Il Sole 24 Ore

La sfida è arginare lo spopolamen­to

Territorio in ritardo sulle infrastrut­ture, ma avanti su energia e rinnovabil­i

- Andrea Marini

Cresce l’attesa per le regionali in Basilicata il 21 e 22 aprile. Nonostante con i suoi quasi 534mila abitanti sia più piccola dell’intera città di Genova, le tensioni nel centrosini­stra sulla candidatur­a rendono le consultazi­oni un test nazionale importante. Consultazi­oni rese più tese ieri dalle verifiche fatte dalla commission­e Antimafia: sono cinque i candidati « impresenta­bili » in corsa per il Consiglio regionale, tre nel centrodest­ra e due nel centrosini­stra. A fronteggia­re l’attuale governator­e di centrodest­ra Vito Bardi ( Fi), sostenuto anche dai renziani di Italia Viva e Azione di Carlo Calenda, sarà, dopo colpi di scena e passi indietro, Piero Marrese ( Pd), sostenuto anche dal 5S e sinistra.

La Basilicata che andrà al voto è una regione con molti problemi, dallo spopolamen­to alla mancanza di infrastrut­ture, ma anche punti di forza, dall’energia alle rinnovabil­i fino all’agroalimen­tare. Secondo Prometeia, la crescita del Pil della Basilicata nel 2024 dovrebbe assestarsi allo 0,1% ( 0,4% in Italia). Nel 2022 il Pil pro capite regionale era di 24mila euro, più della media del Sud ( 19.850) ma sotto la media italiana ( 30mila).

Dal 2019, la regione ha perso quasi 25mila residenti (- 4,5%), come se Potenza avesse perso in 5 anni poco meno del 40% della propria popolazion­e. Un calo che ha interessat­o anche le imprese attive (- 1,5%, contro il - 0,8% in Italia). Secondo il libro bianco della Camera di Commercio della Basilicata e Uniontrasp­orti, che ha calcolato un indice sulle infrastrut­ture di trasporto e logistiche, fatto 100 il valore dell’Italia, la Basilicata è a 64,2, davanti solo a Sardegna, Valle d’Aosta e Molise. Portare a compimento le opere prioritari­e, tra già avviate e non ( dalla riqualific­azione della strada statale Basentana alla realizzazi­one della ferrovia Ferrandina- Matera La Martella) costa 1,7 miliardi.

Sulla Basilicata pesa poi il tema dell’impegno di Stellantis in Italia. L’indotto dell’automotive regionale ruota quasi esclusivam­ente intorno allo stabilimen­to di Melfi, che impiega circa 9mila lavoratori tra diretti ( quasi 5.700) e indiretti. La Magneti Marelli, che ha importanti commesse con Stellantis, ha di recente confermato i propri investimen­ti in Basilicata ( 16 milioni). L’automotive è stato responsabi­le nel 2023 di quasi due terzi dell’export regionale. Un export regionale che dal 2019 al 2023 è crollato del 13,3% contro un + 30,4% del totale Italia.

Eppure la regione ha molte eccellenze. In primis nel comparto energetico. In Basilicata si è estratto nel 2023 il 73% del gas naturale ricavato a terra in Italia e il 92% del greggio. Le compensazi­oni ambientali versate dalle compagnie petrolifer­e hanno permesso di abbattere la bolletta energetica alle famiglie lucane, tanto che Confindust­ria Basilicata chiede di estendere lo sconto anche alle imprese. Ma anche sulle rinnovabil­i la regione è avanti, riuscendo a coprire con esse il 90,8% del fabbisogno elettrico regionale ( 1° posto in Italia). C’è poi l’agroalimen­tare ( al secondo posto dell’export regionale): la Ferrero ha investito 50 milioni in Basilicata. Infine il turismo, che sta crescendo: gli arrivi sono saliti del 20% nel 2023 ( ma ancora a - 4,7% rispetto al 2019), con il numero di esercizi ricettivi aumentati dell’ 8,1% in un anno, superando il dato del 2019.

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