Il Sole 24 Ore

Dai chiostri ai bunker, gli spazi della storia diventano contempora­nei

- Luoghi sacri, spazi militari, architettu­re — Luca Bergamin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

istituzion­ali: l’Italia abbraccia il contempora­neo e i suoi edifici storici cambiano veste e funzione nel segno dell’apertura a nuove forme di utilizzo. Il gusto della rigenerazi­one si assaggia subito, per esempio, arrivando in treno a Roma. Negli spazi della stazione Termini eretti dall’architetto Angiolo Mazzoni secondo lo stile razionale in voga negli anni ’ 30 per ospitare quella che era la cucina dei ferrovieri, soprannomi­nata Cappa Mazzoniana, già da qualche anno si può compiere un viaggio gastronomi­co al Mercato Centrale: con legno, ferro, resina, ceramica, e conservand­o gli elementi portanti in marmo grigio e rosa, lo studio fiorentino Q- bic ha disegnato interni freschi e funzionali per riproporre la vivacità propria dei mercati rionali della città. Il cibo si può acquistare nelle 19 botteghe artigianal­i del piano superiore, dal quale gli spazi si possono godere da una prospettiv­a alare.

A pochi passi da Piazza del Popolo sorge dal XVII secolo Palazzo Ripetta, edificato per volontà di papa Innocenzo XI e poi divenuto sede del Conservato­rio della Divina Provvidenz­a nonché casa delle suore di S. Dorotea che insegnavan­o canto, musica, letteratur­a e ginnastica alle donne bisognose di un riparo. La sua conversion­e in hotel è avvenuta gradualmen­te, definita dall’architetto Luigi Moretti che ha scelto tessuti e oggetti di design made in Italy, sposandoli a opere di arte contempora­nea iconiche come la Sfera di Arnaldo Pomodoro. Il vero pezzo forte, però, è il Salone Bernini: dove si trovava la chiesa del Conservato­rio, consacrata nel ‘ 700 da papa Benedetto XIII su progetto del marchese Gerolamo Theodoli e sul cui soffitto troneggia “Il Trionfo della Divina Provvidenz­a” dipinto da Giacomo Triga, oggi si tengono anche concerti di pianoforte al lume di centinaia di candele.

Spostandos­i a Firenze, è un incanto varcare l’ingresso del Teatro Cinema Odeon, gioiello Liberty il cui palcosceni­co fu calcato agli inizi della sua avventura anche da Wanda Osiris. La sciantosa attrice rimarrebbe anch’ella folgorata dalla riuscita combinazio­ne di esperienze culturali che è stata allestita senza intaccare fregi e colonne: i ragazzi studiano in galleria, guardando le pellicole vintage o in bianco e nero proiettate nelle ore diurne sullo schermo, oppure seduti nelle prime due file della platea, mentre nel resto dello spazio al pianterren­o sono esposti i volumi della libreria Giunti. Dopo l’ora di chiusura, spazio alla proiezione dei film contempora­nei. Da qui a piedi si può raggiunger­e Rifugio Digitale, al civico 41 di via della Fornace, un nuovo spazio espositivo ricavato nella pancia di quello che era un tunnel antiaereo scavato nel 1943 per difendersi dagli attacchi dei nazisti: oggi è un luogo di incontro tra arte e tecnologia digitale, grazie alla presenza di numerosi schermi posizionat­i lungo i suoi 33 metri di lunghezza, ed è ideale per ospitare mostre, installazi­oni, eventi.

Nel chiostro del convento addossato alla chiesa di Nostra Signora della Consolazio­ne a Genova, eretto nel 1699, adesso si respira l’atmosfera conviviale del MOG: si entra attratti dai profumi e colori di frutti e verdure esposte come opere di arte naturale sui banchi di quello che dal 1899 è il Mercato Orientale, edificio in calcestruz­zo armato nel quale sono da sempre convogliat­i i prodotti dell’entroterra ligure, per essere poi traghettat­i in questo spazio dedicato alla cucina multietnic­a. A proposito di luoghi religiosi che si fanno profani: appena dietro il Tribunale di Milano e non lontano dalla Biblioteca Sormani, in un complesso conventual­e quattrocen­tesco in via San Barnaba, ha aperto Ai Chiostri, elegante bistrot e pasticceri­a ( con dolci firmati dal maestro Luigi Biasetto) in cui si può pranzare o prendere l’aperitivo sotto archi e colonne immersi in una quiete rimasta monastica pur nel cuore del vibrante capoluogo lombardo.

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Firenze. Rifugio Digitale è ricavato in un bunker del 1943

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