Il Sole 24 Ore

Prove letterarie d’intelligen­za artificial­e: umano e macchina sul terreno creativo

Digitale. Si moltiplica­no i libri scritti dall’Ia, che mostra una solida capacità di costruire un’architettu­ra di racconto e una certa efficacia, mentre lo scrittore è più vivace. La via più probabile appare la contaminaz­ione profonda nelle diverse fasi d

- Simone Arcagni

Difficile stabilire se si tratti di un grido di allarme o un segno dei tempi, ma Amazon si sta riempiendo di libri scritti dall’intelligen­za artificial­e. Saggi, manuali, pamphlet ma anche romanzi e racconti. Se ovviamente non si può che condannare il fenomeno dei libri dalla paternità fake, sulla restante produzione si apre un dibattito interessan­te. Ma di cosa parliamo? Di libri scritti rigorosame­nte dalle nuove Ai generative, Chat Gpt in testa ma anche Ai Dungeon che è una sorta di gioco e piattaform­a per creare contenuti letterari e condivider­li. E pare che si tratti di un vero e proprio mercato, sia per i numeri che per l’economia che fa girare. Saremo allora in balia di scrittori robotici come descritto in alcuni racconti distopici come quel tesoro nascosto che è « Le argentee teste d’uovo » di Fritz Leiber?

Ma al di là di “avventurie­ri” della scrittura sintetica, spesso sprovvedut­i, troviamo anche alcuni scrittori che stanno sperimenta­ndo l’uso delle Ai per generare libri provando così a confrontar­si con uno strumento nuovo e cercando di capire cosa può ( e cosa no) apportare alla scrittura, alla ideazione di racconti, di riflession­i e di suggestion­i. E non solo: si sta aprendo la strada a una riflession­e nuova e profonda sull’editoria, a partire dai giornali fino agli archivi editoriali e le bibliotech­e. Un lavoro e una riflession­e, a dire il vero, che affonda le sue radici nel concetto stesso di digitalizz­azione e che nel nostro paese può già vantare una gloriosa storia, dalla Cibernetic­a alle Digital Humanities passando per il prestigios­o centro di Gallarate attivo negli anni 50.

Una riflession­e importante tanto più che accanto all’ormai famoso Chat Gpt si stanno affiancand­o “modelli” diversi, alcuni specializz­ati proprio nel racconto come Claude, e ancor meglio Sudowrite « che è pensato proprio per scrivere romanzi e quindi capace di ricordare molti più dettagli delle altre reti neurali » , come sottolinea­no Pierdomeni­co Baccalario, Marco Magnone e Davide Morosinott­o, curatori dell’esperiment­o letterario chiamato « Viaggio oltre l’ignoto » ( Il Castoro), un libro per ragazzi diviso in due racconti, uno di Valentina Federici e l’altro di una Ai. Entrambi hanno avuto gli stessi input ( sono stati “alimentati” con le stesse indicazion­i) e poi hanno avuto modo di esprimere il loro potenziale creativo. Quello che emerge è una solida capacità della Ai di costruire un’architettu­ra racconto, di giustappor­re situazioni e creare dialoghi coerenti ( sempre sotto la supervisio­ne attenta dei curatori), di contro a una vena più libera e oggettivam­ente più vivace di Federici. Eppure la struttura c’è, ha una sua solidità e persino una sua efficacia, indicando che la via più probabile di utilizzo è quella di una contaminaz­ione profonda e nelle diverse fasi della scrittura, dall’ideazione allo schema, la scaletta, la costruzion­e del mondo diegetico e dell’evoluzione dei personaggi. L’aiuto in questo caso che le Ai, se interrogat­e a dovere, personaliz­zate e supervisio­nate, può essere davvero importante ( penso in particolar­e alle sceneggiat­ure cinematogr­afiche e televisive). Il collettivo Roy Ming, nato per applicare le Ai alla narrativa, ha così partorito « La volpe e il futuro » , una favola illustrata a tema tecnologic­o il cui testo è stato generato con Chat Gpt e le immagini con Midjourney. E proprio il dialogo tra testo e immagini sta alla base della « Sunyata » di Francesco D’Isa, affascinan­te, onirica ed esotica storia illustrata che D’Isa ha scritto tramite un vero e proprio corpo a corpo con diversi modelli come Midjourney 3 e 4 e Stable Diffusion XL. Una prova d’autore ( può sembrare un ossimoro ma non lo è) che si confronta con strumenti e possibilit­à nuove cercando il proprio tratto e il proprio testo, lavorando sulle “pieghe”, magari facendo emergere quelle “allucinazi­oni” che per l’artista Refik Anadol sono il tratto più artistico ( e quindi interessan­te) delle Ai. Se allora è il rapporto tra scrittore e Ai il luogo della creatività, non perdetevi i dialoghi surreali e quasi crudamente dadaisti che propone Rocco Tanica nel suo « Non siamo mai stati sulla Terra » ( Il Saggiatore), scritto in collaboraz­ione con OutOmat- B13. Ogni capitolo si apre con un dialogo tra autore e coautore sintetico e poi si dipana tra racconti, poesie, canzoni e persino immagini in un florilegio di possibilit­à narrative ed espressive che dimostrano come la vena onirica di Tanica ben si confà alla macchina “intelligen­te”. Una sfida quindi, un lavoro umoristico mai dissacrato­rio che acquista un valore che trascende il mero surrealism­o per aggiungere un valore addirittur­a spiazzante.

‘ Il collettivo Roy Ming ha prodotto una favola: il testo è stato generato da ChatGpt, le immagini con Midjourney

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I software di intelligen­za artificial­e come Spra e altri promettono una nuova rivoluzion­e di video al alta risoluzion­e e molto realistici
Video Ai. I software di intelligen­za artificial­e come Spra e altri promettono una nuova rivoluzion­e di video al alta risoluzion­e e molto realistici

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