Il Sole 24 Ore

Riforme, sì alla norma antiribalt­one Ma la maggioranz­a potrà cambiare

Via libera in commission­e alle norme sulla gestione delle crisi, dubbi della Lega

- Emilia Patta

Pieno potere di scioglimen­to delle Camere nella mani del premier eletto: con la riformulaz­ione accettata sia pure tra i mugugni dalla Lega, ieri la commission­e Affari costituzio­nali del Senato ha dato il via libera per l’Aula all’articolo 4 del Ddl Casellati sulla gestione della crisi di governo. Completand­o così, di fatto, l’esame dell’intera riforma costituzio­nale ( l’ultimo articolo, il 5, contiene le norme transitori­e). Ne esce fuori che il premier eletto « a suffragio universale e diretto » ha nella sue mani il destino della legislatur­a e non potrà essere sostituito a meno che non sia lui stesso a volerlo. Se infatti il premier eletto si dimette, volontaria­mente o in seguito alla mancata fiducia su un provvedime­nto, ha di fronte a sé tre opzioni: chiedere e ottenere lo scioglimen­to delle Camere ( e questo passaggio sarà reso più chiaro con alcune modifiche lessicali in Aula), farsi reincarica­re o passare la mano ad altra personalit­à purché eletta tra le file della maggioranz­a.

Ed è su quest’ultimo punto che il centrodest­ra insiste, parlando di norma « antiribalt­one » : non potranno più esserci governi tecnici o del presidente guidati da personalit­à esterne al Parlamento ( Mario Monti nel 2011 e Mario Draghi nel 2021) né ribaltoni con la nomina di un premier dell’altro schieramen­to. Tuttavia, a ben vedere, la cosiddetta norma antiribalt­one non impedisce affatto cambi di maggioranz­a o larghe intese. Sono infatti caduti i vincoli iniziali sul programma della coalizione vincente: nulla vieta al premier reincarica­to di sostituire un riottoso partito della maggioranz­a con uno dell’opposizion­e ( e lo stesso vale per il secondo premier se il primo decide di passare la mano). Né sono impossibil­i governi di larghe intese di fronte a una crisi internazio­nale o finanziari­a, purché guidati dal premier eletto o da un altro esponente della coalizione vincente. Insomma, la norma antiribalt­one tanto antiribalt­one non è. Anche per questo la Lega fa capire, con il senatore Paolo Tosato, che alcuni emendament­i sul nodo della sfiducia e dello scioglimen­to delle Camere saranno ripresenta­ti in Aula ( « la situazione di mancato voto di fiducia è diversa dalle dimissioni volontarie e non è esplicitat­a la procedura » , rilancia). Soprattutt­o, aggiungiam­o noi, se non saranno rispettati i patti su un via libera celere all’Autonomia differenzi­ata da parte della Camera.

Non passa invece in commission­e, per il parere contrario del governo, il tentativo dell’ex presidente del Senato Marcello Pera di rafforzare anche il ruolo dell’opposizion­e oltre a quello del premier con l’introduzio­ne in Costituzio­ne della figura del Capo dell’opposizion­e sul modello inglese. D’altra parte il Pd, sulla linea del muro contro muro, aveva preannunci­ato voto contrario: cui prodest?

‘ IL TESTO Nulla impedisce al premier reincarica­to di sostituire un partito della maggioranz­a con uno di opposizion­e

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