat, Peugeot, Citroën, Opel e Toyota ( grazie a un accordo di collaborazione tra Stellantis e la casa giapponese). Ad Atessa lo chiamano il mix, una denominazione creativa per quella che in fondo è una complicazione produttiva, ma che tuttavia ha consentito di far crescere l’efficienza dello stabilimento da cui esce un veicolo commerciale al minuto, fino a 1.200 al giorno. I display ben in evidenza all’ingresso del reparto produzione indicano gli obiettivi di turno, 408 veicoli sulle tre linee, lo stato di avanzamento dei lavori, il potenziale ritardo sulla tabella di marcia.
Al tavolo sugli stabilimenti Stellantis in corso al ministero per le Imprese e il Made in Italy ( Mimit), l’incontro su Atessa di giovedì scorso è stato senza dubbio il meno problematico, anche se i sindacati hanno enfatizzato le incertezze sugli investimenti, soprattutto sui modelli elettrici, e i timori sulla centralità del sito rispetto all’omologo polacco di Gliwice. Stellantis, invece, considera Atessa centrale nel piano di sviluppo del gruppo e un modello produttivo di riferimento per gli stabilimenti di veicoli commerciali all’estero. « Nel 2023 » , ha detto l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, alla presentazione delle nuove linee « abbiamo aumentato di sette volte l’efficienza. Il sito continuerà a svolgere un ruolo centrale nel nostro piano strategico Dare Forward 2030, con il quale puntiamo a diventare leader globali nel mercato dei veicoli commerciali leggeri, in termini di tecnologia, produzione, quota di mercato e redditività » . Un’apertura di credito esplicita per Atessa, una delle poche agli stabilimenti italiani del gruppo.
Forse non è un caso. Per certi versi, la storia di Stellantis è iniziata proprio ad Atessa con la prima joint- venture Fiat- Peugeot « per costruire in Italia i migliori furgoni disponibili sul mercato » . Questo era l’obiettivo dichiarato dall’allora Fiat per lo stabilimento nato nel 1979 da un’intuizione dell’avvocato Agnelli e con le agevolazioni per l’industria nel Mezzogiorno. Un milione e duecentomila metri quadrati di superficie, più di un quarto coperta. Tre reparti - lastratura, montaggio e verniciatura - più di cinquemila dipendenti di media nei dodici anni ( un picco di 6.837 nel 2019, oggi sono 4.951). Nel piazzale dello stabilimento, una stele ricorda l’inaugurazione del sito nel 1981. All’interno dell’edificio sono affisse le grandi fotografie in bianco e nero dell’evento. Si vedono il presidente della Repubblica Sandro Pertini con l’immancabile pipa e l’avvocato Agnelli che si appoggia a una stampella per i postumi di una delle sue cadute sugli sci.
Altri tempi. La Fiat, in Italia produceva 1,4 milioni di veicoli e aveva oltre 60mila dipendenti. Oggi ne produce circa la metà, con 45mila dipendenti. Nel 1981 i veicoli commerciali erano una componente importante, ma non decisiva, di un business dominato dall’auto. Chi avrebbe mai immaginato che a 43 anni di distanza i veicoli professionali ( 7,3 milioni di furgoni prodotti ad Atessa dal 1981) sarebbero diventati un pilastro dell’attività in Italia e delle vendite in Europa e nel mondo? Nel 2023 in Abruzzo sono stati prodotti 230.280 furgoni, circa il 30% dei 752.122 veicoli prodotti in Italia. L’obiettivo di un milione di veicoli, chiesto dal Governo, senza l’apporto dei commerciali leggeri sarebbe un assoluto miraggio. I dati dei primi tre mesi del 2024, in calo del 9,8% rispetto al 2023, confermano le difficoltà: 170.415 unità prodotte in Italia contro le 188.910 del 2023. Ma mentre la produzione di autovetture segna un - 23,8%, quella di veicoli commerciali evidenzia una crescita del 28,5%. Seguendo questo trend, i furgoni prodotti nel 2024 saranno più di 261mila.
Il mercato a valle continua a essere favorevole. La continua crescita dell’e- commerce in tutto il mondo sta spingendo il Ducato, veicolo ideale per le consegne dell’ultimo miglio. L’anno scorso Stellantis si è confermata leader del settore in Europa ( con una quota di mercato superiore al 30%) e in Italia ( con una quota del 45,5%). Il marchio Fiat Professional guida le vendite con una fetta di mercato del 26,1%, grazie al Ducato che ha conquistato il 29,3% nel suo segmento ( la quota di Stellantis è salita al 43,8% con un incremento del 7,2%). L’obiettivo del piano strategico, e Tavares lo sottolinea in ogni occasione, è di superare Ford, attuale leader globale nelle vendite dei commerciali leggeri con un lieve vantaggio proprio su Stellantis. La spinta potrebbe arrivare da Asia, Medio Oriente e Sudamerica, dove i margini di crescita di Stellantis sono molto ampi. E dalle personalizzazioni dei veicoli, vero punto di forza di Atessa. Vengono fatte, con un metodo quasi artigianale, nel reparto considerato il cuore strategico dello stabilimento.
Qui, lo stesso Ducato può diventare un mezzo di trasporto di persone, di beni confezionati, di rinfuse, un’ambulanza, un camper. « Ogni cliente chiede un allestimento in base alle sue esigenze d’uso » , dice l’ingegnere Alessia Di Marcello, responsabile della qualità dello stabilimento. In questo reparto non c’è una linea ma postazioni statiche. Di Marcello spiega che forniture, tempi e lavorazioni vanno organizzati commessa per commessa. In due diverse postazioni ci sono i Ducato di Amazon e Ups. Non hanno ancora i brand, ma si riconoscono dal colore. Hanno aperture, pedane e scaffalature diverse, personalizzate per il packaging dei due clienti. La porta interna tra la cabina e il vano posteriore sembra identica. Ma Amazon ha la chiusura magnetica, mentre Ups ha la chiave. « Amazon l’ha voluta automatica perché con la scheda a ogni apertura e chiusura riesce a risparmiare venti secondi » , spiega Di Marcello.
La commessa in preparazione è per il Messico, 400 veicoli. Non è una sorpresa. L’ 85% dei commerciali prodotti ad Atessa viene esportato in 75 Paesi. Anche se Stellantis e i sindacati, in questo caso concordi, al tavolo hanno lamentato le carenze infrastrutturali del territorio. Strade, ferrovie e porti che limitano potenzialità e competitività dello stabilimento.
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