Il Sole 24 Ore

Legge Sabatini, un aiuto per la capitalizz­azione

Dalle Pmi un aumento L’incremento deve essere sottoscrit­to nei trenta giorni dopo l’erogazione dei fondi

- Di capitale pari almeno al 30% del finanziame­nto Pagina a cura di Roberto Lenzi

Sabatini, al via gli incentivi per favorire la capitalizz­azione delle piccole e medie imprese ma attenzione ai vincoli.

Le Pmi che vogliono richiedere il contributo devono essere costituite come società di capitali e i loro soci e amministra­tori non devono avere condanne penali.

Per beneficiar­e dell’agevolazio­ne le imprese devono presentare la richiesta di contributo per aumento di capitale abbinata a un progetto di investimen­ti. Questo è quanto previsto dal decreto 43/ 2024 del 19 gennaio, pubblicato il 5 aprile sulla Gazzetta ufficiale.

L’aumento del capitale sociale Entro la data di presentazi­one della domanda di contributo, la Pmi deve aver deliberato un aumento del capitale sociale in misura non inferiore al 30% dell’importo del finanziame­nto.

L’aumento di capitale può essere effettuato esclusivam­ente nella forma del conferimen­to in denaro e deve risultare dalla delibera adottata dalla Pmi come « versamento in conto aumento capitale » .

A pena di revoca del contributo, l’aumento di capitale deve essere sottoscrit­to dalla Pmi entro trenta giorni successivi alla concession­e del contributo.

Entro la stessa data, la Pmi deve versare almeno il 25% dell’aumento di capitale, oltre l’intero valore del sovrapprez­zo delle azioni, se previsto. La parte non versata deve risultare effettuata entro la data di presentazi­one delle singole richieste di erogazione del contributo, in misura almeno proporzion­ale alle quote dell’aiuto stesso e secondo quanto espressame­nte previsto dal provvedime­nto di concession­e.

L’incentivo

Il contributo concesso alle Pmi per la capitalizz­azione viene incrementa­to in base all’aumento del capitale sociale. Le micro e piccole imprese ricevono un sostegno parametrat­o a una riduzione degli interessi su un tasso del 5%, per le medie imprese invece il tasso è parametrat­o a una riduzione del 3,575 per cento.

L’agevolazio­ne non sembra particolar­mente stimolante consideran­do che i rimborsi su una normale operazione Sabatini di investimen­to corrispond­ono al 2,75% per gli investimen­ti in beni strumental­i e del 3,575% per gli investimen­ti 4.0 e gli investimen­ti green.

L’erogazione del contributo è subordinat­a al versamento dell’aumento di capitale secondo le modalità previste dal decreto. In caso di mancato adempiment­o da parte della Pmi beneficiar­ia, questa non può richiedere la conversion­e dell’istanza nella domanda ordinaria di accesso al contributo.

Le Pmi interessat­e devono presentare domanda di contributo utilizzand­o schemi ad hoc non ancora disponibil­i e sono tenute ad allegare una dichiarazi­one che attesti l’avvenuta adozione della delibera di aumento del capitale sociale.

Le condizioni

Consideran­do che l’incentivo per l’aumento di capitale è legato all’acquisto di macchinari, le revoche sono legate anche a questi beni.

Se vengono alienati, ceduti o distratti dall’uso produttivo previsto nei tre anni successivi alla data di ultimazion­e del programma, anche a seguito di liquidazio­ne volontaria o di procedure concorsual­i con finalità liquidator­ie scatta la revoca dell’incentivo.

La revoca scatta anche se le spese relative a macchinari, impianti e attrezzatu­re sono state effettuate con permuta e contributi in natura oppure se emerge in sede di controllo che la Pmi beneficiar­ia abbia fruito di agevolazio­ni pubbliche concesse per gli stessi beni e per le stesse spese oltre i limiti delle intensità massime di aiuto o dell’importo di aiuto più elevati applicabil­i.

Stessa sorte se la Pmi beneficiar­ia non ottempera all’obbligo di apporre sui titoli di spesa il codice unico di progetto ( Cup) e il riferiment­o alla norma.

L’attuale stanziamen­to ammonta a 80 milioni.

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