Sostenibilità urbana, Livorno gioca una Carta per i lavori pubblici
Lo strumento operativo impone, fra le altre cose, che negli spazi collettivi si usino solo materiali adatti a minimizzare gli effetti del clima
La sfida della sostenibilità e della transizione energetica spinge allo sviluppo di strumenti innovativi per il governo del territorio. Che, pur in assenza di una legge urbanistica nazionale capace di dettare indirizzi comuni e condivisi a livello italiano, evolvono come esperienze peculiari e ripetibili, a partire dalle città di media grandezza, più propense a testare percorsi sperimentali, che su piccola scala possono anche e più facilmente essere monitorati.
È questo il caso del Comune di Livorno, prima amministrazione in Italia a dotarsi di una Carta Strategica della Sostenibilità Urbana per gli spazi pubblici, uno strumento immediatamente operativo, di stampo francese, che ripercorre il modello delle carte architettoniche adottate Oltralpe per la concertazione sui processi di territorializzazione delle infrastrutture e di rigenerazione urbana. La Carta è nata nel contesto della Variante Strutturale al Piano Operativo della città, che ha inserito la Carta come linea guida per la qualità dello spazio pubblico, all’interno delle Norme Tecniche di Attuazione. Un documento di indirizzo che si innesta in una nutrita cassetta degli attrezzi di cui si è dotata l’amministrazione comunale che comprende, tra gli altri, il Piano Casa locale ( Abitare Livorno); il Piano del Verde; la Mappa del Degrado Urbano; il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche; il Biciplan.
« L’urbanistica – commenta Silvia Viviani, assessora all’Urbanistica di Livorno oltre che vice presidente dell’Associazione transizione ecologica e solidale e già presidente, fino al 2019, dell’Istituto Nazionale di Urbanistica – è una delle azioni pubbliche rilevanti e significative per contribuire a un miglioramento sia materiale sia immateriale dell’ambiente in cui viviamo, inteso come insieme di spazi e servizi. La città, per noi europei, resta la forma di convivenza regolata migliore fra quelle che abbiamo a disposizione e per questo dovrebbe essere garante di diritti e servizi per tutti. La sperimentazione di elementi innovativi è una risposta al grande bisogno di regole e soprattutto di formazione di competenze politiche, tecniche e civiche » .
In particolare, la Carta della Sostenibilità è nata come un lavoro di concertazione, opera di un gruppo multidisciplinare coordinato dagli architetti Giuseppe Dell’Aquila, co- fondatore dello studio LSB architetti associati, e Walter Nicolino, già co- fondatore dello studio Carlo Ratti Associati e dal 2015 alla guida di WNA, oltre che docente al Politecnico di Torino. Al suo interno la Carta fornisce una metodologia, descritta con principi, indicatori e scenari, per garantire il benessere delle persone che abitano la città e rendere gli spazi urbani in grado di affrontare, con maggiore efficacia, le sfide poste dalla crisi climatica in atto. « Ad esempio – prosegue Viviani – viene stabilito che negli spazi pubblici non si userà più cemento per i parcheggi, che per le pavimentazioni si sceglieranno materiali in grado di rispondere in modo adattivo agli sbalzi termici e alle precipitazioni oppure che si sfrutterà ogni possibilità per restituire porzioni verdi alla città. Tutto per garantire un benessere, ben percepibile, ai cittadini » .
Gli esempi a cui si ispira la Carta sono concreti e arrivano dall’estero. « Fra tutti – racconta Walter Nicolino – il lavoro portato avanti già da un paio di decenni dall’Agenzia per l’ecologia urbana di Barcellona con Salvador Rueda, visionario urbanista e ideatore della rivoluzione verde della capitale catalana, così come la nuova strategia adottata, negli ultimi anni da Parigi, sotto il governo della sindaca Anna Hidalgo, che in particolare durante la pandemia ha applicato nuove misure per la fruizione dello spazio pubblico urbano, irrobustendo la rete di mobilità sostenibile e i servizi di prossimità » .
L’esperienza di Livorno si misurerà nei prossimi mesi anche con i primi casi pilota di applicazione secondo gli indirizzi individuati dallo strumento. Casi che saranno indirizzati e monitorati nelle varie fasi di attuazione, comprendendo importanti momenti di partecipazione della cittadinanza. « Il primo test – racconta Giuseppe Dell’Aquila – sarà il progetto per gli spazi pubblici degli Hangar Creativi, ex deposito dell’azienda locale di trasporto pubblico e ora parcheggio, che ospiterà il nuovo Centro per le arti della performance. Da Livorno, stiamo presentando la Carta anche ad altri Comuni, concentrati in primis fra Toscana ed Emilia Romagna e pensiamo di poter estendere questa nostra esperienza ad altre sperimentazioni virtuose » .
‘ Per noi europei, la città resta la principale forma di convivenza capace di garantire diritti e servizi in cui sperimentare
‘ Il metodo ripercorre le carte architettoniche, adottate in Francia, per concertare i processi di rigenerazione