Dai chiostri ai bunker, gli spazi della storia diventano contemporanei
istituzionali: l’Italia abbraccia il contemporaneo e i suoi edifici storici cambiano veste e funzione nel segno dell’apertura a nuove forme di utilizzo. Il gusto della rigenerazione si assaggia subito, per esempio, arrivando in treno a Roma. Negli spazi della stazione Termini eretti dall’architetto Angiolo Mazzoni secondo lo stile razionale in voga negli anni ’ 30 per ospitare quella che era la cucina dei ferrovieri, soprannominata Cappa Mazzoniana, già da qualche anno si può compiere un viaggio gastronomico al Mercato Centrale: con legno, ferro, resina, ceramica, e conservando gli elementi portanti in marmo grigio e rosa, lo studio fiorentino Q- bic ha disegnato interni freschi e funzionali per riproporre la vivacità propria dei mercati rionali della città. Il cibo si può acquistare nelle 19 botteghe artigianali del piano superiore, dal quale gli spazi si possono godere da una prospettiva alare.
A pochi passi da Piazza del Popolo sorge dal XVII secolo Palazzo Ripetta, edificato per volontà di papa Innocenzo XI e poi divenuto sede del Conservatorio della Divina Provvidenza nonché casa delle suore di S. Dorotea che insegnavano canto, musica, letteratura e ginnastica alle donne bisognose di un riparo. La sua conversione in hotel è avvenuta gradualmente, definita dall’architetto Luigi Moretti che ha scelto tessuti e oggetti di design made in Italy, sposandoli a opere di arte contemporanea iconiche come la Sfera di Arnaldo Pomodoro. Il vero pezzo forte, però, è il Salone Bernini: dove si trovava la chiesa del Conservatorio, consacrata nel ‘ 700 da papa Benedetto XIII su progetto del marchese Gerolamo Theodoli e sul cui soffitto troneggia “Il Trionfo della Divina Provvidenza” dipinto da Giacomo Triga, oggi si tengono anche concerti di pianoforte al lume di centinaia di candele.
Spostandosi a Firenze, è un incanto varcare l’ingresso del Teatro Cinema Odeon, gioiello Liberty il cui palcoscenico fu calcato agli inizi della sua avventura anche da Wanda Osiris. La sciantosa attrice rimarrebbe anch’ella folgorata dalla riuscita combinazione di esperienze culturali che è stata allestita senza intaccare fregi e colonne: i ragazzi studiano in galleria, guardando le pellicole vintage o in bianco e nero proiettate nelle ore diurne sullo schermo, oppure seduti nelle prime due file della platea, mentre nel resto dello spazio al pianterreno sono esposti i volumi della libreria Giunti. Dopo l’ora di chiusura, spazio alla proiezione dei film contemporanei. Da qui a piedi si può raggiungere Rifugio Digitale, al civico 41 di via della Fornace, un nuovo spazio espositivo ricavato nella pancia di quello che era un tunnel antiaereo scavato nel 1943 per difendersi dagli attacchi dei nazisti: oggi è un luogo di incontro tra arte e tecnologia digitale, grazie alla presenza di numerosi schermi posizionati lungo i suoi 33 metri di lunghezza, ed è ideale per ospitare mostre, installazioni, eventi.
Nel chiostro del convento addossato alla chiesa di Nostra Signora della Consolazione a Genova, eretto nel 1699, adesso si respira l’atmosfera conviviale del MOG: si entra attratti dai profumi e colori di frutti e verdure esposte come opere di arte naturale sui banchi di quello che dal 1899 è il Mercato Orientale, edificio in calcestruzzo armato nel quale sono da sempre convogliati i prodotti dell’entroterra ligure, per essere poi traghettati in questo spazio dedicato alla cucina multietnica. A proposito di luoghi religiosi che si fanno profani: appena dietro il Tribunale di Milano e non lontano dalla Biblioteca Sormani, in un complesso conventuale quattrocentesco in via San Barnaba, ha aperto Ai Chiostri, elegante bistrot e pasticceria ( con dolci firmati dal maestro Luigi Biasetto) in cui si può pranzare o prendere l’aperitivo sotto archi e colonne immersi in una quiete rimasta monastica pur nel cuore del vibrante capoluogo lombardo.