Meloni riceve Michel: dalla Ue priorità a competitività, migranti e difesa
Il presidente del Consiglio Ue: La guida della Commissione? Dopo il voto
L’incontro tra Giorgia Meloni e Charles Michel dura poco più di un’ora. Un tête- à- tête quello tra la premier e il presidente del Consiglio europeo utile a fare il punto in vista in vista dell’ultimo appuntamento dei 27 a Bruxelles la prossima settimana, ma soprattutto a sondarsi reciprocamente sulla futura Agenda strategica a cui sono legate anche le alleanze post elettorali. In ballo c’è anzitutto il prossimo governo dell’Unione, a partire dalla presidenza della Commissione. Le trattative sono infatti già in corso e al momento vedono in discesa le quotazioni del bis di Ursula von der Leyen, candidata dal Ppe.
Saranno i risultati dell’ 8- 9 giugno a dare « l’orientamento politico del futuro progetto europeo » , ha detto Michel subito dopo l’incontro a Palazzo Chigi a chi gli chiedeva se fosse plausibile l’eventuale candidatura di Mario Draghi. Al momento non c’è nulla di concreto e eventualmente si paleserà solo in caso di stallo. Il verdetto delle urne come sempre sarà decisivo anche se difficilmente stravolgerà gli attuali equilibri che vedono ancora i Popolari asse centrale di qualunque maggioranza. Tant’è che tra i nomi attenzionati per guidare la Commissione c’è anche l’attuale presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, ma anche il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, leader di Forza Italia, unico partito italiano che fa parte del Ppe.
Al di là dei nomi è però sulle convergenze già in atto che si intravedono le possibili alleanze. Meloni in una nota diffusa dopo il faccia a faccia con Michel ribadisce che tra le « priorità d’azione della Ue » ci dovrà essere « il rafforzamento della competitività e della resilienza economica europea » , « la gestione comune del fenomeno migratorio » , « la collaborazione su difesa e sicurezza » oltre a « la politica di allargamento » . Sul fronte economico nell’ultimo anno e mezzo Fdi e Popolari in più occasioni si sono ritrovati dalla stessa parte così come sui migranti. L’ultimo esempio è il voto a Strasburgo mercoledì sul nuovo Patto per l’asilo votato sia dal Ppe ( e quindi anche da Fi) che da Fdi ma non invece dalla Lega. E ieri Michel ci è tornato facendo esplicito riferimento all’intesa con Meloni oltre che sul Patto anche sul fronte - assai sentito a Roma - del « rafforzamento del partenariato con i Paesi terzi » . Un rafforzamento che Meloni è intenzionata ad intensificare tant’è che mercoledì mattina, prima di arrivare a Bruxelles per il Consiglio europeo farà una tappa in Tunisia per un nuovo incontro con il presidente Kais Saied.
Nel frattempo da Palazzo Chigi rilanciano il tema di « risorse comuni adeguate » per fronteggiare gli investimenti necessari sia per la competitività del sistema europeo che per la difesa ma anche per la gestione del fenomeno migratorio nella quale rientrano le partnership con i Paesi di partenza e transito dei migranti. Nulla dice invece la premier sull’ipotesi - avanzata dal ministro dell’Economia Giorgetti - del possibile rinvio a dopo il 2026 dei progetti finanziati dal Pnrr. Michel interpellato in proposito si è limitato a predicare « cautela » e a rinviare a « dopo il voto » anche questo dossier.