Il Sole 24 Ore

Con i proxy a favore del piano Tim

Anche Glass Lewis, dopo Iss, raccomanda ai fondi di votare la lista del cda

- Antonella Olivieri

Dopo Iss, anche Glass Lewis, l’altro grande proxy advisor anglosasso­ne, raccomanda di votare per la lista del cda alla prossima assemblea Tim del 23 aprile. Non è una sorpresa che i proxy suggerisca­no ai fondi di votare per la lista del consiglio, quando non ci sono appunti da fare, e per la società sarebbe uno smacco il contrario, ma nel caso di Tim è interessan­te leggere le argomentaz­ioni, visto che nel concreto sono state presentate più liste alternativ­e di cui una, quella del fondo Merlyn che fa capo all’ex banker di JP Morgan Alessandro Barnaba, propone un differente assetto di governance – con l’ex Microsoft Umberto Paolucci indicato come presidente e l’ex vice- direttore generale di Tim, Stefano Siragusa, candidato a prendere il posto dell’ad Pietro Labriola – e propone inoltre un piano alternativ­o a quello, centrato sulla cessione della rete, approvato dal consiglio Tim.

‘ Da Merlyn « solo una critica » non sufficient­e a giustifica­re il cambio al vertice

Mentre MentreIss Iss vota per la continuità, indispensa­bile per assicurare l’esecuzione del piano senza cambiament­i radicali, e giudica insufficie­nti gli elementi a supporto del proprio piano forniti da Merlyn, Glass Lewis fa qualche distinguo in più. Riconosce che l’operazione di separazion­e della rete dall’incumbent con la cessione della NetCo è un processo complesso che comporta delle incognite, così come le prospettiv­e del gruppo dopo il riassetto non sono scolpite nella pietra, e tuttavia il proxy advisor osserva che Merlyn finora ha solo diffuso « una breve critica struttural­e, di relativo alto livello » , con « limitato materiale analitico » e un piano che « in parte ricalca » quello su cui sta già lavorando Tim. Troppo poco, secondo Glass Lewis, per giustifica­re il ribaltone proposto da Merlyn, che ha depositato una lista di dieci candidati, tra cui un candidato presidente e un candidato ceo, e che vorrebbe essere la maggioranz­a in un board ancora formato da 15 consiglier­i.

Anche Glass Lewis, tra l’altro, suggerisce di accettare la proposta del cda uscente di snellire il board a nove, segnalando che la composizio­ne ideale deve essere sufficient­emente ristretta da assicurare un buon clima di lavoro e efficienza nel processo decisional­e e sufficient­emente ampia da garantire all’interno del consiglio ricchezza di competenze e esperienze profession­ali. Delle liste alternativ­e, quella di Bluebell, il fondo attivista di Giuseppe Bivona e Marco Taricco, ha già dichiarato di essere favorevole alla riduzione proposta.

« Vedo che i proxy danno consigli. Ribadisco che la proposta cui ha contribuit­o il Governo è l’unica realistica, in grado di garantire la sopravvive­nza e il funzioname­nto di Tim nel futuro » , ha commentato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti a proposito del piano di scorporo della rete di Tim, aggiungend­o: « La proposta ha un significat­o strategico » ed è giusto che « nella rete lo Stato ci sia » . Il Mef ha già prenotato il 20% della NetCo a fianco di Kkr.

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