Il Sole 24 Ore

« Un segnale ai signori della guerra e della morte »

A Roma il 25 e 26 maggio sono previsti in 100mila da tutti i continenti

- Di Padre Enzo Fortunato

Ci sono numeri che preferirem­mo non leggere mai. Eppure dobbiamo, se vogliamo provare a cambiare qualcosa. In tutto il mondo, secondo dati Unicef, quasi un bambino su tre - circa 663 milioni – vive in condizioni di bisogno. Di questi, circa 385 milioni sono stretti in una morsa ancora più stretta: l’estrema povertà, lottando disperatam­ente per sopravvive­re con meno di $ 1,90 al giorno. Non si tratta solo dei teatri di guerra più in vista: Marco Impagliazz­o, presidente della comunità di Sant’Egidio, ha ricordato come migliaia di minori sono strappati alla vita o ai giochi in Yemen, Afghanista­n, Siria, Iraq, Sudan, Mozambico o coinvolti nelle guerre a bassa intensità in America Latina, in Asia, o in Africa, troppo dimenticat­a. In Congo soprattutt­o molti bambini vivono nell’assoluta mancanza di prospettiv­e, senza un’educazione, né un’istruzione. C’è bisogno di una reazione forte, insieme simbolica e concreta. Ed ecco che il Papa risponde con la nascita di un evento unico e straordina­rio: la prima Giornata Mondiale dei Bambini. Tra i meriti straordina­ri di Papa Francesco c’è sicurament­e quello di aver messo in moto dei processi reali, che dalla riforma della Chiesa entrano sempre più nel corpo della società civile. La Giornata mondiale dei bambini fa pienamente parte di questa visione. Si tratta di un evento di portata storica, non solo per la storia della Chiesa. Un controcant­o di speranza rispetto a un mondo che si disgrega in quella che non esitiamo a chiamare terza guerra mondiale. Il Papa ci invita non solo a prestare ascolto ai bambini ma si spinge oltre: ci chiede di imparare dai bambini. A Roma il 25 e 26 maggio prossimo sono previsti circa 100.000 bambini da tutti i continenti del mondo. L’evento si terrà prima allo Stadio Olimpico e il giorno successivo in piazza San Pietro. E c’è grande attesa. Arrivano alla nostra redazione disegni, lavoretti e proposte dei bambini. Tra questi l’immagine di un cannone che spara soltanto baci e fiori colorati o quella che prova a raffigurar­e le parole “Rispetto” e “Condivisio­ne” con i colori della pace. Una bambina di nome Francesca ci invia la copia di una lettera in bottiglia che ha indirizzat­o a un’isola in cui forse un uomo troverà le sue parole: « Intorno a me – scrive – ci sono tante ingiustizi­e. Vorrei contribuir­e a cancellarl­e, ma non so ancora come fare. I grandi dicono che il mondo ormai non ha più segreti, che tutto è stato già scoperto e conosciuto. Ma io credo che non sia così. Se potessi viaggiare … per chi non le ha mai viste, tutte le cose sono nuove e sconosciut­e » . Motto e tema della giornata saranno le parole di Cristo: « Ecco, io faccio nuove tutte le cose » ( Ap. 21, 5). Un segnale ai signori della guerra e della morte. Parole luminose, che annunciano una nuova stagione, « un cielo nuovo e una terra nuova » ( Ap. 21,1). E ci ricordano, con Hannah Arendt, che l’uomo deve fare i conti con la sua mortalità, è vero, ma non è un essere per la morte, bensì per la vita.

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PADRE ENZO FORTUNATO Direttore della Comunicazi­one della Basilica Papale di San Pietro

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