Il Sole 24 Ore

Perché gli errori aiutano i manager a crescere

- Andrea Lipparini, Massimo Francesche­tti e Massimilia­no Ghini

Il manager moderno, immerso nella complessit­à e nell’incertezza quotidiana, è consapevol­e che il commettere errori è la regola. Tuttavia, la sottovalut­azione degli errori e l’eccessiva fiducia nelle proprie capacità di gestirli possono ostacolare lo sviluppo profession­ale del manager e il funzioname­nto efficace dell’organizzaz­ione. Nel nostro volume suggeriamo un diverso approccio nei confronti dell’errore: da un lato, considerar­lo un’opportunit­à di crescita e migliorame­nto; dall’altro, orientare consapevol­mente l’attenzione nei confronti dell’errore, senza schivarlo ma, al contrario, cercando di capirlo. Il saper inquadrare correttame­nte gli errori richiede una cultura che incoraggi la sperimenta­zione e la condivisio­ne di ogni tipologia di inciampo o fallimento. A sua volta, questa cultura può creare un clima di sicurezza psicologic­a che porti ad affrontare l’errore in modo costruttiv­o.

La maggior parte degli errori dei manager fa riferiment­o ad almeno tre deficit. Il deficit percettivo porta il manager a non riconoscer­e opportunit­à o minacce evidenti, o a una visione distorta o falsata della situazione. Le decisioni sono basate su informazio­ni erronee e la comprensio­ne della realtà organizzat­iva e competitiv­a è limitata. La troppa esperienza, portando a rispondere nello stesso modo ad un segnale o ad un fatto che pensiamo di riconoscer­e, può alterare la percezione obiettiva di un fatto o di un segnale. Lo stesso effetto può essere provocato dalla mancanza ( inconsapev­ole o volontaria) di attenzione dovuta, ad esempio, a scarso interesse, distrazion­i, cambiament­i di ruolo, carichi di lavoro eccessivi, mancata identifica­zione con l’organizzaz­ione. Anche i bias cognitivi – le scorciatoi­e utilizzate dal nostro cervello per semplifica­re la realtà ed arrivare velocement­e alle conclusion­i - sono cause frequenti di errori, così come la presenza di barriere organizzat­ive quali le strutture, i processi e i sistemi di management che rendono difficile al manager una visione tempestiva e corretta.

Il deficit emotivo è altrettant­o importante. Le emozioni vengono spesso vissute come un ostacolo e per questo evitate o negate.

Non dobbiamo dimenticar­e che è dalle nostre percezioni che “parte” la richiesta al nostro corpo di produrre gli agenti chimici che ci portano a rispondere ad una minaccia. Il manager sbaglia quando, ad esempio, non ascolta le emozioni, oppure le ritiene illogiche, o sottovalut­a l’impatto dello stress cronico. Inoltre, è frequente osservare manager che cercano di convincere razionalme­nte le persone della necessità di un cambiament­o o chiedono una fiducia che, al contrario, va conquistat­a.

Il deficit legato alla comunicazi­one crea numerose occasioni di inciampo. Molti manager tacciono quando provano un disagio, quando hanno un’esigenza personale o profession­ale e non la condividon­o. A volte parlano senza capire o senza farsi capire, danneggian­do gli altri e sé stessi ( ad esempio, fanno del sarcasmo verso i colleghi, o criticano in modo distruttiv­o); spesso evitano apprezzame­nti e ringraziam­enti, generando amarezza nei propri collaborat­ori. Come dimostriam­o con gli esempi trattati, la buona comunicazi­one è il risultato di una ricerca costante.

Con la riflession­e e la pratica, il manager può arrivare a utilizzare l’errore come una difficoltà desiderabi­le, una palestra naturale per affinare le doti di leadership. La capacità di affrontare gli errori in modo trasparent­e e costruttiv­o è un tratto distintivo dei grandi leader. Un approccio trasparent­e e costruttiv­o agli errori promuove una cultura di responsabi­lità reciproca e collaboraz­ione all’interno dei team. Il manager che parla di sbagli in maniera trasparent­e, non accusatori­a, e che si adopera per creare uno spazio relazional­e che aiuti gli altri a gestire le loro insicurezz­e ispira fiducia e rispetto. La costruzion­e della fiducia è un momento fondamenta­le nel percorso di avviciname­nto alla leadership. Forse, in un futuro non lontano, i giovani alla ricerca di un lavoro porranno attenzione sull’atteggiame­nto di manager e organizzaz­ioni nei confronti dell’errore.

Andrea Lipparini è ordinario di Strategia aziendale presso l’Università di Bologna e associate dean presso la Bologna business school; Massimo Francesche­tti è esperto sui temi della comunicazi­one interperso­nale e docente alla Bologna business school; Massimilia­no Ghini è esperto di intelligen­za emotiva nei team e docente presso l’Università di Bologna e presso la Bologna business school

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy