La sfida è arginare lo spopolamento
Territorio in ritardo sulle infrastrutture, ma avanti su energia e rinnovabili
Cresce l’attesa per le regionali in Basilicata il 21 e 22 aprile. Nonostante con i suoi quasi 534mila abitanti sia più piccola dell’intera città di Genova, le tensioni nel centrosinistra sulla candidatura rendono le consultazioni un test nazionale importante. Consultazioni rese più tese ieri dalle verifiche fatte dalla commissione Antimafia: sono cinque i candidati « impresentabili » in corsa per il Consiglio regionale, tre nel centrodestra e due nel centrosinistra. A fronteggiare l’attuale governatore di centrodestra Vito Bardi ( Fi), sostenuto anche dai renziani di Italia Viva e Azione di Carlo Calenda, sarà, dopo colpi di scena e passi indietro, Piero Marrese ( Pd), sostenuto anche dal 5S e sinistra.
La Basilicata che andrà al voto è una regione con molti problemi, dallo spopolamento alla mancanza di infrastrutture, ma anche punti di forza, dall’energia alle rinnovabili fino all’agroalimentare. Secondo Prometeia, la crescita del Pil della Basilicata nel 2024 dovrebbe assestarsi allo 0,1% ( 0,4% in Italia). Nel 2022 il Pil pro capite regionale era di 24mila euro, più della media del Sud ( 19.850) ma sotto la media italiana ( 30mila).
Dal 2019, la regione ha perso quasi 25mila residenti (- 4,5%), come se Potenza avesse perso in 5 anni poco meno del 40% della propria popolazione. Un calo che ha interessato anche le imprese attive (- 1,5%, contro il - 0,8% in Italia). Secondo il libro bianco della Camera di Commercio della Basilicata e Uniontrasporti, che ha calcolato un indice sulle infrastrutture di trasporto e logistiche, fatto 100 il valore dell’Italia, la Basilicata è a 64,2, davanti solo a Sardegna, Valle d’Aosta e Molise. Portare a compimento le opere prioritarie, tra già avviate e non ( dalla riqualificazione della strada statale Basentana alla realizzazione della ferrovia Ferrandina- Matera La Martella) costa 1,7 miliardi.
Sulla Basilicata pesa poi il tema dell’impegno di Stellantis in Italia. L’indotto dell’automotive regionale ruota quasi esclusivamente intorno allo stabilimento di Melfi, che impiega circa 9mila lavoratori tra diretti ( quasi 5.700) e indiretti. La Magneti Marelli, che ha importanti commesse con Stellantis, ha di recente confermato i propri investimenti in Basilicata ( 16 milioni). L’automotive è stato responsabile nel 2023 di quasi due terzi dell’export regionale. Un export regionale che dal 2019 al 2023 è crollato del 13,3% contro un + 30,4% del totale Italia.
Eppure la regione ha molte eccellenze. In primis nel comparto energetico. In Basilicata si è estratto nel 2023 il 73% del gas naturale ricavato a terra in Italia e il 92% del greggio. Le compensazioni ambientali versate dalle compagnie petrolifere hanno permesso di abbattere la bolletta energetica alle famiglie lucane, tanto che Confindustria Basilicata chiede di estendere lo sconto anche alle imprese. Ma anche sulle rinnovabili la regione è avanti, riuscendo a coprire con esse il 90,8% del fabbisogno elettrico regionale ( 1° posto in Italia). C’è poi l’agroalimentare ( al secondo posto dell’export regionale): la Ferrero ha investito 50 milioni in Basilicata. Infine il turismo, che sta crescendo: gli arrivi sono saliti del 20% nel 2023 ( ma ancora a - 4,7% rispetto al 2019), con il numero di esercizi ricettivi aumentati dell’ 8,1% in un anno, superando il dato del 2019.