In calo (- 7,5%) ma in crescita auto e acciaio
Forte aumento nonostante la frenata complessiva dell’interscambio a marzo
Balza l’export di auto e acciaio della Cina: nel primo trimestre del 2024, le case automobilistiche cinesi hanno venduto all’estero 1,32 milioni di veicoli, con un incremento del 23,9% su base annua. Le dogane di Pechino non hanno indicato quanti di questi veicoli siano elettrici: l’ascesa sui mercati globali della Cina in questo comparto chiave sta alimentando le paure dei competitors occidentali e, insieme al dominio nei pannelli solari, genera tensioni con Stati Uniti ed Europa.
L’export di acciaio è addirittura salito del 30,7%, toccando il record da luglio del 2016: all’epoca, Unione Europea, Stati Uniti e Giappone criticavano la sovrapproduzione cinese, che faceva crollare i prezzi globali. Preoccupazioni riemerse di recente: la crisi immobiliare della Cina ha colpito la domanda interna di acciaio (- 3% nel 2023), spingendo i produttori a cercare sbocco all’estero. La segretaria al Tesoro Usa, Janet Yellen, ne ha fatto uno dei temi principali della sua recente visita a Pechino.
Nel complesso, le esportazioni e le importazioni cinesi sono aumentate dell’ 1,5% su base annua, nel primo trimestre del 2024, nonostante la brusca contrazione nel mese di marzo. Nell’export, il
Con la domanda interna debole, si riaccendono i timori di sovrapproduzione
calo in valore è stato del 7,5% su base annua, il più marcato dall’agosto del 2023 ( l’export verso la Russia è crollato del 15,7%).
Il dato del mese di marzo è indice delle difficoltà dell’economia cinese, ma va letto in controluce, come spiegano gli analisti di Capital Economics: « Nonostante il calo in valore, il volume delle esportazioni è salito a livelli record » , suggerendo che le imprese cinesi stanno continuando a tagliare i prezzi per mantenere i volumi di vendita, in un contesto di domanda interna debole.
Inoltre, il confronto su base annua risente del rimbalzo nel marzo del 2023 (+ 14,8%), al termine di un’ondata di infezioni di Covid- 19.
Martedì prossimo saranno pubblicati i dati sul Pil del primo trimestre: le stime sono per un incremento del 4,6% ed è improbabile che l’impatto del calo dell’export a marzo sia rilevante, dato che la crescita del Pil reale è legata più al volume che al valore, come spiega Tianchen Xu, economista dell’Economist Intelligence Unit.
La flessione dell’export è stata accompagnata da una inaspettata contrazione delle importazioni, diminuite dell’ 1,9% a marzo ( il surplus commerciale si è fermato così sotto 59 miliardi di dollari). Il dato rileva la debolezza della domanda interna, evidenziata anche dalla frenata dei prezzi al consumo a marzo e dalla continua deflazione dei prezzi alla fabbrica.
L’agenzia di rating Fitch ha appena abbassato l’outlook sul rating sovrano della Cina a negativo, citando i rischi per le finanze pubbliche a causa del rallentamento della crescita e dell’aumento del debito pubblico.