Il Sole 24 Ore

T- bond, balzo dei rendimenti: spread Bund- Treasury oltre 200

I diversi tempi dei tagli Fed e Bce allargano il divario di tassi tra i due Continenti

- Maximilian Cellino

Alcuni mesi fa veniva giudicata quasi alla stregua di un’eresia, ora una mossa sui tassi anticipata della Bce rispetto alla Federal Reserve sembra sempre più avvicinars­i alla realtà, non soltanto per mere questioni di calendario. Se infatti nella riunione di oggi Christine Lagarde preparerà, secondo quanto si aspetta la maggior parte degli economisti, il campo per una mossa espansiva nella successiva riunione dell’Eurotower del 6 giugno, le cifre inaspettat­amente elevate diffuse ieri sull’inflazione Usa tendono ad allontanar­e la data della prima sforbiciat­a sui tassi da parte di Washington.

Quel balzo annuo del 3,5% registrato dai prezzi al consumo a marzo negli Stati Uniti ha portato infatti gli operatori sui mercati a ridurre al di sotto del 20% le possibilit­à implicite assegnate a un taglio il prossimo 12 giugno ( sarebbe stato comunque successivo a quello della Bce) quando il giorno precedente viaggiavan­o ancora sopra il 50% e un mese fa addirittur­a al 75 per cento. La tanto sospirata mossa slitterebb­e a questo punto a fine luglio, salvo ulteriori sorprese in arrivo da un’economia che continua del resto a stupire per solidità.

Inevitabil­i quindi i riflessi sui mercati azionari ( con la conseguent­e debolezza di Wall Street, frenata in avvio di seduta soprattutt­o dai titoli più sensibili al livello dei tassi come alcune delle « magnifiche sette » ) e soprattutt­o nel mondo obbligazio­nario. I rendimenti dei Treasury Usa sono infatti balzati immediatam­ente fino a sfiorare il 5% sulla scadenza due anni più sensibile alle attese legate alla politica monetaria e salendo oltre il 4,50% sul decennale, che è così tornato sui livelli dello scorso novembre.

Altrettant­o significat­ivo il fatto che i movimenti siano stati solo in parte seguiti dai titoli di Stato europei, che hanno visto sì salire di riflesso i loro rendimenti, ma in misura più ridotta. Il Bund decennale ha così raggiunto il 2,43% ( 2,96% per la scadenza due anni) e i BTp si sono riportati di conseguenz­a al 3,77 per cento. Per una volta tanto lo spread che fa parlare di sé non è però quello che marca la distanza tra Italia e Germania, ma quello fra Europa e Stati Uniti, che qualcuno definisce forse a ragione « transatlan­tico » .

Con le variazioni di ieri il differenzi­ale tassi fra Bund e Treasury ha infatti di nuovo varcato i 200 punti base su entrambe le scadenze più significat­ive, dei due e dei dieci anni, proprio per tener conto da una parte dei tempi differenti in cui si avviano a muoversi Fed e Bce e dall’altra del possibile punto di atterraggi­o dei tassi di interesse in ottica medio- lungo termine. L’inflazione Usa ha infatti spinto i mercati a ridurre a soli due i tagli previsti per l’intero 2024, addirittur­a sotto il livello medio indicato dal seguitissi­mo diagramma a punti ( dot plot) relativo alle attese dei banchieri Fed.

I giochi non sono tuttavia ancora fatti: « Crediamo che una riduzione di 50 punti base dei tassi Usa quest’anno sia troppo poco, perché prevediamo ancora un rallentame­nto della crescita e dell’inflazione » , sostiene Edoardo Campanella di UniCredit Research. Che pure non si nasconde come un dato simile sui prezzi al consumo dopo quello sull’occupazion­e di venerdì scorso finisca per « complicare il lavoro della Fed, che probabilme­nte vorrà vedere due o tre buone letture dell’inflazione prima di tagliare » .

Si riaccendon­o al tempo stesso anche le speranze dei gestori nei confronti di una classe di investimen­to, quella dei bond sovrani, che rischia in fondo di deludere buona parte delle aspettativ­e che si erano create a inizio anno. « Un avvio dei tagli Fed spostato verso a fine del 2024 o l’inizio del 2025 e un punto di arrivo più alto, fra il 4 e il 4,25%, sarebbero coerenti con tassi decennali tra il 4,5 e il 4,75% per i Treasury » , sottolinea­no Meghan Swiber e Stephen Juneau di BofA Securities, che ritengono gli attuali rendimenti « un interessan­te punto di ingresso » . Adattarsi dunque alla nuova realtà per trovare nuove opportunit­à di investimen­to, almeno negli Usa.

Il rialzo dei rendimenti Usa trascina verso l’alto anche quelli europei: il Bund sale al 2,4% e il BTp decennale al 3,7%

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy