Migliaia in corteo a Torino per il rilancio di Mirafiori
Manifestazione unitaria: in piazza sindacati, manager, istituzioni e società civile Uliano ( Fim): da Stellantis servono risposte urgenti per i 74mila lavoratori di Torino
È stata una manifestazione unitaria quella di Torino a sostegno dell’industria dell’auto e del comprensorio di Mirafiori, con tutte le sigle dei sindacati metalmeccanici e l’Associazione Quadri, in piazza per la prima volta dopo la marcia dei 40mila. Ma è stata anche una piazza aperta a società civile e istituzioni, con la partecipazione del Sindaco Stefano Lo Russo, del presidente della Regione Alberto Cirio e di esponenti del mondo economico come Dario Gallina, presidente della Camera di Commercio, e Pierangelo Decisi dell’Api Torino.
Lungo il corteo hanno sfilato le delegazioni delle imprese dell’indotto in crisi, Lear e Del Grosso, e lavoratori provenienti da mezza Italia. Al centro della mobilitazione, la questione industriale, i volumi produttivi di Stellantis in calo e il futuro degli stabilimenti italiani del Gruppo, a Torino come nel resto del Paese. « Servono risposte per i 17mila lavoratori diretti di Stellantis a Torino e per i 57mila addetti dell’indotto » dice il segretario della Fim Cisl Ferdinando Uliano che snocciola i numeri: « L’azienda ha pubblicato i dati della produzione dell’anno scorso, cresciuta del 10%, ma la situazione del primo trimestre del 2024 è drammatica, con quattro stabilimenti auto su 5 a meno 50% sul 2023 » . Il crollo dei volumi di Mirafiori, che da gennaio a marzo si è attestata sulle 12.680 unità, dipende dalla
Fiat 500 bev, che ha dimezzato la produzione, e dal fermo produttivo di tre modelli Maserati, Levante, Quattroporte e Ghibli, mentre le due sportive rimaste non stanno portando i volumi attesi. Numeri, fatti concreti, che necessitano di risposte altrettanto concrete. Per i sindacati la soluzione per Torino è un nuovo modello Maserati e anticipare il lancio dei nuovi modelli del Tridente.
In un contesto industriale difficile si inseriscono le polemiche tra il Governo e Stellantis, prima sul possibile arrivo di un produttore cinese in Italia e poi sulla produzione della Alfa Romeo Milano, nello stabilimento polacco del Gruppo. « Torino ha riscoperto la sua anima industriale di capitale dell’auto in Italia e in Europa – dice Michele De Palma segretario nazionale della Fiom – e credo che dobbiamo sottrarci ai veti incrociati tra azienda e governo. Penso vada aperta una trattativa a Palazzo Chigi
per tornare a produrre 200mila auto a Torino e almeno un milione in Italia » . In tre anni, spiega Rocco Palombella segretario della Uilm, « Stellantis ha cancellato 10mila posti di lavoro diretti e migliaia nell’indotto e nella componentistica, ha chiuso e venduto uffici e sedi storiche, ha ridotto la produzione in ogni stabilimento con migliaia di ore di cassa integrazione » . Gli incentivi, aggiunge Palombella, « non saranno la manna dal cielo, per risolvere i problemi, servono progetti, investimenti e serve la responsabilità di tutti, non solo a parole » .
I rappresentanti dei lavoratori hanno lavorato, insieme alle imprese dell’Anfia – filiera automotive – in questi
mesi al tavolo voluto dal ministro Adolfo Urso per definire un piano stategico che porti la produzione di Stellantis in Italia a quota un milione di veicoli, che significa aumentare del 30% la produzione del 2023. Servono investimenti e nuovi modelli. Bene quello che finora Stellantis ha fatto a Mirafiori, dicono il sindaco di Torino e il presidente Cirio, ma non basta. « Abbiamo l’obbligo come istituzioni di restare in dialogo con l’azienda – dice Stefano Lo Russo – continuando a chiedere nuovi investimenti a Tavares » . Stesso discorso per il presidente Alberto Cirio: « Pretendiamo investimenti da Stellantis non in maniera nostalgica, guardando al passato ma guardando al futuro, perchè per Stellantis è conveniente rimanere qui. Tutti diciamo la stessa cosa, serve aumentare la produzione a Mirafiori, dove un tempo si facevano 400mila macchine, che oggi si fanno in tutta Italia » .
Questione industriale e produzione in Italia al centro del braccio di ferro in corso tra Governo e Stellantis