Gasdotti: Snam accelera sulla Linea Adriatica Lavori al via per fine aprile
Il primo blocco di interventi si chiuderà entro il 2026 Opera da 2,5 miliardi di euro
Snam accelera sull’avvio dei lavori per la realizzazione della Linea Adriatica, il progetto di potenziamento della dorsale adriatica del gas che vale 2,5 miliardi di investimenti e che comporterà 10 miliardi di metri cubi annui di capacità aggiuntiva di trasporto. Il gruppo guidato da Stefano Venier punta infatti a far partire i cantieri già nelle prossime settimane, entro fine aprile, anticipando la deadline già comunicata e che prevedeva il lancio della prima fase dell’opera per il mese successivo.
Questo primo blocco di interventi include la costruzione del metanodotto Sestino- Minerbio, lungo 140 chilometri, e della centrale di Sulmona, in Abruzzo, che vedrà installati tre turbocompressori da 11 megawatt e assicurerà la spinta del gas dalle infrastrutture esistenti ai nuovi gasdotti, in modo da valorizzare anche il sito di stoccaggio più a sud dell’intero Paese, quello di Fiume Treste. L’approvvigionamento dei tre turbogruppi è avvenuto tramite una gara nella quale a tutti i partecipanti, costituiti poi da aziende leader a livello globale, è stato chiesto di proporre tecnologie di ultima generazione ad alto livello di efficienza, che rispettino emissioni migliorative rispetto al già stringente limite imposto dalla normativa attuale, e che presentino sistemi dedicati al recupero totale dei gas di processo e in grado di operare in massima sicurezza anche in caso di eventi sismici rilevanti. Alla fine, l’iter competitivo ha visto prevalere Baker Hughes, storica società attiva nel settore delle turbomacchine, che fornirà tre unità di compressioni capaci anche di gestire flussi misti di molecole metano- idrogeno.
Alla prima fase seguirà secondo troncone che si chiuderà entro il 2027 e che aumenterà ulteriormente la capacità giornaliera di trasporto dai 131 milioni di metri cubi al giorno ( asticella raggiunta già grazie al primo blocco di lavori a fronte degli attuali 126 milioni di metri cubi) a 150 milioni di metri cubi. Il tutto attraverso la realizzazione di due metanodotti, il Sulmona- Foligno, lungo 170 chilometri, e il Foligno- Sestino, gasdotto che si snoda per 115 chilometri.
Snam è al momento impegnata nel processo di gara per l’assegnazione dei lavori civili, meccanici ed elettrostrumentali necessari, a valle degli ultimi permessi ancora da incassare, per la costruzione della centrale.
Per la messa a terra dell’opera, dunque, serviranno più di tre anni di lavoro durante i quali saranno posati 425 chilometri di nuove condotte e verrà portato a traguardo il più importante intervento infrastrutturale italiano di trasporto del gas degli ultimi 10 anni sia per la mole di investimenti sia per la capacità aggiuntiva di trasporto.
Uno snodo cruciale, quindi per il sistema. Ecco perché il governo ha chiesto e ottenuto che l’opera fosse riconosciuta dalla Commissione europea come progetto di interesse comune ( Pci) e figurasse tra gli obiettivi del RepowerEu, dal quale arriveranno 375 milioni di euro per finanziare in
Sicurezza energetica: Stogit ha allocato l’intera capacità di stoccaggio per l’anno termico 2024- 2025
parte la prima fase dei lavori e altri 300 milioni saranno garantiti da Cassa depositi e prestiti che è azionista della società tramite Cdp Reti.
La nuova infrastruttura servirà dunque a sostenere la sicurezza e la transizione energetica dell’Italia e dell’Europa. Sempre sul fronte della sicurezza energetica, poi, un altro assist arriva da Stogit, il “braccio” di Snam che rappresenta il principale operatore del comparto degli stoccaggi e che ha allocato agli operatori commerciali l’intera capacità di stoccaggio per l’anno termico 2024- 2025. In soldoni, si tratta di 6,3 miliardi di metri cubi di gas che si vanno ad aggiungere altri già allocati in precedenza dalla società e che portano l’asticella complessiva a 12,25 miliardi di metri cubi di riserve. Fieno in cascina prezioso per i prossimi mesi, quindi, insieme a quello garantito dagli altri operatori del settore ( Edison Stoccaggio e Ital Gas Storage), che è stato definito sulla base della direzione indicata dal decreto pubblicato dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica a fine marzo, seguito dalla relativa delibera dell’Arera.