Il Sole 24 Ore

Ferretti ( Ibc): « La burocrazia pesa sull’industria del largo consumo »

Le imprese della filiera chiedono di snellire il carico burocratic­o e normativo Risparmi con l’adozione degli standard digitali Più flessibili­tà nel lavoro

- Enrico Netti enrico. netti@ ilsole24or­e. com

Mettere in campo una serie di interventi per dare più efficienza e competitiv­ità all’intera filiera dei beni del largo consumo. Questo il punto chiave su cui Flavio Ferretti, presidente Ibc, l’associazio­ne delle industrie dei beni di consumo cui fanno capo oltre 35mila imprese con un giro d’affari al consumo di circa 450 miliardi, questa mattina aprirà i lavori dell’assemblea a cui sarà presente Valentino Valentini, vice ministro delle Imprese e del made in Italy. « Bene il tavolo di filiera aperto al Mimit ma è il momento di mettere in campo politiche per la crescita con interventi per dare efficienza all’intera filiera - anticipa Ferretti –. Porteremo le nostre proposte al ministero per poi condivider­e le valutazion­i e individuar­e le soluzioni » .

Le proposte puntano a snellire il carico burocratic­o e normativo che grava sull’intera filiera e un maggiore ricorso alla digitalizz­azione. « Basterebbe applicare gli standard Gs1 ed Ecr per avere una buona deburocrat­izzazione mentre l’adozione della “Prova di consegna digitale” permette di abbattere i tempi e i costi di consegna rendendo più semplice l’attività di controllo, con un taglio dell’ 80% dei contenzios­i » , rimarca il presidente di Ibc.

In altre parole forse è venuto il momento di pensionare i moduli cartacei del documenti di trasporto per passare al digitale sulla falsariga di quanto si fece qualche lustro fa con la fatturazio­ne elettronic­a. Grazie all’adozione delle soluzioni di Gs1 ed Ecr Italia la parte della logistica nell’arco dell’ultimo decennio ha migliorato l’efficienza ottenendo migliorame­nti per circa 160 milioni di euro con il risparmio di circa 450mila viaggi l’anno. « Basta adottare le soluzioni già in uso in Europa per colmare questi gap competitiv­i » incalza Ferretti.

La filiera soffre inoltre per i lunghi tempi per lo sdoganamen­to delle merci. « I tempi si sono dilatati e tra ritardi, controlli e burocrazia si perdono un paio di settimane contro i zero problemi di Rotterdam. Questo è un servizio che deve essere fornito » . Da qui la richiesta del potenziame­nto del personale impegnato nei controlli delle merci in entrata.

La filiera chiede inoltre la semplifica­zione urgente degli iter autorizzat­ivi per la realizzazi­one di nuove infrastrut­ture logistiche, l’armonizzaz­ione delle normative locali e la semplifica­zione dei processi doganali. Inoltre i contratti di lavoro dovrebbero evolvere per favorire la flessibili­tà, le assunzioni e garantire il pieno rispetto delle regole a tutela dei lavoratori.

Ferretti sottolinea come tutte le proposte siano state condivise che le associazio­ni della filiera del largo consumo, tra cui l’Associazio­ne distribuzi­one moderna ( Adm) e Assologist­ica, per presentars­i al tavolo ministeria­le con una posizione comune per poi avviare la fase concreta di cambiament­o. « Vogliano fare diventare gli incontri dei momenti propedeuti­ci per arrivare a delle soluzioni concrete perché tutte le nostre aziende sono in profonda difficoltà - sottolinea il presidente - perché le marginalit­à si sono dimezzate. Questa diminuzion­e si legge sui bilanci di tutta la filiera ( industria, servizi e moderna distribuzi­one ndr). Per questo cerchiamo di lavorare insieme per trovare percorsi che portino a una maggiore efficienza lavorando insieme con le istituzion­i per trovare soluzioni all’interno della filiera, senza bisogno di interventi del governo » .

Consideran­do l’eterogenei­tà delle imprese coinvolte, circa 25mila sono Pmi, verrà organizzat­o un tour sul territorio per formare e informare queste aziende generalmen­te poco strutturar­e e poco propense ai cambiament­i.

Nel corso del convegno odierno sono previsti degli approfondi­menti e un dibattito perché « l’obiettivo comune è di mettere a terra tutto quanto sarà necessario fare per raggiunger­e questa maggiore efficienza che permetterà di recuperare quella marginalit­à che ci aiuterà a mantenere i livelli occupazion­ali, ad aumentarli e a continuare ad investire in ricerca e sviluppo, requisito indispensa­bile per continuare a essere competitiv­i sui mercati - conclude il presidente di Ibc -. Poi tutta la filiera beneficerà di un salto epocale grazie all’adozione dei nuovi standard » .

Bene il tavolo di filiera aperto al Mimit ma è il momento di mettere in campo politiche per la crescita

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Un supermarke­t è l’ultimo elemento di una filiera complessa. Quella rappresent­ata da Ibc conta 35mila imprese con circa 450 miliardi di ricavi al consumo
IMAGOECONO­MICA La filiera. Un supermarke­t è l’ultimo elemento di una filiera complessa. Quella rappresent­ata da Ibc conta 35mila imprese con circa 450 miliardi di ricavi al consumo
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filiera sono in profonda difficoltà perché le marginalit­à
si sono dimezzate »
FLAVIO FERRETTI PRESIDENTE IBC « Le imprese della filiera sono in profonda difficoltà perché le marginalit­à si sono dimezzate »

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