Moda, strumenti hi tech per gestire la filiera
Confronto sulle soluzioni avanzate all’e- P Summit di Pitti Immagine a Firenze
La trasparenza delle filiere produttive nella moda è tornata d’attualità nei giorni scorsi, con l’amministrazione giudiziaria disposta dal Tribunale di Milano per la Giorgio Armani Operations, l’azienda di progettazione e produzione di abbigliamento e accessori del gruppo Armani.
Proprio la trasparenza della filiera è stato uno dei temi al centro dell’e- P
Summit, l’appuntamento di Pitti Immagine dedicato ai rapporti tra moda e mondo digitale, organizzato ieri e oggi alla Stazione Leopolda di Firenze, con un focus sulle nuove applicazioni di intelligenza artificiale. L’effetto combinato delle normative europee in arrivo ( la direttiva sulla due diligence aziendale, il regolamento sulla progettazione ecocompatibile che prevede anche il passaporto digitale del prodotto) e delle tecnologie sul mercato è destinato a dare una forte spinta alla trasparenza della filiera, che oggi è ancora agli albori.
« Per avere una filiera sostenibile occorre scartare i laboratori non virtuosi - ha spiegato Claudio Rovere, fondatore e presidente di Hmoda, il gruppo formato da 16 terzisti del settore con 310 milioni di ricavi 2023 - e per far questo occorre investire in formazione e in trasparenza. In questo senso i gruppi che aggregano imprese, come il nostro, hanno una marcia in più rispetto alle società indipendenti perché possono dedicarsi a questi temi, lasciando le proprie aziende operative libere di concentrarsi sulla produzione » .
La sfida di cambiare visione, riducendo l’impatto ambientale e aumentando la trasparenza, è stata abbracciata anche da un grande marchio come Guess che dal 2014 redige un report di sostenibilità certificato: « Abbiamo scelto di comunicare in modo trasparente ai consumatori cosa facciamo con un approccio scientifico - ha spiegato Roberto Lombardi, responsabile Sustainability & Esg di Guess Europe - analizzando dove il nostro modello di business può creare più danni. Così abbiamo lavorato con i fornitori per migliorare i processi produttivi e abbiamo cercato di limitare le emissioni di Co2 » . Una cosa è certa, secondo Lombardi: per realizzare un vero cambiamento nella moda bisogna partire dalla massa, perché sono i consumi di massa che incidono davvero. « E invece, sul fronte della sostenibilità, vedo che si fa fatica a fornire soluzioni su larga scala che possano ridurre l’impatto - ha aggiunto il manager Guess - mentre le tecnologie sono ben sviluppate per il marketing e il commerciale » .
Alle innovazioni tecnologiche guarda una banca come UniCredit, che ha creato da 10 anni una piattaforma per selezionare start up e Pmi innovative: « Nel fashion oggi innovare è una necessità - ha detto Giusy Stanziola di Unicredit Start Lab - e l’interazione tra startup e aziende consolidate sta finalmente accelerando » .
IL MODELLO UniCredit ha creato una piattaforma di selezione di start up e Pmi innovative