Ferretti ( Ibc): « La burocrazia pesa sull’industria del largo consumo »
Le imprese della filiera chiedono di snellire il carico burocratico e normativo Risparmi con l’adozione degli standard digitali Più flessibilità nel lavoro
Mettere in campo una serie di interventi per dare più efficienza e competitività all’intera filiera dei beni del largo consumo. Questo il punto chiave su cui Flavio Ferretti, presidente Ibc, l’associazione delle industrie dei beni di consumo cui fanno capo oltre 35mila imprese con un giro d’affari al consumo di circa 450 miliardi, questa mattina aprirà i lavori dell’assemblea a cui sarà presente Valentino Valentini, vice ministro delle Imprese e del made in Italy. « Bene il tavolo di filiera aperto al Mimit ma è il momento di mettere in campo politiche per la crescita con interventi per dare efficienza all’intera filiera - anticipa Ferretti –. Porteremo le nostre proposte al ministero per poi condividere le valutazioni e individuare le soluzioni » .
Le proposte puntano a snellire il carico burocratico e normativo che grava sull’intera filiera e un maggiore ricorso alla digitalizzazione. « Basterebbe applicare gli standard Gs1 ed Ecr per avere una buona deburocratizzazione mentre l’adozione della “Prova di consegna digitale” permette di abbattere i tempi e i costi di consegna rendendo più semplice l’attività di controllo, con un taglio dell’ 80% dei contenziosi » , rimarca il presidente di Ibc.
In altre parole forse è venuto il momento di pensionare i moduli cartacei del documenti di trasporto per passare al digitale sulla falsariga di quanto si fece qualche lustro fa con la fatturazione elettronica. Grazie all’adozione delle soluzioni di Gs1 ed Ecr Italia la parte della logistica nell’arco dell’ultimo decennio ha migliorato l’efficienza ottenendo miglioramenti per circa 160 milioni di euro con il risparmio di circa 450mila viaggi l’anno. « Basta adottare le soluzioni già in uso in Europa per colmare questi gap competitivi » incalza Ferretti.
La filiera soffre inoltre per i lunghi tempi per lo sdoganamento delle merci. « I tempi si sono dilatati e tra ritardi, controlli e burocrazia si perdono un paio di settimane contro i zero problemi di Rotterdam. Questo è un servizio che deve essere fornito » . Da qui la richiesta del potenziamento del personale impegnato nei controlli delle merci in entrata.
La filiera chiede inoltre la semplificazione urgente degli iter autorizzativi per la realizzazione di nuove infrastrutture logistiche, l’armonizzazione delle normative locali e la semplificazione dei processi doganali. Inoltre i contratti di lavoro dovrebbero evolvere per favorire la flessibilità, le assunzioni e garantire il pieno rispetto delle regole a tutela dei lavoratori.
Ferretti sottolinea come tutte le proposte siano state condivise che le associazioni della filiera del largo consumo, tra cui l’Associazione distribuzione moderna ( Adm) e Assologistica, per presentarsi al tavolo ministeriale con una posizione comune per poi avviare la fase concreta di cambiamento. « Vogliano fare diventare gli incontri dei momenti propedeutici per arrivare a delle soluzioni concrete perché tutte le nostre aziende sono in profonda difficoltà - sottolinea il presidente - perché le marginalità si sono dimezzate. Questa diminuzione si legge sui bilanci di tutta la filiera ( industria, servizi e moderna distribuzione ndr). Per questo cerchiamo di lavorare insieme per trovare percorsi che portino a una maggiore efficienza lavorando insieme con le istituzioni per trovare soluzioni all’interno della filiera, senza bisogno di interventi del governo » .
Considerando l’eterogeneità delle imprese coinvolte, circa 25mila sono Pmi, verrà organizzato un tour sul territorio per formare e informare queste aziende generalmente poco strutturare e poco propense ai cambiamenti.
Nel corso del convegno odierno sono previsti degli approfondimenti e un dibattito perché « l’obiettivo comune è di mettere a terra tutto quanto sarà necessario fare per raggiungere questa maggiore efficienza che permetterà di recuperare quella marginalità che ci aiuterà a mantenere i livelli occupazionali, ad aumentarli e a continuare ad investire in ricerca e sviluppo, requisito indispensabile per continuare a essere competitivi sui mercati - conclude il presidente di Ibc -. Poi tutta la filiera beneficerà di un salto epocale grazie all’adozione dei nuovi standard » .
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Bene il tavolo di filiera aperto al Mimit ma è il momento di mettere in campo politiche per la crescita