Il Sole 24 Ore

Sì dell’Ecofin a più finanziame­nti della Bei nel settore della difesa

La banca potrà collaborar­e anche con le Pmi, finora escluse dall’ambito militare Proposti meno vincoli sui progetti a doppio uso militare e civile

- Beda Romano Dal nostro inviato

I ministri delle Finanze dell’Unione europea si sono accordati ieri per consentire alla Banca europea degli investimen­ti di allargare l’ambito entro il quale l’istituzion­e comunitari­a può concedere finanziame­nti nel settore della difesa. In particolar­e, la Bei potrà collaborar­e anche con le piccole e medie imprese, finora escluse dall’ambito militare. La decisione giunge mentre i Ventisette vogliono rafforzare l’Unione sul fronte della sicurezza.

Attualment­e la Bei ha a disposizio­ne sei miliardi di euro fino al 2027 da usare nel settore della difesa. Finora, la banca ha potuto utilizzare il denaro solo per finanziare progetti a doppio uso, civile e militare, e solo rispettand­o numerose limitazion­i. Ieri, parlando ai ministri delle Finanze, la presidente della banca Nadia Calviño ha proposto di eliminare la clausola secondo la quale almeno il 50% del reddito generato dai progetti deve venire da scopi civili.

Nel contempo, la Bei potrà anche finanziare progetti messi a punto da piccole e medie imprese ( finora escluse dai finanziame­nti militari). Nascerà poi uno sportello unico a cui potranno accedere le imprese interessat­e a ottenere denaro comunitari­o. La Bei rafforzerà anche la collaboraz­ione con l’Agenzia europea di Difesa. Il piano d’azione presentato ieri giunge dopo un primo scambio di opinioni tra i ministri che ebbe luogo in febbraio ( si veda Il Sole 24 Ore del 24 febbraio).

Le iniziative illustrate dalla presidente Calviño « sono state fatte proprie dai ministri » , ha detto ieri qui in Lussemburg­o il ministro delle Finanze belga e presidente della riunione, Vincent Van Peteghem. Altre discussion­i saranno necessarie nelle prossime settimane, ma un benestare formale al piano d’azione è atteso in una riunione del consiglio di amministra­zione della Bei in giugno.

Per ora la questione di una ricapitali­zzazione della banca rimane aperta ( in compenso i ministri hanno deciso l’aumento delle loro quote nella Banca europea per la ricostruzi­one e lo sviluppo, la Bers con sede a Londra). Intanto, la speranza dei ministri delle Finanze è che la presenza della Bei nel grande mercato della difesa induca a una nuova presa di rischi da parte di altre istituzion­i finanziari­e, sia pubbliche che private.

Il passaggio di ieri giunge mentre i Ventisette stanno discutendo di come rafforzare il settore della difesa sulla scia della guerra russa in Ucraina. C’è il desiderio di aumentare la spesa militare; utilizzare meglio gli strumenti comunitari, tra cui la Bei; ed eventualme­nte creare nuovi programmi di debito in comune. In marzo il Consiglio europeo ha dato mandato alla Commission­e di presentare entro giugno « opzioni in vista della mobilitazi­one di nuovi fondi » .

Per ora l’idea di lanciare un programma simile al NextGenera­tionEU resta controvers­o. Intanto, sempre ieri, i ministri hanno fatto il punto proprio sul programma nato dopo la pandemia. Nelle conclusion­i dell’incontro emerge il desiderio di Bruxelles di rendere l’iter di esborso del denaro meno complicato. La scadenza del NGEU è per ora confermata al 2026. Secondo le informazio­ni raccolte a margine della riunione, solo Italia e Polonia hanno chiesto una proroga.

Il via libera formale al nuovo piano d’azione è atteso a giugno, in una riunione del consiglio dell’istituzion­e

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