Italia e Cina, riparte la diplomazia economica
Antonio Tajani accoglie il ministro Wang Wentao nella città di Marco Polo
La diplomazia economica tra Italia e Cina riparte da Verona, sede della 15esima Commissione economica mista e, oggi, del Forum di dialogo imprenditoriale bilaterale presieduto da Bank of China e CDP, con la partecipazione delle aziende top dei due Paesi. Sbarco simbolico delle delegazioni a Venezia, a 700 anni dalla scomparsa di Marco Polo, l’esploratore icona dei rapporti con la Cina. « Sulla cui scia l’Italia riprende il confronto commerciale al massimo livello » , ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ricordando che « questa due giorni è il primo grande appuntamento bilaterale del 2024, in un anno che vedrà anche le visite in Cina del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del presidente della Repubblica Sergio Mattarella » .
Quello tra Antonio Tajani e Wang Wentao, molto stimato dal segretario generale Xi Jinping e accompagnato nella visita dall’ambasciatore Jia Guide, è il secondo incontro dai colloqui di Pechino per il Comitato Governativo del 4 settembre 2023.
« Nel ventesimo anniversario del Partenariato Strategico Globale - ha aggiunto il ministro Tajani - c’è la conferma della nostra comune volontà di rafforzare in maniera concreta la cooperazione economico- commerciale e il dialogo politico. Penso anche alla dimensione culturale, strettamente connessa a quella economica » .
La Cina è partner economicocommerciale strategico per l’Italia, non ci piove, ma attenti alle cifre: l’interscambio nel 2023 è stato di quasi 67 miliardi di export, mentre le nostre esportazioni hanno raggiunto il record di oltre 19 miliardi.
« Vuol dire che le nostre imprese credono nella Cina e che il pubblico cinese vuole più Italia. Potremo così riequilibrare la nostra bilancia commerciale » , ha precisato Tajani. « Perché nel 2023 il nostro disavanzo commerciale si è ridotto ma resta al 148% del nostro export, l’impegno del Governo italiano per far conoscere sempre di più il Made in Italy è molto forte e la Cina può aiutarci » .
Oggi gli investimenti italiani in Cina sono in crescita, oltre 13 miliardi di euro. Investono STMicroelectronics nei semiconduttori e Stellantis nei veicoli elettrici, mentre gli investimenti cinesi in Italia sono a 4,9 miliardi di euro, in calo.
Ai problemi vecchi su IP, status dell’ICE, agroalimentare, cosmetici e dispositivi medici, si affianca la buona volontà sulle esposizioni fieristiche, ICE- ITA sta organizzando la partecipazione italiana a 19 eventi in Cina e quella cinese a 25 fiere in Italia. I flussi turistici dopo il Covid sono ripartiti, ma i voli diretti, per ora, sono solo su Roma Fiumicino e Milano Malpensa. Certo, Cina vuol dire anche sussidi ai veicoli elettrici, indicazioni geografiche tipiche da definire e Golden power da dipanare. Come quella su Pirelli, per Tajani « un passaggio obbligato, nella trasparenza, non discriminatorio, sul quale attendiamo di conoscere la valutazione della Consob, organo di vigilanza indipendente » .