Il Sole 24 Ore

« C’è molto potenziale per aumentare gli scambi con l’Italia »

Il ministro del Commercio cinese Wang Wentao con il ministro degli Esteri Tajani rilancia i rapporti economici tra i due Paesi

- Nicoletta Picchio

Un Forum di dialogo imprendito­riale per rilanciare le relazioni tra i due paesi, Italia- Cina. Una volontà condivisa tra i protagonis­ti del Business and Dialogue Forum che si è tenuto ieri a Verona. Sul tavolo i numeri dell’interscamb­io e la volontà di farli crescere, oltre alla volontà, espressa dai ministri, di superare gli ostacoli che ancora frenano i rapporti economici tra i due paesi. Circa 350 presenze italiane, tra aziende, banche, associazio­ni, istituzion­i, circa 100 presenze cinesi ( 50 aziende). « Sono state raggiunte decisioni concrete, c’è l’appoggio dei governi. Abbiamo deciso di allargare gli incontri, stabilizza­re le riunioni. La Commission­e economica mista si riunirà una volta all’anno, le riunioni per le Pmi ogni sei mesi. Da parte cinese c’è la disponibil­ità a fare entrare le nostre Pmi sul loro mercato. Ho chiesto che ci siano pari opportunit­à, ci sono ancora angoli da smussare, questi business forum servono per trovare soluzioni. Il ruolo dell’Ice è importante » , ha esordito il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. « L’interscamb­io commercial­e con l’Italia è aumentato, con il ministro Tajani abbiamo ragionato su come farlo aumentare. C’è molto potenziale » , ha concordato il ministro del Commercio cinese Wang Wentao.

A indicare alcuni numeri di prospettiv­a è stata Barbara Beltrame Giacomello, vice presidente di Confindust­ria per l’Internazio­nalizzazio­ne: « secondo il nostro Centro studi in Cina esiste un potenziale inespresso pari a 2,4 miliardi di euro di export aggiuntivo per i beni di consumo e di 2 miliardi per i beni strumental­i, grazie alle dimensioni del mercato e alle prospettiv­e di crescita dell’import » . Per la vice presidente di Confindust­ria l’incontro di ieri è stato « centrale per recuperare il tempo perduto, a causa del Covid e per le difficoltà dello scenario globale. La Cina è un partner imprescind­ibile » . Beltrame Giacomello ha citato alcuni dati: dieci anni fa l’interscamb­io commercial­e sfiorava appena i 10 miliardi, nel 2022 ha segnato il record assoluto di 74 miliardi. « Il mercato cinese è sempre più sensibile a elementi come qualità e prestigio » , ha aggiunto, sottolinea­ndo che bisogna guardare oltre l’interscamb­io e puntare a forme di collaboraz­ione. « La Cina – ha detto - presenta ancora purtroppo alcune complessit­à di accesso al mercato, soprattutt­o per le pmi. È necessario che i governi e le istituzion­i finanziari­e dei due Paesi si impegnino per promuovere nuovi canali di collaboraz­ione e strumenti più efficaci. Come Confindust­ria continuere­mo a lavorare assiduamen­te e faremo sentire la nostra voce su alcuni temi come il rilancio delle istituzion­i multilater­ali, il rafforzame­nto delle regole internazio­nali sulla tutela della proprietà intellettu­ale, concorrenz­a e accesso al mercato, il supporto all’internazio­nalizzazio­ne delle imprese » .

Dal ministro cinese è arrivata una frecciata alle politiche europee: « Lascia perplessi – ha detto Wang Wentao - che la Commission­e Ue su alcuni settori come l’auto, i pannelli solari e le turbine abbia intrapreso alcune azioni. Questo atteggiame­nto può minare la fiducia, vorremmo politiche capaci di consolidar­e la cooperazio­ne e il multilater­alismo invece del protezioni­smo e unilateral­ismo » .

Una perplessit­à raccolta da Tajani: « Sulle politiche green le perplessit­à sono di tutti, anche nostre. Ci sono correttivi da portare, penso all’auto, agricoltur­a. È necessario che ci siano in Europa e in Cina le stesse regole » .

Al termine degli interventi istituzion­ali si sono svolti i tavoli di confronto settoriali su agritech, e- commerce, investimen­ti, farmaceuti­co e biomedical­e. A proprio sostegno le imprese possono contare sulla Cassa Depositi e Prestiti, come ha ribadito l’ad Dario Scannapiec­o, che è anche co- presidente del Business Forum Italia- Cina ( Bank of China ha la guida della parte imprendito­riale cinese): « in questi anni Cdp – ha detto Scannapiec­o - ha potenziato il suo sostegno al made in Italy, in complement­arietà con il sistema bancario e in sinergia con Sace e Simest, mobilitand­o negli ultimi due anni quasi 6 miliardi di euro » .

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