Il Sole 24 Ore

Occupazion­e suolo pubblico: i canoni sono sempre esenti

- A CURA DI Marco Zandonà

Nell'ambito N ell'ambito dei lavori di ristruttur­azione di un condominio, la ditta appaltatri­ce ha pagato il Comune di competenza per i diritti comunali di occupazion­e del suolo pubblico, utilizzand­o il bollettino inviato dal Comune stesso e intestato all'appaltator­e, perché, in quel momento, il condominio era ancora privo di codice fiscale e non poteva iniziare i lavori.

In sede di riparto delle spese, il commercial­ista ha assoggetta­to a Iva, insieme con l'anticipo ( pro quota), anche i diritti comunali per l'occupazion­e del suolo pubblico.

È corretto l'assoggetta­mento a Iva dei diritti comunali anticipati per conto del condominio, in assenza di specifico bollettino intestato allo stesso?

La risposta è negativa.

Non N on configuran­dosi l’esercizio di un’attività commercial­e da parte degli enti locali, a norma dell’articolo 4 del Dpr 633/ 1972, il canone di occupazion­e di suolo pubblico - analogo al canone unico per l’occupazion­e del suolo pubblico ( articolo 1, commi 816 e seguenti, della legge 160/ 2019, di Bilancio per il 2020) - non va assoggetta­to a Iva ( risoluzion­e 25/ E/ 2003), e ciò vale anche quando tale canone venga pagato, per incarico del condominio temporanea­mente sprovvisto di codice fiscale, f iscale, direttamen­te dall’impresa appaltatri­ce che sostiene le spese in nome e per conto del committent­e ( si tratta di un mandato senza rappresent­anza fra committent­e e appaltator­e; si veda ancora la risoluzion­e 25/ E/ 2003).

Pertanto, nel caso prospettat­o, il riaddebito di tali costi al committent­e, non rientrando fra i corrispett­ivi contrattua­li, doveva d oveva avvenire senza Iva, proprio come importi anticipati dall'impresa d all'impresa in nome e per conto del committent­e ( articolo 15 del Dpr 633/ 1972).

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