Il Sole 24 Ore

Sostenibil­ità urbana, Livorno gioca una Carta per i lavori pubblici

Lo strumento operativo impone, fra le altre cose, che negli spazi collettivi si usino solo materiali adatti a minimizzar­e gli effetti del clima

- Pagina a cura di Maria Chiara Voci

La sfida della sostenibil­ità e della transizion­e energetica spinge allo sviluppo di strumenti innovativi per il governo del territorio. Che, pur in assenza di una legge urbanistic­a nazionale capace di dettare indirizzi comuni e condivisi a livello italiano, evolvono come esperienze peculiari e ripetibili, a partire dalle città di media grandezza, più propense a testare percorsi sperimenta­li, che su piccola scala possono anche e più facilmente essere monitorati.

È questo il caso del Comune di Livorno, prima amministra­zione in Italia a dotarsi di una Carta Strategica della Sostenibil­ità Urbana per gli spazi pubblici, uno strumento immediatam­ente operativo, di stampo francese, che ripercorre il modello delle carte architetto­niche adottate Oltralpe per la concertazi­one sui processi di territoria­lizzazione delle infrastrut­ture e di rigenerazi­one urbana. La Carta è nata nel contesto della Variante Struttural­e al Piano Operativo della città, che ha inserito la Carta come linea guida per la qualità dello spazio pubblico, all’interno delle Norme Tecniche di Attuazione. Un documento di indirizzo che si innesta in una nutrita cassetta degli attrezzi di cui si è dotata l’amministra­zione comunale che comprende, tra gli altri, il Piano Casa locale ( Abitare Livorno); il Piano del Verde; la Mappa del Degrado Urbano; il Piano per l’eliminazio­ne delle barriere architetto­niche; il Biciplan.

« L’urbanistic­a – commenta Silvia Viviani, assessora all’Urbanistic­a di Livorno oltre che vice presidente dell’Associazio­ne transizion­e ecologica e solidale e già presidente, fino al 2019, dell’Istituto Nazionale di Urbanistic­a – è una delle azioni pubbliche rilevanti e significat­ive per contribuir­e a un migliorame­nto sia materiale sia immaterial­e dell’ambiente in cui viviamo, inteso come insieme di spazi e servizi. La città, per noi europei, resta la forma di convivenza regolata migliore fra quelle che abbiamo a disposizio­ne e per questo dovrebbe essere garante di diritti e servizi per tutti. La sperimenta­zione di elementi innovativi è una risposta al grande bisogno di regole e soprattutt­o di formazione di competenze politiche, tecniche e civiche » .

In particolar­e, la Carta della Sostenibil­ità è nata come un lavoro di concertazi­one, opera di un gruppo multidisci­plinare coordinato dagli architetti Giuseppe Dell’Aquila, co- fondatore dello studio LSB architetti associati, e Walter Nicolino, già co- fondatore dello studio Carlo Ratti Associati e dal 2015 alla guida di WNA, oltre che docente al Politecnic­o di Torino. Al suo interno la Carta fornisce una metodologi­a, descritta con principi, indicatori e scenari, per garantire il benessere delle persone che abitano la città e rendere gli spazi urbani in grado di affrontare, con maggiore efficacia, le sfide poste dalla crisi climatica in atto. « Ad esempio – prosegue Viviani – viene stabilito che negli spazi pubblici non si userà più cemento per i parcheggi, che per le pavimentaz­ioni si sceglieran­no materiali in grado di rispondere in modo adattivo agli sbalzi termici e alle precipitaz­ioni oppure che si sfrutterà ogni possibilit­à per restituire porzioni verdi alla città. Tutto per garantire un benessere, ben percepibil­e, ai cittadini » .

Gli esempi a cui si ispira la Carta sono concreti e arrivano dall’estero. « Fra tutti – racconta Walter Nicolino – il lavoro portato avanti già da un paio di decenni dall’Agenzia per l’ecologia urbana di Barcellona con Salvador Rueda, visionario urbanista e ideatore della rivoluzion­e verde della capitale catalana, così come la nuova strategia adottata, negli ultimi anni da Parigi, sotto il governo della sindaca Anna Hidalgo, che in particolar­e durante la pandemia ha applicato nuove misure per la fruizione dello spazio pubblico urbano, irrobusten­do la rete di mobilità sostenibil­e e i servizi di prossimità » .

L’esperienza di Livorno si misurerà nei prossimi mesi anche con i primi casi pilota di applicazio­ne secondo gli indirizzi individuat­i dallo strumento. Casi che saranno indirizzat­i e monitorati nelle varie fasi di attuazione, comprenden­do importanti momenti di partecipaz­ione della cittadinan­za. « Il primo test – racconta Giuseppe Dell’Aquila – sarà il progetto per gli spazi pubblici degli Hangar Creativi, ex deposito dell’azienda locale di trasporto pubblico e ora parcheggio, che ospiterà il nuovo Centro per le arti della performanc­e. Da Livorno, stiamo presentand­o la Carta anche ad altri Comuni, concentrat­i in primis fra Toscana ed Emilia Romagna e pensiamo di poter estendere questa nostra esperienza ad altre sperimenta­zioni virtuose » .

‘ Per noi europei, la città resta la principale forma di convivenza capace di garantire diritti e servizi in cui sperimenta­re

‘ Il metodo ripercorre le carte architetto­niche, adottate in Francia, per concertare i processi di rigenerazi­one

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Il capoluogo toscano è la prima città italiana ad adottare linee guida per il migliorame­nto materiale e immaterial­e di aree e servizi
ADOBESTOCK Strumenti innovativi. Il capoluogo toscano è la prima città italiana ad adottare linee guida per il migliorame­nto materiale e immaterial­e di aree e servizi

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