150 milioni su Scarlino: al via i lavori
Il nuovo polo gestirà 400mila tonnellate l’anno di scarti, liquidi e fanghi
Addio all’inceneritore di Scarlino ( Grosseto), in Maremma, spento nel gennaio 2015 dalla magistratura dopo anni di polemiche sull’inquinamento. Al posto dell’impianto che si trova nell’area industriale del Casone, la multiutility Iren si prepara ad avviare quattro nuovi business: due per riciclare scarti del settore legno e del settore carta ( il cosiddetto pulper di cartiera); uno per depurare i rifiuti liquidi prodotti dai nuovi impianti; un quarto per trattare i fanghi della depurazione civile del sud della Toscana. L’investimento complessivo per il nuovo polo di economia circolare, che gestirà circa 400mila tonnellate all’anno tra scarti, liquidi e fanghi, è di 150 milioni di euro, totalmente autofinanziati dalla multiutility.
Il passaggio simbolico dalla vecchia stagione dell’incenerimento alla nuova stagione del recupero senza emissioni - i quattro nuovi impianti sono meccanici e ’ a freddo’ - si è celebrato ieri, dopo l’abbattimento dei due camini oggetto della discordia, alla presenza dell’ad di Iren Ambiente Toscana, Alfredo Rosini, del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, degli assessori regionali Leonardo Marras e Monia Monni e dei sindaci della zona. « Un progetto che crea valore
‘ L’autorizzazione ambientale c’è già e ora è in corso la bonifica dell’area del vecchio inceneritore
per un territorio che ne ha davvero bisogno » , hanno concordato tutti, e che va nella direzione ’ moderna’ del riciclo degli scarti e della circolarità, sulla quale la Toscana ha bisogno di accelerare.
Il nuovo polo industriale creerà 100- 110 posti di lavoro, hanno spiegato i manager Iren. L’autorizzazione ambientale c’è già, e ora è in corso la bonifica dell’area del vecchio inceneritore che faceva capo a Scarlino Energia, società del gruppo Unieco che, dopo il fallimento, è stata acquisita da Iren. Seguirà la demolizione e, dal 2025, la costruzione del primo impianto per trattare il pulper da cartiera, destinato a dare sollievo al distretto industriale di Lucca che oggi deve smaltire nel termovalorizzatore di Brescia o all’estero. Il pulper, mixato con plastiche eterogenee ( il plasmix), darà vita – grazie al brevetto I. Blu, già utilizzato da Iren in provincia di Udine – a un biocarbone da impiegare nei sottofondi stradali o per alimentare i forni elettrici delle acciaierie: un’applicazione che potrebbe rivelarsi strategica per il gruppo ucraino Metinvest, intenzionato a costruire una nuova fabbrica siderurgica nella vicina Piombino. L’impianto tratterà 30- 40mila tonnellate di pulper all’anno e sarà pronto nel 2027, seguito dal depuratore per rifiuti liquidi e poi, entro il 2029, dall’impianto per riciclare 90mila tonnellate l’anno di scarti di legno producendo pallet e da quello per trattare 100mila tonnellate di fanghi della depurazione civile attraverso carbonizzazione idrotermale. « In Toscana nei prossimi anni investiremo nel settore ambiente 500 milioni di euro » , ha promesso Rosini.