Mattarella: libertà religiosa alla base della Costituzione
Gli auguri per la fine del Ramadan. « Mutuo rispetto tra fedi necessario alla coesione » e per allontanare radicalismi. « Educare i giovani alla reciproca comprensione »
Accade ogni anno che, alla fine del Ramadan, dal capo dello Stato arrivino gli auguri per chi professa la fede islamica. Quindi non è la prima volta ma questa scadenza è stata preceduta da polemiche politiche piuttosto veementi innescate da alcuni casi di cronaca come, per esempio, la scuola di Pioltello che è rimasta chiusa visto l’alto numero di studenti di religione islamica. Già Mattarella aveva risposto a una lettera della vice- preside dell’Istituto apprezzando il lavoro degli insegnanti e ieri, nel suo messaggio, si è attenuto a quello che è il suo ruolo, far rispettare la Carta. « La Costituzione ci ricorda che tutte le confessioni religiose sono libere davanti alla legge, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. La libertà religiosa è uno dei fondamenti della convivenza » . Ricorda, insomma, che il rispetto non è fine a se stesso ma è necessario per una « coesione sociale » , quanto mai necessaria di questi tempi.
Qui sta il punto. Che l’integrazione è un passo per allontanare radicalismi, derive terroristiche e dunque chiedere a cittadini stranieri di attenersi ai nostri valori costituzionali va accompagnato al rispetto per il loro credo. E il capo dello Stato sa bene che, in prima linea in questa sfida, ci sono i giovani – e le scuole - per educarli « alla reciproca comprensione » .
L’attualità è poi fatta anche di un quadro internazionale cupo, guardando a quanto succede a Gaza. « Quest’anno - scrive Mattarella - il Ramadan è tristemente coinciso con sofferenze e lutti che affliggono civili innocenti in diverse parti del mondo, compreso il Medio Oriente » . In conclusione, va detto che questi auguri per la fine del Ramadan, non sono un’eccezione perché, infinite volte, il capo dello Stato - da una posizione laica - ha trovato occasioni per rispettare le festività di varie religioni ( come si sa lui è cattolico praticante). Resta il fatto che il messaggio di ieri incrocia una dialettica iniziata con le parole di Salvini che aveva bollato il caso Pioltello come « un arretramento e una resa all’Islam » e aveva chiesto una percentuale ( 20%) di presenza di alunni stranieri nelle classi. Bene, su questa proposta il capogruppo FdI alla Camera, Foti, in un’intervista aveva ricordato come al Nord sia spesso complicato rispettare questi numeri e dunque la proposta si sarebbe scontrata con la realtà. Proprio ieri, poi, c’è stato il primo via libera a un suo progetto di legge su una stretta ai luoghi di culto sulla base delle compatibilità urbanistiche. E qualche giorno fa il ministro Valditara, in consiglio dei ministri, aveva parlato di una norma allo studio che - guardando a Pioltello – punta a evitare che le scuole autorizzino assenze legate a ricorrenze religiose se non in presenza di accordi tra Stato e confessioni. Ecco, Mattarella ha ricordato a tutti che l’orizzonte resta quello costituzionale.
E c’è pure l’orizzonte dei fatti: ieri è stato presentato al Cnel il primo rapporto sui lavoratori immigrati nell’agroalimentare ( Made in Immigritaly, commissionato da Fai- Cisl) in cui si spiega che il 50% dei lavoratori è immigrato. Uno su due garantisce la produzione di made in Italy