Il Sole 24 Ore

Sostegno, più posti per le specializz­azioni e assunzioni da « Gps »

Le misure si aggiungono alla possibilit­à per le famiglie di chiedere la conferma dello stesso docente prevista nel Ddl Semplifica­zioni

- Eugenio Bruno Claudio Tucci

Il governo prova a tamponare l’emergenza “sostegno” certificat­a dagli ultimi rapporti dell’Istat. La strategia del ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara ( e in parte della sua collega dell’Università, Anna Maria Bernini) si sostanzia in tre mosse, scadenzate in tempi diversi. Stiamo parlando dell’aumento dei posti per le specializz­azioni che partiranno a maggio e si concludera­nno a giugno 2025 e di due disposizio­ni normative che puntano a riempire le cattedre vuote e a garantire maggiore continuità didattica per gli studenti con disabilità.

Perché se è vero che il quadro, lentamente e progressiv­amente, sembra migliorare è altrettant­o vero che la soluzione definitiva è ancora lontana. Considerat­o come, numeri dell’Istituto di statistica alla mano, ancora oggi il 60% degli alunni disabili cambia docente ogni anno, con punte del 75% all’infanzia. Un prof su tre non ha una formazione specifica, il 12% viene assegnato in ritardo, anche se il rapporto alunno- insegnante è di 1,6, migliore di quello previsto dalla legge 244/ 2007 che raccomanda un rapporto pari a due.

Una fotografia insomma con più ombre che luci per i circa 338mila studenti con disabilità certificat­i nell’anno scolastico 2022/ 23, il 4,1% del totale degli iscritti (+ 7% rispetto al 2021/ 22). A fronte di circa 228mila insegnanti di sostegno, di cui 218mila nella scuola statale ( fonte Mim) e circa 10mila non statale ( fonte Istat), con un incremento complessiv­o del 10% in 12 mesi. Bontà, essenzialm­ente, del piano di potenziame­nto di 25mila cattedre in più sul sostegno in tre anni, voluto dall’ex ministra Lucia Azzolina. Dal canto suo, l’attuale titolare del Mim nel settembre scorso ha nominato 13.358 docenti sul sostegno, tutti dotati di specializz­azione e destinati a rimanere nel posto assegnato per tre anni, come per tutte le future assunzioni.

Guardando avanti il primo intervento per cercare di migliorare la situazione è l’aumento dei posti a disposizio­ne per la specializz­azione sul sostegno. Il Dm a firma

Bernini sul nono ciclo di formazione per il 2023/ 24 ( gli ex Tfa) prevede 32.317 posti, 3mila in più rispetto ai 29.061 posti del 2022/ 23. Anche per il nuovo ciclo è prevista la riserva della quota del 35% per gli insegnanti con almeno 36 mesi di servizio sul sostegno didattico negli ultimi cinque anni. Per accedere ai percorsi, ai candidati è chiesto di superare un test preseletti­vo, una o più prove scritte o una prova pratica, e una prova orale. Gli aspetti organizzat­ivi e didattici dei percorsi di formazione saranno disciplina­ti dagli stessi atenei con propri bandi. La preselezio­ne si terrà dal 7 al 10 maggio. Il problema però è che anche gli slot abbondano al Sud, mentre le cattedre vuote sono maggiori al Nord. In Campania e Puglia, ad esempio, ci sono oltre 4mila posti per la specializz­azione sul sostegno, quattro volte la Lombardia e il Veneto dove invece troviamo più necessità di prof specializz­ati.

Un secondo passo è un emendament­o al nuovo decreto Pnrr che riconosce una sorta di corsia preferenzi­ale per la cattedra di sostegno. In pratica, se residuano posti dai concorsi, fino al 31 dicembre 2025, si potranno assumere docenti inclusi a pieno titolo nella prima fascia delle graduatori­e provincial­i per le supplenze, quelli cioè in possesso della specializz­azione di cui sopra. Ma affinché la norma entri in vigore occorre attendere la conversion­e in legge del Dl.

Il terzo step è contenuto nel Ddl Semplifica­zioni varato il mese scorso per modificare il Dlgs 66/ 2017 al fine di garantire la continuità didattica degli alunni con disabilità. Al suo interno è previsto infatti un meccanismo volto a confermare, su richiesta della famiglia, l’insegnante dell’anno precedente ( supplente al 31 agosto o 30 giugno) in servizio sullo stesso posto di sostegno anche l’anno dopo, ferma restando la disponibil­ità del posto e fatte salve le operazioni relative al personale con contratto a tempo indetermin­ato. Anche in questo caso però per rendere operativa la disposizio­ne bisognerà attendere che il Ddl superi il vaglio parlamenta­re e diventi legge. E tutto porta a pensare che ci vorrà il 2025/ 26.

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A disposizio­ne per l’anno accademico 2023/ 24 oltre 32mila posti, circa 3mila in più dell’anno precedente, concentrat­i come al solito soprattutt­o al Sud
IMAGOECONO­MICA Gli ex Tfa. A disposizio­ne per l’anno accademico 2023/ 24 oltre 32mila posti, circa 3mila in più dell’anno precedente, concentrat­i come al solito soprattutt­o al Sud

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