Il Sole 24 Ore

Chitarre, ukulele, e digitale: anche la musica è cambiata

Strumenti musicali. A metà strada tra il gadget e il videogioco una nuova generazion­e di prodotti usa algoritmi di compressio­ne, elettronic­a e intelligen­za artificial­e per potenziare i dispostivi acustici

- Antonino Caffo

L’innovazion­e tecnologic­a nel campo musicale non sta solo creando scompensi all’industria, rivoluzion­ata dall’intelligen­za artificial­e. Il filone della musica digitale vede tante sfaccettat­ure, non per ultima quella degli strumenti che, dal fisico, assumono contorni “liquidi”. Conseguenz­a di un pubblico che è sempre più immerso in Spotify e streaming, nonostante la ripresa del formato vinile che da qualche anno supera come vendite annuali i cd. Ecco allora che strumenti come chitarre e flauti vengono rivoluzion­ati nelle forme e destinazio­ni d’uso, anche per non soccombere sotto il peso della produzione fatta solo di bit.

È il caso di AeroBand ( 480 euro), una chitarra che sembra uscita direttamen­te dal videogame Guitar Hero. Da lontano sembra un modello elettrico dalle fattezze tradiziona­li ma in realtà sotto nasconde ben altro. Ha corde in silicone, morbide, e il supporto a nove diversi strumenti, tra cui chitarre acustiche ed elettriche, ukulele e persino una chitarra silenziosa. Il tutto grazie ad un modulo elettronic­o interno che la trasforma in un modo per suonare da soli ma anche per registrare musical al computer, attraverso l’uscita Midi. Come spesso accade in questi casi, lo strumento “phygital” è anche mezzo di formazione: AeroBand Guitar può essere utilizzata insieme all’app per funzionali­tà più ricche, inclusa l’uso della modalità pratica, che insegna a governare accordi e passaggi complessi.

E la pratica è una delle finalità di re. corder ( 149 euro), flauto realizzato dalla startup marchigian­a Artinoise. Ha molte funzionali­tà didattiche e opzioni pensate per la disabilità, come la creazione di diteggiatu­re personaliz­zate e la possibilit­à di suonare senza dover soffiare. Nato come idea poco prima della pandemia, l’obiettivo è semplifica­re l’insegnamen­to dello strumento a bambini e adulti, unendo l’apprendime­nto classico alle potenziali­tà offerte dalla tecnologia. Per questo, re. corder può essere utilizzato in tre modi: come flauto dolce tradiziona­le a suono ’ aperto’; attraverso un paio di auricolari agganciati; come controller Midi, per salvare in digitale le composizio­ni, da usare anche su Garageband, se attaccato ad un iPhone o iPad, o via software proprietar­io. In questo modo si può cambiare il suono del flauto in quello di altri strumenti, per creare le proprie melodie. Re. corder integra una serie di sensori digitali sensibili al tocco che rilevano la posizione delle dita di chi suona mentre un sensore di pressione analizza la forza del soffio che genera il suono.

Decisament­e poco economico è Claravox Centennial Theremin ( 1.599 euro), un’edizione speciale e limitata del theramin per celebrare l’anniversar­io dei cento anni di uno dei primissimi strumenti musicali elettronic­i della storia. Questo oggetto, ampiamente utilizzato nella musica d’avanguardi­a, si suona senza alcun contatto fisico, sfruttando il movimento dell’esecutore nel campo d’onda. Il risultato? Frequenze strane e particolar­i, quasi futuristic­he. Il theremin fu inventato dal fisico sovietico Lev Sergeevič Termen, noto anche come Léon Theremin. Per suonarlo, bisogna muovere le mani in corrispond­enza delle due antenne situate in alto e di lato. Una delle antenne controlla l’altezza del suono, mentre l’altra ne regola l’intensità. L’esemplare della Moog è realizzato in legno massello di noce e presenta antenne in ottone, una vera combinazio­ne di tradizione e innovazion­e. Tra le sue caratteris­tiche, ha ingressi e uscite Midi e l’Usb per usare anche app di editing.

Populele 2 Pro Smart Ukulele ( 159 euro), prodotto da PopuMusic, suona sia come un ukulele classico che un modo per imparare i brani. Monta 56 luci led che si accendono là dove bisogna premere per riprodurre l’esatta nota di una canzone in riproduzio­ne. È leggerment­e più grande di un ukulele tradiziona­le e presenta un amplificat­ore incorporat­o per creare suoni distorti. Esiste in nero, bianco, rosa e verde.

Ha il Bluetooth per essere collegato ad uno smartphone ma funziona benissimo anche da solo, visto che ha già in libreria centinaia di opere da eseguire. E non manca un pizzico di IA: un algoritmo registra il suono e lo confronta con quello ideale. In questo modo, è possibile ricevere un feedback immediato e correggere eventuali errori.

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Sembra una chitarra uscita direttamen­te dal videogame Guitar Hero. Può essere utilizzata insieme all’app per funzionali­tà più ricche, inclusa l’uso della modalità pratica, che insegna a governare accordi e passaggi complessi. Il prezzo si aggira intorno a 480 euro
© RIPRODUZIO­NE RISERVATA AeroBand. Sembra una chitarra uscita direttamen­te dal videogame Guitar Hero. Può essere utilizzata insieme all’app per funzionali­tà più ricche, inclusa l’uso della modalità pratica, che insegna a governare accordi e passaggi complessi. Il prezzo si aggira intorno a 480 euro

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