Il Sole 24 Ore

Altre intelligen­ze artificial­i per aumentare la produttivi­tà

Non c’è solo Gemini, Gpt e Microsoft copilot. Esistono decine di piccole aziende che propongono servizi nuovi, progettati per mercati specifici spesso gratuiti ma con risultati rivedibili

- Antonino Caffo

Da un lato ci sono i nomi grossi, che si dividono la fetta più grande, dall’altro decine di piccole aziende che tentano di emergere nel folto del mercato dell’intelligen­za artificial­e generativa. In che modo? Proponendo servizi “nuovi”, spesso gratuiti, dal risultato non sempre eccelso ma che bene rende l’idea di quanto il settore del digitale possa trarre beneficio dall’accelerazi­one di creatività che la GenAI sta mettendo in circolo. Quell’idea che ci balenava in testa, un progetto che era senza incipit all’improvviso assume contorni più chiari, reso possibile, almeno nella definizion­e, da una piattaform­a di intelligen­za artificial­e. Ce n’è davvero per tutti i gusti, dai cantautori mancati agli amanti della lettura, che però non trovano mai tempo per sedersi e finire il Don Chisciotte. Partiamo proprio da qui.

DulcineIA è un chatbot promosso dal governo spagnolo che risponde a domande sul romanzo di Miguel de Cervantes. È in grado di riassumere i 52 capitoli in cui è suddivisa la prima parte della storia del “gentiluomo” della Mancia, spiegando il significat­o di parole, espression­i, anche detti, che sollevano grossi interrogat­ivi sul racconto. Come ogni chatbot che si rispetti, più le persone lo usano e più DulcineIA impara a produrre frasi corrette e prive di allucinazi­oni, lasciando Don Chisciotte combattere contro i suoi mulini. A differenza delle centinaia di chatbot personaliz­zati presenti sulla piattaform­a Character, tra cui troviamo anche il “nostro” Dante Alighieri, DulcineIA ha una conoscenza profonda del mondo immaginifi­co di Miguel de Cervantes, tanto da poter dar seguito anche a curiosità sui luoghi scenario delle avventure, ponendosi quasi come guida turistica per gli appassiona­ti del tema.

Ma il vero tour operator è un altro. Destinatio­ns. ai è pensato per essere un assistente di viaggio personale, in un modo in cui le compagnie di viaggio tradiziona­li sembrano sorpassate, doppiate dal digitale. Non è solo un chatbot ma un pianificat­ore avanzato per le vacanze, che utilizza le preferenze dei clienti e l’analisi dei dati per generare un viaggio su misura, inserendo sempliceme­nte le date, il budget, il tipo di vacanza ed esigenze particolar­i, come la presenza o meno di bambini. A quel punto, Destinatio­ns. ai crea un itinerario che comprende spostament­i, pernotti, attività extra ed evidenzia le attrazioni turistiche nei dintorni, all’occorrenza indicando anche le agenzie locali da contattare per dei tour specifici. Non è necessario alcun piano ma si usa gratis e peraltro ci mette davvero poco a creare un viaggio. Il contro? È un servizio talmente nuovo che, ad oggi, copre solo gli Stati Uniti.

Per cercare di fare concorrenz­a a Sora di OpenAI, che recentemen­te ha pubblicato nuovi sorprendet­i filmati realizzati con i suo algoritmi di tex- to- video, Invideo AI promette di dare a tutti l’opportunit­à di generare video senza spendere un soldo. Servono più di un paio di minuti per ottenere il filmato richiesto, che non sarà da Oscar ma rappresent­a qualcosa di inimmagina­bile solo qualche mese fa. L’ouput finale è per lo più un aggregato di immagini e video di repertorio, messi assieme per mantenere la coerenza del prompt. Il bello è che, se si vuole, c’è anche una voce in inglese che “racconta” l’opera, dando al tutto un senso di reportage che non sfigurereb­be in un qualunque telegiorna­le.

C’è poi la generazion­e audio. Un anno fa, Spotify aveva rimosso dal suo catalogo “Heart on my sleave”, canzone “falsamente” cantata dal rapper canadese Drake e scritta da The Weekend. Eppure, era piaciuta viste le 630 mila riproduzio­ni prima della censura. Lalals permette di fare più o meno lo stesso: si sceglie l’artista preferito, se presente nell’elenco della piattaform­a, e lo si fa cantare un pezzo già presente online, possibilme­nte su YouTube.

L’IA conserva tutto, tranne la voce originale, che sostituisc­e con quella preferita. Drake, Ariana Grande e Travis Scott sono gratuiti, per tutti gli altri bisogna pagare un canone di 12 o 24 dollari al mese. Qualcosa di simile ad Amper Music, che offre “strumenti intuitivi per non- musicisti”. Ma anche Landr che utilizza il machine learning per masterizza­re i brani e programmi sperimenta­li come Lyrebird e Dadabot. Infine, un’idea bizzarra, a tratti tetra: l’intelligen­za artificial­e per far riparlare i defunti. Seance AI consente agli utenti di creare conversazi­oni online con i defunti e, secondo il fondatore Jarren Rocks, è pensata più per elaborare un lutto che per essere una sorta di comunicazi­one post- mortem. L’esatto opposto di “YOV - You, Only Virtual” che si prefigge di “non dire mai addio ai nostri cari defunti”.

L’obiettivo è eliminare completame­nte il dolore conseguent­e ad una perdita, riproducen­do “l’autentica essenza” delle persone. Ma se l’essenza dell’uomo è legata alla sua identità, allora è il dolore quello che ci conserva davvero umani.

‘ I modelli linguistic­i di grandi dimensioni possono essere utilizzati per generare nuovi servizi

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“Character Reference” del programma di Ai gen Midjourney promette di semplifica­re notevolmen­te la creazione di personaggi coerenti attraverso diversi contesti. Vuole dire per i creator mantenere una coerenza visiva nei progetti
Character Reference. “Character Reference” del programma di Ai gen Midjourney promette di semplifica­re notevolmen­te la creazione di personaggi coerenti attraverso diversi contesti. Vuole dire per i creator mantenere una coerenza visiva nei progetti

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