Par condicio diversa tra Rai e tv private
Ma l’Agcom assicura: testi perfettamente sovrapponibili
Per la Rai, come per le Tv private, in tema di regole della par condicio in vista delle prossime elezioni europee ci sarà da sciogliere quello che, ieri in serata, appariva un rompicapo, dopo l’approvazione da parte di Agcom del suo regolamento ( valido per le Tv private). Che alla fine non ha recepito testualmente le modifiche introdotte nella versione della Commissione di Vigilanza ( valida per la Rai). Risultato? Agcom che parla in sostanza di differente formulazione, ma di testi sovrapponibili ( non la pensa così la commissaria Elisa Giomi) e quindi regole uguali per tutti. Ma maggioranza e opposizione cantano entrambi vittoria. Per quest’ultima l’Agcom sconfessa gli emendamenti approvati, aprendo così a due regimi diversi per la Tv pubblica e per quelle private; per il centrodestra invece è la conferma che le due delibere sono sovrapponibili e non vengono lesi i diritti di nessuno.
Il nodo è l’introduzione dell’emendamento in Vigilanza - contestato da tutte le opposizioni - che esclude dal conteggio dei tempi la comunicazione istituzionale del governo nei programmi di approfondi
Il nodo è l’esclusione dal conteggio dei tempi della comunicazione istituzionale del governo
mento, ovvero nei talk show. Quello approvato da Agcom è un regolamento, scrive l’Autorità presieduta da Giacomo Lasorella – ieri ricevuto al Quirinale dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, per un incontro con al centro la nuova legge europea per la libertà dei media – « sostanzialmente invariato rispetto allo schema trasmesso alla Commissione di Vigilanza » , confermando che « l’Autorità sia per i telegiornali, sia per i programmi di informazione, non si limiterà a valutare la quantità di tempo fruita dai soggetti politici nella programmazione, ma considererà le fasce orarie in cui l’esposizione dei soggetti avviene, sulla base degli ascolti registrati dall’Auditel » . E precisando poi che l’Autorità « applicherà in modo uniforme per la Rai e per le emittenti private le regole fissate dalla legge e richiamate tanto dalla delibera della Commissione di vigilanza quanto dal proprio regolamento approvato oggi » .
« Abbiamo approvato in via definitiva il nostro regolamento sulla par condicio, prendendo atto che il testo è perfettamente sovrapponibile con la delibera adottata dalla Commissione di Vigilanza formulata anch’essa, pur con diverse variazioni lessicali, nel pieno rispetto della regole fissate dalla legge 28 del 2000 e della legge 515 del 1993 » , interviene il commissario Agcom Antonello Giacomelli. Ma, come detto, le valutazioni sono differenti con il capogruppo M5S in Vigilanza, Dario Carotenuto, che parla di « pronuncia dell’Agcom che è uno schiaffo al lodo Fazzolari, che non si applicherà almeno alle tv private » e il forzista Maurizio Gasparri che parla di atti « totalmente coincidenti » . Ad arroventare il clima anche la presa di posizione del sindacato dei giornalisti Rai. Con un comunicato letto alla fine di Tg1, Tg2 e Tg3, le redazioni delle testate Rai hanno espresso il proprio punto di vista contro una « maggioranza di governo ha deciso di trasformare la Rai nel proprio megafono » .