Azioni concrete per incentivare il trasporto pubblico
Mobilità sostenibile
ISERVE UN MIX TRA SAPERI TECNICI E MANAGERIALI, SOLIDITà PER RICORRERE AL MERCATO DEI CAPITALI
l ruolo del trasporto pubblico locale come tassello fondamentale per obiettivi di sostenibilità è ormai un tema riconosciuto. Quello che non è scontato è la traduzione in azioni concrete e la consapevolezza che la sostenibilità richiede di affrontare non solo temi ambientali, ma anche sociali ed economici. Provo ad argomentare questa affermazione attraverso l’esperienza maturata nel settore e di governance di impresa.
Parto dall’esperienza aziendale Tper che è nata per lo sviluppo della mobilità intermodale ed opera in diversi ambiti, fra questi il trasporto pubblico di Bologna. Il Comune ha deciso di raccogliere la sfida delle 100 città europee che intendono raggiungere la decarbonizzazione entro il 2030, in anticipo di 20 anni rispetto agli obiettivi Ue. Questa scelta richiede una visione d’insieme del sistema di trasporti, dalle politiche alle scelte di investimento concrete, misurabili nei tempi di realizzazione e negli impatti, differenziate sul piano tecnologico e dei servizi. Significa guardare alle possibili linee di finanziamento per reperire le risorse funzionali a obiettivi e azioni, significa avere la capacità di sostenere ingenti investimenti che, anche quando finanziati, richiedono esposizioni e anticipazioni rilevanti. È un lavoro complesso che, nel nostro caso, ha portato a fare una scelta in termini di “a favore di mezzi di trasporto che possano rispondere alle esigenze peculiari del territorio e dei servizi di mobilità, in stretta relazione fra scelte di e piani aziendali, compreso l’utilizzo di mezzi a idrogeno. Il progetto idrogeno ( flotta e infrastruttura) è stato affrontato con i fondi Pnrr, una scelta che parte da esigenze e obiettivi specifici: disporre di una flotta decarbonizzata in grado di coprire quel 12% del parco mezzi che richiede flessibilità d’impiego, che abbia sufficiente autonomia per coprire lunghe percorrenze ed essere in grado di far fronte a eventuali repentine criticità della rete di trasporto. La scelta dell’idrogeno rappresenta una sfida ponderata rispetto agli obiettivi coerenti con l’origine del Pnrr, nato per interventi mirati allo sviluppo economico sostenibile. ll caso di Bologna evidenzia come l’attuazione delle politiche richieda un mix tra competenze tecniche e manageriali, solidità per ricorrere al mercato dei capitali e capacità di realizzazione. E questo è un punto centrale se si vuole che le aziende del trasporto pubblico non siano puri gestori dei servizi di trasporto bensì attori industriali in grado di affrontare la complessità di un settore impegnato in un processo di innovazione epocale. La digitalizzazione e le nuove tecnologie ( tra cui l’Intelligenza Artificiale) sono già oggi parte dell’organizzazione aziendale e dei servizi, soprattutto nei rapporti con l’utenza. Ma se il tema investimenti è cruciale, ancora sottovalutato nel dibattito di questi anni è il tema del miglioramento dei servizi di trasporto pubblico in termini di qualità e quantità e dell’aumento della domanda.
In Italia, il “come” raggiungere obiettivi incrementali dell’utenza attraverso lo spostamento di quote della mobilità privata è stato troppo spesso legato a iniziative locali, sporadiche e non misurate, una questione troppo spesso banalizzata come “guerra” fra auto privata e trasporto pubblico. È questo un grande tema di lavoro per tutti, aziende e istituzioni, di cui deve essere analizzata la vera portata, non solo statistica, una sfida importante per la sostenibilità in cui gli investimenti sono condizione certamente necessaria, ma non sufficiente. Basti pensare al tema della carenza endemica di autisti in tutta la Ue ( dove questi obiettivi sono spesso annegati in centinaia di documenti di policy) che richiede un approccio sistemico e a quello dell’adeguatezza delle risorse destinate alla gestione dei servizi nel giusto mix fra contributi e tariffe, soprattutto dopo anni in cui l’inflazione ha influito pesantemente sui bilanci. Nei territori più virtuosi questa sfida appare tra le priorità dei prossimi anni, ma da solo nessun territorio può vincere le grandi sfide e concorrere alla creazione di “valore pubblico” sostenibile.