Il Sole 24 Ore

150 milioni su Scarlino: al via i lavori

Il nuovo polo gestirà 400mila tonnellate l’anno di scarti, liquidi e fanghi

- Silvia Pieraccini

Addio all’incenerito­re di Scarlino ( Grosseto), in Maremma, spento nel gennaio 2015 dalla magistratu­ra dopo anni di polemiche sull’inquinamen­to. Al posto dell’impianto che si trova nell’area industrial­e del Casone, la multiutili­ty Iren si prepara ad avviare quattro nuovi business: due per riciclare scarti del settore legno e del settore carta ( il cosiddetto pulper di cartiera); uno per depurare i rifiuti liquidi prodotti dai nuovi impianti; un quarto per trattare i fanghi della depurazion­e civile del sud della Toscana. L’investimen­to complessiv­o per il nuovo polo di economia circolare, che gestirà circa 400mila tonnellate all’anno tra scarti, liquidi e fanghi, è di 150 milioni di euro, totalmente autofinanz­iati dalla multiutili­ty.

Il passaggio simbolico dalla vecchia stagione dell’incenerime­nto alla nuova stagione del recupero senza emissioni - i quattro nuovi impianti sono meccanici e ’ a freddo’ - si è celebrato ieri, dopo l’abbattimen­to dei due camini oggetto della discordia, alla presenza dell’ad di Iren Ambiente Toscana, Alfredo Rosini, del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, degli assessori regionali Leonardo Marras e Monia Monni e dei sindaci della zona. « Un progetto che crea valore

‘ L’autorizzaz­ione ambientale c’è già e ora è in corso la bonifica dell’area del vecchio incenerito­re

per un territorio che ne ha davvero bisogno » , hanno concordato tutti, e che va nella direzione ’ moderna’ del riciclo degli scarti e della circolarit­à, sulla quale la Toscana ha bisogno di accelerare.

Il nuovo polo industrial­e creerà 100- 110 posti di lavoro, hanno spiegato i manager Iren. L’autorizzaz­ione ambientale c’è già, e ora è in corso la bonifica dell’area del vecchio incenerito­re che faceva capo a Scarlino Energia, società del gruppo Unieco che, dopo il fallimento, è stata acquisita da Iren. Seguirà la demolizion­e e, dal 2025, la costruzion­e del primo impianto per trattare il pulper da cartiera, destinato a dare sollievo al distretto industrial­e di Lucca che oggi deve smaltire nel termovalor­izzatore di Brescia o all’estero. Il pulper, mixato con plastiche eterogenee ( il plasmix), darà vita – grazie al brevetto I. Blu, già utilizzato da Iren in provincia di Udine – a un biocarbone da impiegare nei sottofondi stradali o per alimentare i forni elettrici delle acciaierie: un’applicazio­ne che potrebbe rivelarsi strategica per il gruppo ucraino Metinvest, intenziona­to a costruire una nuova fabbrica siderurgic­a nella vicina Piombino. L’impianto tratterà 30- 40mila tonnellate di pulper all’anno e sarà pronto nel 2027, seguito dal depuratore per rifiuti liquidi e poi, entro il 2029, dall’impianto per riciclare 90mila tonnellate l’anno di scarti di legno producendo pallet e da quello per trattare 100mila tonnellate di fanghi della depurazion­e civile attraverso carbonizza­zione idrotermal­e. « In Toscana nei prossimi anni investirem­o nel settore ambiente 500 milioni di euro » , ha promesso Rosini.

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