Riforme, sì alla norma antiribaltone Ma la maggioranza potrà cambiare
Via libera in commissione alle norme sulla gestione delle crisi, dubbi della Lega
Pieno potere di scioglimento delle Camere nella mani del premier eletto: con la riformulazione accettata sia pure tra i mugugni dalla Lega, ieri la commissione Affari costituzionali del Senato ha dato il via libera per l’Aula all’articolo 4 del Ddl Casellati sulla gestione della crisi di governo. Completando così, di fatto, l’esame dell’intera riforma costituzionale ( l’ultimo articolo, il 5, contiene le norme transitorie). Ne esce fuori che il premier eletto « a suffragio universale e diretto » ha nella sue mani il destino della legislatura e non potrà essere sostituito a meno che non sia lui stesso a volerlo. Se infatti il premier eletto si dimette, volontariamente o in seguito alla mancata fiducia su un provvedimento, ha di fronte a sé tre opzioni: chiedere e ottenere lo scioglimento delle Camere ( e questo passaggio sarà reso più chiaro con alcune modifiche lessicali in Aula), farsi reincaricare o passare la mano ad altra personalità purché eletta tra le file della maggioranza.
Ed è su quest’ultimo punto che il centrodestra insiste, parlando di norma « antiribaltone » : non potranno più esserci governi tecnici o del presidente guidati da personalità esterne al Parlamento ( Mario Monti nel 2011 e Mario Draghi nel 2021) né ribaltoni con la nomina di un premier dell’altro schieramento. Tuttavia, a ben vedere, la cosiddetta norma antiribaltone non impedisce affatto cambi di maggioranza o larghe intese. Sono infatti caduti i vincoli iniziali sul programma della coalizione vincente: nulla vieta al premier reincaricato di sostituire un riottoso partito della maggioranza con uno dell’opposizione ( e lo stesso vale per il secondo premier se il primo decide di passare la mano). Né sono impossibili governi di larghe intese di fronte a una crisi internazionale o finanziaria, purché guidati dal premier eletto o da un altro esponente della coalizione vincente. Insomma, la norma antiribaltone tanto antiribaltone non è. Anche per questo la Lega fa capire, con il senatore Paolo Tosato, che alcuni emendamenti sul nodo della sfiducia e dello scioglimento delle Camere saranno ripresentati in Aula ( « la situazione di mancato voto di fiducia è diversa dalle dimissioni volontarie e non è esplicitata la procedura » , rilancia). Soprattutto, aggiungiamo noi, se non saranno rispettati i patti su un via libera celere all’Autonomia differenziata da parte della Camera.
Non passa invece in commissione, per il parere contrario del governo, il tentativo dell’ex presidente del Senato Marcello Pera di rafforzare anche il ruolo dell’opposizione oltre a quello del premier con l’introduzione in Costituzione della figura del Capo dell’opposizione sul modello inglese. D’altra parte il Pd, sulla linea del muro contro muro, aveva preannunciato voto contrario: cui prodest?
‘ IL TESTO Nulla impedisce al premier reincaricato di sostituire un partito della maggioranza con uno di opposizione