Il Sole 24 Ore

Affondo di Bossi: alla Lega serve un altro leader

Feste separate. Messaggio lanciato da Gemonio insieme a un centinaio di fedelissim­i per i 40 anni del partito. Salvini: ascolto le sue critiche con attenzione e gratitudin­e

- Emilia Patta débâcle

« Alla Lega serve un nuovo leader. Serve un nuovo leader che vada nella direzione dell’autonomia, che rimetta al centro la questione settentrio­nale. Se Giorgetti potrebbe sostituire Salvini? Giorgetti è uno bravo, ma non dico niente se no lo massacrano. Se la base non approva i programmi, non vai da nessuna parte. Diventa una bolla di sapone » .

Lo schiaffone a Matteo Salvini da parte del fondatore della Lega Umberto Bossi arriva da Gemonio, nel varesotto, dove quarant’anni fa ( il 12 aprile 1984) lo stesso Bossi si recò con cinque amici dalla notaia Franca Bellorini per fondare la Lega autonomist­a lombarda. A Gemonio un gruppo di storici militanti in dissenso con la linea politica di Salvini, tra cui l’ex ministro Roberto Castelli e l’ex segretario della Lega Nord Paolo Grimoldi, sta aprendo i festeggiam­enti del quarantenn­ale nella piazza della Chiesa quando il Senatur decide di festeggiar­e a modo suo e invia un messaggio a Castelli invitandol­o a portare i militanti intervenut­i alla giornata a casa sua per un saluto e una fetta di torta: arrivano in circa cento per il Bossi- show, seguiti dai cronisti. Mai il Senatur, da tempo in dissenso con il leader leghista per aver abbandonat­o le ragioni del Nord per inseguire l’estrema destra europea, era stato così duro e così esplicito.

Da parte sua il vicepremie­r Salvini, impegnato da ministro nella chiusura del G7 sui Trasporti e nel rilancio del progetto del Ponte sullo Stretto, decide di spargere parole di pace e di miele: « Alle critiche di Umberto Bossi sono abituato da trent’anni, ne parlo anche nel mio libro che uscirà a fine aprile. Lo ascolto con attenzione e gratitudin­e, rispondo solo che vederlo in salute è il miglior regalo per questa festa » . La vera festa della Lega, d’altra parte, ci sarà oggi a Varese. Senza Bossi, che dopo l’affondo annuncia la sua assenza ( « la Lega all’inizio era un movimento più vicino al popolo, la Lega di 40 anni fa aveva una base popolare. Noi abbiamo cominciato dal Comune di Varese ma io per i festeggiam­enti con Salvini non ci sarò » ). Per il Capitano replica il fedele Andrea Crippa, vicesegret­ario del partito: « Senza Salvini la Lega non esisterebb­e più... Bossi ha creato la Lega, Maroni l’ha salvata e Salvini l’ha rilanciata. Siamo arrivati al 35% con lui e fra qualche settimana si approva l’Autonomia: quello che ha fatto Salvini rimarrà nella storia politica e della Lega » . E ancora, con l’occhio all’annunciato congresso d’autunno: « Faremo le valutazion­i quando ci sarà il congresso: io esplicito il mio voto, se si candida Salvini io voto Salvini » .

Per il resto tutti con le bocche cucite: né Massimilia­no Fedriga, governator­e del Friuli Venezia Giulia, né Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, né tantomeno il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti vogliono commentare l’uscita del Senatur. Né, com’è naturale, vuole commentare l’altro vicepremie­r e ministro degli Esteri Antonio Tajani, ieri impegnato a Milano per gli Stati generali dell’economia della sua Forza Italia ( « non devo fare commenti sulle cose che riguardano gli altri partiti, anche i partiti alleati » ). Ma non è un mistero che da via Bellerio guardano con estremo fastidio a quella che è stata già battezzata la ” campagna acquisti” di Tajani tra i leghisti delusi dalle linea di Salvini ( e ieri a omaggiare Bossi a Gemonio c’era d’altra parte Marco Reguzzoni, oggi candidato di Forza Italia alle Europee). La realtà è che molti ex leghisti stanno confluendo in quello che sta per diventare un vero e proprio comitato interno a Forza Italia e che sarà battezzato il 28 aprile a Milano: Forza Nord, le cui parole d’ordine saranno libertà economica, autonomia produttiva del Nord, riduzione dell’intervento statale, valorizzaz­ione delle tradizioni locali. L’obiettivo del segretario azzurro è un risultato a due cifre e soprattutt­o il sorpasso sulla Lega alle Europee. Quanto al Carroccio, i conti veri si faranno appunto dopo le elezioni: in caso di

Salvini non potrà opporsi all’anticipo del congresso.

Mai il Senatur, da tempo in dissenso con il leader del Carroccio, era stato così esplicito

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