Scholz a Pechino per rinsaldare i rapporti con il primo partner
Il cancelliere incontrerà Xi con una folta delegazione di ministri e di imprenditori
L’economia cinese ha bisogno della Germania, per lo sviluppo tecnologico e per il capitale. È questo il messaggio “pragmatico” e affatto scontato che il cancelliere Olaf Scholz intende trasmettere al governo e alle imprese cinesi nella sua visita ufficiale in Cina che dal 13 al 16 aprile lo porterà a Chongqing domani, a Shanghai lunedì e a Pechino martedì, accompagnato da tre ministri ( Agricoltura, Trasporti e Ambiente) e da una nutrita delegazione di imprenditori e aziende.
In contrapposizione rispetto all’acclarata dipendenza della Germania nei confronti della Cina e all’impegno di moderato derisking di Berlino nei confronti di Pechino dopo l’invasione della Russia in Ucraina, Scholz ambisce a colmare il vuoto lasciato dal raffreddamento delle relazioni tra Usa e Giappone da un lato e Cina dall’altro lato. Le imprese tedesche, scoraggiate dagli alti costi dell’energia, delle materie prime e dalla carenza di manodopera in Germania, sono sempre più disposte alla delocalizzazione, e risultano aver potenziato gli investimenti sul territorio cinese: sono oltre 5000 le aziende tedesche attive in Cina, con oltre 1 milione di dipendenti. Nel 2023 la Cina si è confermata primo partner commerciale della Germania, per l’ottavo anno consecutivo, con un interscambio pari a 253,1 miliardi di euro, questa volta solo 700 milioni più elevato dell’import- export tra Germania e Usa: ma l’export tedesco in Cina è calato ai livelli 2014.
Scholz a Pechino incontrerà il presidente Xi Jinping e il primo ministro Li Qiang. Assente il ministro dell’Economia e vicecancelliere Robert Habeck ( Verdi), che sta programmando una sua visita ufficiale in Cina a metà giugno.
Questa settimana la cancelleria ha aperto un conto su Tiktok: un piccolo segnale di apertura, dopo l’ok all’ingresso del colosso statale Cosco nel porto di Amburgo, sia pur con una partecipazione di minoranza. Resta da vedere quale sarà la risposta della Cina alla mano tesa dalla Germania. Pechino teme le barriere Ue su auto elettriche, batterie, pannelli solari, pale eoliche: tutti settori che risultano fortemente sovvenzionati dallo Stato cinese. Il think tank Ifw di Kiel ha calcolato che il 99% delle aziende quotate cinesi riceve sussidi diretti dal governo: la sola BYD è passata da 220 milioni nel 2020 a 2,1 miliardi nel 2022.