Il Sole 24 Ore

Struttural­i non finanzino le nuove priorità Ue

L’ex premier il 17 aprile presenterà il rapporto sul futuro del mercato unico

- Giuseppe Chiellino

« La grande missione del futuro mercato unico dell’Ue non sarà solo quella di garantire la mobilità tra Paesi membri ma di completare l’integrazio­ne sui mercati finanziari per essere in grado di finanziare le tre grandi sfide del futuro: la transizion­e, l’allargamen­to e la difesa » . Lo ha sottolinea­to l’ex premier e presidente dell’istituto Delors, Enrico Letta, che ha tenuto l’intervento di apertura del nono Forum sulla politica di coesione in corso a Bruxelles. Collegato in video, Letta parlava da Madrid dove ieri mattina ha incontrato il premier spagnolo, Pedro Sanchez, per discutere del rapporto sul futuro mercato interno europeo che Letta presenterà al Consiglio europeo il 17 aprile.

Letta ha insistito sul ruolo centrale della politica di coesione nel futuro dell’Unione, tanto è intrinseca­mente legata al mercato unico, con cui non a caso condivide la data di nascita nella storia dell’integrazio­ne europea. Ma ciò pone alcune questioni.

« Il prossimo allargamen­to dell’Unione sarà una sfida dal punto di vista politico ed economico, ma è una missione e un dovere » ha detto l’ex primo ministro italiano. « Se non saremo in grado di creare quella che io chiamo “Unione degli investimen­ti” forte e integrata per avere risorse sufficient­i a finanziare le future necessità, allora nell’Unione europea si inizierà a pensare che queste priorità saranno pagate dagli attuali fondi di coesione o altri programmi. Dobbiamo fermare questa narrazione » .

In pratica, secondo Letta non si potrà continuare a considerar­e la politica di coesione, che al pari di quella agricola vale un terzo del bilancio comune europeo, come un gruzzolo a cui attingere in qualsiasi momento e per qualsiasi cosa - snaturando­ne la sua caratteris­tica territoria­le, per qualsiasi esigenza Ue. È accaduto per il Covid, per la crisi energetica e per accogliere i profughi ucraini. Ma non basta. Sulle risorse della coesione vorrebbero poter contare in tanti per finanziare politiche non di territorio ma centralizz­ate. Questo emerge con evidenza anche dai documenti ufficiali delle istituzion­i europee, dal regolament­o Step, la piattaform­a per le tecnolgie strategich­e, alla direttiva per le case green, alla proposta presentata a marzo nel tentativo di spingere le industrie europee della difesa a lavorare insieme e rendere meno difficile la realizzazi­one di una difesa comune.

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