Sisto: « Ora più magistrati nelle sedi in affanno »
« Garantire la produttività a mezzo della continuità. Si tratta di una ventata di ottimismo nel pianeta giustizia che non penalizza i diritti » . Per il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, sarà questo l’impatto finale del Pnrr in ambito giudiziario.
Intervenendo all’evento “Obiettivo crescita 2024”, Sisto ha riepilogato il ventaglio di strumenti messi in campo dal Governo per raggiungere i target previsti al capitolo giustizia, in particolare quelli sulla riduzione dell’arretrato civile: riveduti e corretti con la rimodulazione del Piano, distinguendo tra arretrato civile pre e post pandemia, ma comunque impegnativi. Il viceministro ha ricordato innanzitutto lo sforzo sul reclutamento: « Il Governo ha prorogato al 30 giugno 2026 il personale assunto per il Pnrr e già in servizio, per non perdere professionalità già formate. Inoltre è stato avviato un secondo ciclo di assunzioni di 3.900 persone, sempre con contratto a tempo determinato per due anni, per potenziare gli Uffici del processo. L’avviso è stato pubblicato il 5 aprile » .
L’ultima novità è arrivata con un emendamento del relatore al decreto Pnrr all’esame della commissione Bilancio della Camera: l’applicazione extradistrettuale fino a fine
Piano di un massimo di 60 magistrati che esercitano in sedi virtuose nella definizione dei procedimenti verso sedi periferiche in affanno, individuate dal Csm. con la previsione di punteggi aggiuntivi e riconoscimenti economici per lo spostamento. « Così il mondo della giustizia non è più diviso in spicchi e feudi, ma diventa un sistema di reciproco aiuto che serve a raggiungere gli obiettivi » , ha sottolineato Sisto. Senza nascondere le possibili criticità, a partire dal rischio che gli uffici efficienti possano perdere terreno. Ma ogni azione per avvicinarci ai target è utile. Al primo check mancano solo otto mesi: entro dicembre va ridotto del 95% il numero delle cause pendenti al 2019 da più di tre anni presso i Tribunali civili ( 337.740) e da più di due anni presso le Corti d’appello ( 98.371).