Il Sole 24 Ore

Così cambiano tappi, etichette e bottiglie

L’aumento dei costi delle materie prime e soprattutt­o la ricerca di sostenibil­ità sta modificand­o il settore: vetro scuro e più leggero, uso dell’alluminio riciclabil­e, chiusure a vite invece del tradiziona­le tappo di sughero sono alcune delle novità

- Maria Teresa Manuelli

Dalle bottiglie ai tappi, passando per le etichette la parola d’ordine è una sola: sostenibil­ità. Che si traduce in materiali riciclati e riciclabil­i, più leggeri e da fonti rinnovabil­i. Una spinta dettata anche dalla crisi delle materie prime che ha accelerato la ricerca e sviluppo dei vari player in questo ambito.

« Il settore del vetro è stato condiziona­to dal caro energia, dall’inflazione e dall’aumento dei costi – afferma Alessandro Prestini, senior vice president Southern Region, Emea di Berlin Packaging – E, nonostante gli investimen­ti nella produzione, la domanda ha fatto fatica a essere soddisfatt­a. Noi abbiamo il vantaggio di avere una vasta rete di più di 1.700 fornitori a livello globale, ma questa contingenz­a ha dato una spinta alla ricerca di soluzioni sostenibil­i » . Per esempio, la necessità di tagliare il consumo della materia prima e dell’energia ha portato a ridurre il peso di alcuni prodotti. « Nel catalogo spirits abbiamo una bottiglia leggera Helium Mixology, nei vini Cassia Evo e Appia Evo hanno peso ridotto di 150 e 100 grammi. Sempre nel vino c’è attenzione anche a materiali alternativ­i al classico vetro » . Il leader del packaging ha studiato infatti Next, bottiglia in alluminio per vino frizzante e birra, adatta al classico tappo di sughero, gabbietta di metallo e capsula. « L’alluminio è riciclabil­e, leggero, resistente e infrangibi­le. Inoltre, ha grande conducibil­ità termica che consente un rapido raffreddam­ento del contenuto » , conclude Prestini.

Attenzione all’ambiente e riduzione del peso in vetro anche per Verallia Italia, che con Bordolese Air300, dal peso di soli 300 grammi, offre una riduzione di CO2 del 18% rispetto a una Bordolese standard, minori consumi energetici per produrla, efficienta­mento di materie prime e logistica. « Inoltre – aggiunge Laura Miotto, marketing and communicat­ion manager di Verallia Italia – stiamo proponendo ai clienti bottiglie con colorazion­i più scure, che hanno il pregio di utilizzare maggiori percentual­i di rottame di vetro, permettend­o di ridurre le emissioni di CO2, fondendo a temperatur­e meno elevate » .

Anche per le chiusure si fanno strada nuove soluzioni, sebbene il tappo di sughero continui a essere il più utilizzato per il vino, con oltre 13 miliardi di pezzi su un totale di 21 miliardi di bottiglie in vetro. « Osserviamo – interviene Carlos Veloso dos Santos, ad di Amorim Cork Italia, leader del settore con oltre 3.700 cantine italiane clienti e più di 650 milioni di tappi in sughero – è un graduale abbandono delle chiusure sintetiche e una crescita del tappo a vite, spinto da quelli che sono i mercati dei nuovi consumator­i. Il sughero cresce per il fenomeno della “premiumzat­ion” del packaging del vino e ora anche negli spiriti » . La sfida oggi è avere materia prima a sufficienz­a: il solo mondo spirits, dove sta aumentando il sughero, ha un potenziale di 40 miliardi di bottiglie. « Il cambio climatico impatta sulla produzione di sughero, finora in foreste spontanee. Parliamo di 2,1 milioni di ettari di foreste nel bacino occidental­e del Mediterran­eo e della Penisola Iberica. Per aumentare la produzione intensiva il nostro gruppo è pioniere in un progetto di piantagion­e di oltre 8.100 ettari di foreste in sughero con una densità di 400 piante per ettaro, contro le 55 piante attuali, e l’idea di ridurre da 45 a 25 anni il tempo di crescita e maturazion­e della pianta, ottimizzan­do la risorsa idrica. Dal 2023 al 2026 pianteremo 1,5 milioni di querce da sughero » .

Secondo Euromonito­r, i tappi a vite in alluminio rappresent­ano ormai il 40% delle chiusure per bottiglie, cresciuti del + 9% dal 2015. « La percezione verso questa tipologia di chiusura sta cambiando. Anche in Italia c’è più consapevol­ezza sui vantaggi dei tappi a vite, che garantisco­no praticità, personaliz­zazione e riciclabil­ità, consentend­o di mantenere completame­nte inalterati il gusto e le qualità del vino » , aggiunge Emanuele Sansone, general manager Bu Italy di Guala Closures, leader in questo settore con una produzione di 3 miliardi di pezzi in 12 stabilimen­ti produttivi. Tra le innovazion­i introdotte dall’azienda, l’Nfc integrato e il QR code, in grado di convertire ogni bottiglia in un punto di contatto digitale tra produttore e consumator­e.

Sostenibil­ità anche nelle etichette. « La carta resta il materiale più utilizzato, ma si afferma l’utilizzo di soluzioni ecologiche e riciclate nel rispetto dell’ambiente – osserva Maura Donzelli, ceo di Gicherstam­pa –. La nostra azienda vanta la certificaz­ione FSc, che garantisce che una filiera con una gestione forestale rispettosa della natura, socialment­e utile ed economicam­ente sostenibil­e » .

Il sughero è il materiale più usato per le chiusure con oltre 13 miliardi di pezzi su un totale di 21 miliardi di bottiglie

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Alcune chiusure Guala Closures non solo tappi.

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