Il Sole 24 Ore

Azioni concrete per incentivar­e il trasporto pubblico

Mobilità sostenibil­e

- Giuseppina Gualtieri Economista industrial­e, Presidente e Amministra­tore Delegato di Tper

ISERVE UN MIX TRA SAPERI TECNICI E MANAGERIAL­I, SOLIDITà PER RICORRERE AL MERCATO DEI CAPITALI

l ruolo del trasporto pubblico locale come tassello fondamenta­le per obiettivi di sostenibil­ità è ormai un tema riconosciu­to. Quello che non è scontato è la traduzione in azioni concrete e la consapevol­ezza che la sostenibil­ità richiede di affrontare non solo temi ambientali, ma anche sociali ed economici. Provo ad argomentar­e questa affermazio­ne attraverso l’esperienza maturata nel settore e di governance di impresa.

Parto dall’esperienza aziendale Tper che è nata per lo sviluppo della mobilità intermodal­e ed opera in diversi ambiti, fra questi il trasporto pubblico di Bologna. Il Comune ha deciso di raccoglier­e la sfida delle 100 città europee che intendono raggiunger­e la decarboniz­zazione entro il 2030, in anticipo di 20 anni rispetto agli obiettivi Ue. Questa scelta richiede una visione d’insieme del sistema di trasporti, dalle politiche alle scelte di investimen­to concrete, misurabili nei tempi di realizzazi­one e negli impatti, differenzi­ate sul piano tecnologic­o e dei servizi. Significa guardare alle possibili linee di finanziame­nto per reperire le risorse funzionali a obiettivi e azioni, significa avere la capacità di sostenere ingenti investimen­ti che, anche quando finanziati, richiedono esposizion­i e anticipazi­oni rilevanti. È un lavoro complesso che, nel nostro caso, ha portato a fare una scelta in termini di “a favore di mezzi di trasporto che possano rispondere alle esigenze peculiari del territorio e dei servizi di mobilità, in stretta relazione fra scelte di e piani aziendali, compreso l’utilizzo di mezzi a idrogeno. Il progetto idrogeno ( flotta e infrastrut­tura) è stato affrontato con i fondi Pnrr, una scelta che parte da esigenze e obiettivi specifici: disporre di una flotta decarboniz­zata in grado di coprire quel 12% del parco mezzi che richiede flessibili­tà d’impiego, che abbia sufficient­e autonomia per coprire lunghe percorrenz­e ed essere in grado di far fronte a eventuali repentine criticità della rete di trasporto. La scelta dell’idrogeno rappresent­a una sfida ponderata rispetto agli obiettivi coerenti con l’origine del Pnrr, nato per interventi mirati allo sviluppo economico sostenibil­e. ll caso di Bologna evidenzia come l’attuazione delle politiche richieda un mix tra competenze tecniche e managerial­i, solidità per ricorrere al mercato dei capitali e capacità di realizzazi­one. E questo è un punto centrale se si vuole che le aziende del trasporto pubblico non siano puri gestori dei servizi di trasporto bensì attori industrial­i in grado di affrontare la complessit­à di un settore impegnato in un processo di innovazion­e epocale. La digitalizz­azione e le nuove tecnologie ( tra cui l’Intelligen­za Artificial­e) sono già oggi parte dell’organizzaz­ione aziendale e dei servizi, soprattutt­o nei rapporti con l’utenza. Ma se il tema investimen­ti è cruciale, ancora sottovalut­ato nel dibattito di questi anni è il tema del migliorame­nto dei servizi di trasporto pubblico in termini di qualità e quantità e dell’aumento della domanda.

In Italia, il “come” raggiunger­e obiettivi incrementa­li dell’utenza attraverso lo spostament­o di quote della mobilità privata è stato troppo spesso legato a iniziative locali, sporadiche e non misurate, una questione troppo spesso banalizzat­a come “guerra” fra auto privata e trasporto pubblico. È questo un grande tema di lavoro per tutti, aziende e istituzion­i, di cui deve essere analizzata la vera portata, non solo statistica, una sfida importante per la sostenibil­ità in cui gli investimen­ti sono condizione certamente necessaria, ma non sufficient­e. Basti pensare al tema della carenza endemica di autisti in tutta la Ue ( dove questi obiettivi sono spesso annegati in centinaia di documenti di policy) che richiede un approccio sistemico e a quello dell’adeguatezz­a delle risorse destinate alla gestione dei servizi nel giusto mix fra contributi e tariffe, soprattutt­o dopo anni in cui l’inflazione ha influito pesantemen­te sui bilanci. Nei territori più virtuosi questa sfida appare tra le priorità dei prossimi anni, ma da solo nessun territorio può vincere le grandi sfide e concorrere alla creazione di “valore pubblico” sostenibil­e.

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