Zangrillo: « Nuove semplificazioni al via in tre- quattro mesi, già riviste 175 procedure »
Le semplificazioni previste dal disegno di legge licenziato dal Consiglio dei ministri a fine marzo “saranno operative entro tre- quattro mesi”. La previsione lanciata ieri a Milano dal ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, all’appuntamento “Obiettivo crescita 2024” mostra bene quanto il Governo punti su un iter accelerato delle nuove norme chiamate a snellire procedure e autorizzazioni da parte della Pa.
Ne va, del resto, di un obiettivo cruciale del Pnrr, che impone all’Esecutivo di eliminare 600 colli di bottiglia, 200 dei quali vanno cancellati dall’orizzonte dei difficili rapporti tra cittadini, imprese e Pubblica amministrazione. Nel consuntivo in corso d’opera tracciato ieri dal titolare della Funzione pubblica sono 175 le procedure già ridisegnate dagli interventi degli ultimi anni in un panorama amplissimo che va dalle attività artigiane fino all’evoluzione delle farmacie da luogo di vendita di medicinali a “centri di servizi e primo fronte della medicina del territorio, a cui i cittadini potranno rivolgersi anche per scegliere il medico di base o il pediatra”.
L’agenda è ancora più stretta per l’entrata in vigore del taglio agli adempimenti per gli artigiani previsto dal decreto legge Pnrr in corso di conversione alla Camera. “In Italia - ha ricordato Zangrillo - servono 78 adempimenti con 21 interlocutori diversi per aprire una gelateria. È una situazione insostenibile”.
Insostenibile, nell’ottica del Governo, anche il livello di impoverimento e invecchiamento patito dalla Pubblica amministrazione in termini di tagli introdotti per fronteggiare la crisi del debito pubblico. Le contromisure sono state molte, ha evidenziato Zangrillo, ricordando che “a settembre 2022 c’erano ancora 2,4 milioni di dipendenti pubblici senza il rinnovo del contratto 2019- 2021. Abbiamo chiuso quella tornata, trovato 8 miliardi per il triennio 2022- 2024, avviato le trattative per la sanità e stiamo partendo anche con enti locali e sicurezza e difesa”. Con l’obiettivo di ultimare i rinnovi in tempi non lunghi anche per rinforzare le buste paga fiaccate dai colpi dell’inflazione.
Ma la strada per rendere più attrattiva la Pa agli occhi di chi entra nel mercato del lavoro è ancora lunga e, per il ministro, deve passare anche da strumenti non monetari. “Nel nostro ordinamento - ha spiegato - tutta la carriera del dipendente pubblico è scandita da concorsi, con il risultato che per migliorare la propria condizione è più importante studiare per gli esami che raggiungere gli obiettivi per i quali si è pagati”. Una rigidità che discende da una fitta gabbia normativa che appare difficile da scardinare.