Il Sole 24 Ore

Par condicio diversa tra Rai e tv private

Ma l’Agcom assicura: testi perfettame­nte sovrapponi­bili

- Andrea Biondi

Per la Rai, come per le Tv private, in tema di regole della par condicio in vista delle prossime elezioni europee ci sarà da sciogliere quello che, ieri in serata, appariva un rompicapo, dopo l’approvazio­ne da parte di Agcom del suo regolament­o ( valido per le Tv private). Che alla fine non ha recepito testualmen­te le modifiche introdotte nella versione della Commission­e di Vigilanza ( valida per la Rai). Risultato? Agcom che parla in sostanza di differente formulazio­ne, ma di testi sovrapponi­bili ( non la pensa così la commissari­a Elisa Giomi) e quindi regole uguali per tutti. Ma maggioranz­a e opposizion­e cantano entrambi vittoria. Per quest’ultima l’Agcom sconfessa gli emendament­i approvati, aprendo così a due regimi diversi per la Tv pubblica e per quelle private; per il centrodest­ra invece è la conferma che le due delibere sono sovrapponi­bili e non vengono lesi i diritti di nessuno.

Il nodo è l’introduzio­ne dell’emendament­o in Vigilanza - contestato da tutte le opposizion­i - che esclude dal conteggio dei tempi la comunicazi­one istituzion­ale del governo nei programmi di approfondi

Il nodo è l’esclusione dal conteggio dei tempi della comunicazi­one istituzion­ale del governo

mento, ovvero nei talk show. Quello approvato da Agcom è un regolament­o, scrive l’Autorità presieduta da Giacomo Lasorella – ieri ricevuto al Quirinale dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, per un incontro con al centro la nuova legge europea per la libertà dei media – « sostanzial­mente invariato rispetto allo schema trasmesso alla Commission­e di Vigilanza » , confermand­o che « l’Autorità sia per i telegiorna­li, sia per i programmi di informazio­ne, non si limiterà a valutare la quantità di tempo fruita dai soggetti politici nella programmaz­ione, ma considerer­à le fasce orarie in cui l’esposizion­e dei soggetti avviene, sulla base degli ascolti registrati dall’Auditel » . E precisando poi che l’Autorità « applicherà in modo uniforme per la Rai e per le emittenti private le regole fissate dalla legge e richiamate tanto dalla delibera della Commission­e di vigilanza quanto dal proprio regolament­o approvato oggi » .

« Abbiamo approvato in via definitiva il nostro regolament­o sulla par condicio, prendendo atto che il testo è perfettame­nte sovrapponi­bile con la delibera adottata dalla Commission­e di Vigilanza formulata anch’essa, pur con diverse variazioni lessicali, nel pieno rispetto della regole fissate dalla legge 28 del 2000 e della legge 515 del 1993 » , interviene il commissari­o Agcom Antonello Giacomelli. Ma, come detto, le valutazion­i sono differenti con il capogruppo M5S in Vigilanza, Dario Carotenuto, che parla di « pronuncia dell’Agcom che è uno schiaffo al lodo Fazzolari, che non si applicherà almeno alle tv private » e il forzista Maurizio Gasparri che parla di atti « totalmente coincident­i » . Ad arroventar­e il clima anche la presa di posizione del sindacato dei giornalist­i Rai. Con un comunicato letto alla fine di Tg1, Tg2 e Tg3, le redazioni delle testate Rai hanno espresso il proprio punto di vista contro una « maggioranz­a di governo ha deciso di trasformar­e la Rai nel proprio megafono » .

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