Sul bando per la filiera pendono 50 ricorsi
La dote di Pnrr al settore agricolo ammonta a poco meno di 8 miliardi di euro, ma la strada per portarli a casa è irta. « Abbiamo già annunciato al ministero che faremo ricorso » , ha detto Simona Caselli, presidente di Granlatte, la cooperativa di allevatori che controlla la Granarolo. I soci avevano presentato tre progetti nell’ambito del bando per i contratti di filiera, uno dei cinque capitoli in cui si declina il Pnrr per l’agricoltura. Granlatte non è stata l’unica a fare ricorso contro la graduatoria: « Siamo una cinquantina » , ha ricorda Caselli, che è anche capo Affari europei per la Legacoop agroalimentare. Sui ricorsi, il Tar è chiamato ad esprimersi entro maggio. « Il problema - ricorda Caselli - è che nel frattempo i tassi di interesse sono aumentati, e non è detto che tutti i progetti presentati alla pubblicazione del bando siano giudicati bancabili anche al giorno d’oggi » . Il rischio, insomma, è che qualche soggetto sia costretto a rinunciare.
Anche il bando per l’agrivoltaico, la cui dotazione iniziale di 1,5 miliardi è stata aumentata di ulteriori 850 milioni di euro, presenta qualche difficoltà: « Non bisogna sottovalutare - ha detto Marco Caprai, componente della giunta esecutiva della Confagricoltura - che gli investimenti in innovazione sono onerosi e che le imprese agricole più piccole faticano a sostenerli, nonostante i fondi a disposizione. Per questo, affinchè i contributi del Pnrr restino all’agricoltura e non finiscano con privilegiare altri anelli della filiera agroalimentare, è importante che le piccole imprese facciano aggregazione » .
Una parte dei finanziamenti Pnrr all’agricoltura passa anche attraverso l’Ismea, che gestisce il Fondo rotativo dei contratti di filiera. « È vero che ci sono state difficoltà - sostiene la direttrice generale, Maria Chiara Zaganelli - ma è anche vero che una parte dei progetti entrati in graduatoria ha già cominciato la messa a terra e saprà spendere i fondi nei tempi richiesti » .