Compliance, il Fisco apre al dialogo prima di accertare l’evasione
L’Agenzia invia nel corso dell’anno le lettere con le anomalie individuate per sollecitare i contribuenti a riscontrare le contestazioni
generalizzata, integrati con quelli generati dalla trasmissione telematica dei corrispettivi relativi alle transazioni verso i consumatori finali. Inoltre, strumenti di data analysis saranno utilizzati anche per la verifica dell’efficacia dell’invio di tali comunicazioni e, più in generale, delle azioni finalizzate alla promozione della compliance.
Previsione per il 2024
Per l’anno 2024 è previsto, in particolare, l’invio di oltre tre milioni di lettere di compliance volte a favorire il versamento spontaneo, nonché l’emersione degli imponibili ai fini Iva e dell’effettiva capacità contributiva di ciascun soggetto, con una previsione di versamenti attesi da parte dei contribuenti per effetto delle azioni di prevenzione pari a 3 miliardi di euro.
A differenza del passato in cui tali lettere di compliance venivano inviate soltanto in alcuni periodi dell’anno, oggi ormai gli invii massivi si susseguono sostanzialmente – seppur scaglionati – nel corso di tutto il periodo d’imposta. Le comunicazioni in oggetto – predisposte in via automatizzata a livello centrale e non del singolo Ufficio territoriale – illustrano l’anomalia riscontrata dall’amministrazione finanziaria e invitano il contribuente a riscontrarla sulla base dei dati in suo possesso, per verificarne appunto la correttezza, e infine, in caso di esito positivo di tale verifica, a porre rimedio alla violazione, avvalendosi, quando possibile, dell’istituto del ravvedimento operoso, che consente di ottenere notevoli riduzioni delle sanzioni applicabili prima che intervenga l’accertamento da parte dell’Ufficio. È opportuno ( anche se non obbligatorio) che i contribuenti rispondano puntualmente a tali comunicazioni del Fisco, attraverso i canali dedicati, in quanto, in caso di comunicazione erronea, i funzionari che prenderanno in carico la posizione provvederanno all’archiviazione, impedendo così che prosegua l’iter istruttorio con inviti o questionari formali ai contribuenti, che comporterebbero maggiori oneri burocratici; mentre, in caso di comunicazione corretta e di avvenuto adempimento “riparativo”, anche attraverso il ravvedimento operoso, i funzionari che prenderanno in carico la posizione potranno riscontrare la correttezza dell’azione posta in essere dal contribuente e archiviare l’intera pratica, senza l’ulteriore aggravio di altre incombenze.