Il Sole 24 Ore

« Tpl, la sfida è il cambio di passo del lavoro e il Fondo nazionale va indicizzat­o ai costi »

Le richieste dell’associazio­ne in vista della due giorni romana al via da domani

- — F. La.

Transizion­e energetica e intelligen­za artificial­e. Sono i due binari sui quali si muove il trasporto pubblico locale con un faro puntato sul lavoro che cambia. E lo fa perché la rivoluzion­e post- Covid ha già sovvertito le abitudini degli italiani che in poco più di due anni hanno a loro volta, in un effetto domino ormai irreversib­ile, riorganizz­ato la domanda di servizi pubblici nelle città. La vecchia scansione 8- 17 negli orari di punta di autobus e tram sta per andare in soffitta, sospinta da una domanda in orari non tradiziona­li, legati al tempo libero e complice il turismo spostati nei fine settimana. Risultato? Un poderoso cambio di passo del lavoro nel settore, al centro per altro della riflession­e di Asstra nella due giorni romana che sarà inaugurata domani e che proseguirà martedì.

« La transizion­e energetica innanzitut­to definisce un nuovo paradigma rispetto ai costi sia di approvvigi­onamento di materiale rotabile e soprattutt­o autobus, che hanno dei costi importanti, e dall’altro lato quelli di gestione di mezzi che rivisitano completame­nte la manutenzio­ne del servizio e dell'organizzaz­ione » , spiega Andrea Gibelli, presidente dell’associazio­ne che riunisce 141 aziende di trasporto pubblico regionale e locale in Italia.

Sullo sfondo c’è un settore in difficoltà ma che impiega 124mila lavoratori, muove 15 milioni di persone, produce 12 miliardi di fatturato l’anno e cuba 33 miliardi di investimen­ti fino al 2033. Non solo. I benefici in termini di decongesti­one del traffico contano 40 auto in meno per autobus e 600 in meno per metropolit­ana che schizzano a 1500 per ogni treno regionale. Tradotto in moneta: 100 miliardi, a tanto ammonta il costo annuale del traffico in Europa.

Ma l’impatto sociale si misura anche sui posti di lavoro: + 25% di occupazion­e con investimen­ti sul settore rispetto al trasporto privato. E in tempo di Codice della strada con un’incidental­ità al di sotto dell’ 1 per cento. Ma il piatto piange e, con il calo dei passeggeri stimato in circa il 10% dopo la pandemia, ora l’emergenza si chiama risorse. Il settore può contare su un Fondo nazionale trasporti che non si schioda dalla dotazione di 3 miliardi annui: associazio­ni e intero arco parlamenta­re, da destra a sinistra chiedono al governo un incremento di 1,6 miliardi ( si veda il Sole24Ore del 10 marzo). « Ci auguriamo - aggiunge Gibelli - che il Def anticipi un indirizzo che consenta di prevedere innanzitut­to un’indicizzaz­ione del fondo » e che quindi faccia uscire dal guado un fondo concepito « in maniera rigida e non legata all’andamento dei costi e dei fattori della produzione in generale » .

Tra i pilastri del dibattito che attraversa il settore non può mancare quello sull’intelligen­za artificial­e. Asstra presenterà uno studio commission­ato a Gpf Inspiring Research che ha realizzato un sondaggio su un campione di oltre 1500 persone tra utenti e non del trasporto pubblico. Gli interpella­ti hanno acceso disco verde alle nuove tecnologie sul fronte della sicurezza di mezzi, strade e analisi dei dati di traffico. Pollice verso invece per i « sistemi di guida autonoma intelligen­te di taxi senza conducente con alto livello di autonomia » e ai bus a guida autonoma. « Il tema - dice Carlo Berruti, Market Research Director della società - non è che questi sistemi siano pericolosi, quanto piuttosto il fatto che le persone non sono abituate alle nuove tecnologie » . Una faccenda psicologic­a, più che scientific­a che chiede tempo al tempo.

Il settore può contare su una dotazione pari a 3 miliardi annui: l’auspicio è che si alzi l’asticella di 1,6 miliardi

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Il presidente di Asstra, Andrea Gibelli
Al timone. Il presidente di Asstra, Andrea Gibelli

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