Bari, l’ipotesi Colaianni. E il centrodestra schiera Romito
Pressing di Pd e Vendola per far ritirare Laforgia, Conte per ora resiste
Dopo i due strappi consecutivi di Giuseppe Conte, il primo a Bari dove ha fatto saltare le primarie con il Pd per la scelta del candidato sindaco e il secondo in regione con l’uscita del M5s dalla Giunta guidata da Michele Emiliano, il Pd prova a reagire su entrambi i fronti: un candidato terzo per Bari che riunisca il centrosinistra e metta all’angolo il leader 5 Stelle e una vera e propria rivoluzione in regione, con il varo di una Giunta in cui saranno rinnovati almeno la metà degli assessori. Intanto il centrodestra cerca di approfittare della tempesta giudiziaria abbattutasi sul Pd, con arresti per voto di scambio e corruzione, e schiera il suo candidato per la successione ad Antonio Decaro a Bari: è il leghista Fabio Romito.
Sul fronte dell’( ex?) campo largo tra Bari e Roma vanno avanti per tutto il giorno, con Conte questa volta nel ruolo per lui insolito di spettatore, le trattative per superare l’impasse che vede al momento schierati per la successione di Decaro alla guida del Comune i due
In regione Emiliano costretto a cambiare mezza Giunta: via gli ex Fi, Palese e Stea, martedì le decisioni
sfidanti delle primarie saltate: Michele Laforgia, sostenuto dal M5s e da Sinistra Italiana, e Vito Leccese, sostenuto dal Pd e dai Verdi. Ed è l’ex leader di Sel Nichi Vendola che tira fuori dal cilindro il nome del magistrato 78enne Nicola Colaianni, già presidente della Corte di Cassazione dal 2020 al 2023 e indiscutibile presidio di legalità, facendo pressioni per il ritiro di Laforgia, ritiro non condiviso da Conte ( Leccese si è già detto disponibile a convergere su un candidato unitario). Poi, in serata, la svolta a cui il presidente del M5s è costretto dagli eventi: oggi si vedranno Laforgia e Leccese e il primo ha ottenuto in corner il mandato di Conte a trattare. Si apre dunque la strada a una candidatura che potrebbe ricomporre il campo largo andato in frantumi solo pochi giorni fa, solo che questa volta sembra che debba essere Conte a inseguire ( o a restare col cerino in mano). I veri artefici dell’operazione sono Vendola e il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, ma naturalmente nelle scorse ore hanno lavorato al possibile esito unitario anche il segretario regionale del Pd Domenico De Santis, il capogruppo in Senato Francesco Boccia e la stessa Elly Schlien ( « la segretaria ha da lavorare, lasciamo parlare gli altri » , facevano sapere ieri da Largo del Nazareno).
Quanto alla Regione Puglia, alla fine il governatore Emiliano ha dovuto accettare l’invito di Schlein a un netto cambio di fase e invece di limitarsi a sostituire i due assessori dimissionari ( la dem Anita Maurodinoia, indagata per corruzione elettorale, e Rosa Barone, uscita dal governo con tutto il partito su decisione di Conte) si appresta a cambiare almeno metà Giunta. Simbolo del rinnovamento saranno tra le altre le sostituzione degli assessori alla Sanità Rocco Palese e al Personale Gianni Stea, rei di aver militato in passato nel centrodestra: martedì le decisioni definitive in un vertice di maggioranza.