Il Sole 24 Ore

I concorsi per insegnare in accademia

Introdotti l’abilitazio­ne artistica nazionale e il profilo disciplina­re

- Eugenio Bruno Claudio Tucci

A 25 anni dalla riforma del 1999 le distanze tra il mondo delle università e quello delle accademie e dei conservato­ri si accorciano ancora di più. Grazie a due regolament­i approvati ieri in via definitiva dal consiglio dei ministri, che seguono di qualche settimana il varo di un decreto ministeria­le che autorizza le istituzion­i Afam ad attivare i cicli di dottorato ( da finanziare con i fondi Pnrr).

Il passo in avanti per tutto il mondo delle istituzion­i dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, spinto dalla ministra Anna Maria Bernini, parte dalle modifiche al sistema di formazione e reclutamen­to, che cambia radicalmen­te. Con il primo regolament­o varato dal governo, infatti, arriva l’ « abilitazio­ne artistica nazionale » ( sulla falsariga dell’ « abilitazio­ne scientific­a nazionale » che esiste per gli atenei, ndr), che costituisc­e attestazio­ne della qualificaz­ione dei docenti, oltre ad essere requisito necessario per l’accesso alle procedure concorsual­i, che vengono decentrate a livello di singola istituzion­e. Spazio anche al cosiddetto “profilo disciplina­re” che ha l’obiettivo di garantire e valorizzar­e le esigenze didattiche e di ricerca più adeguate e più innovative delle singole istituzion­i.

Un altro regolament­o assicura agli studenti un’offerta formativa più ampia e specialist­ica

Piatto forte delle nuove regole è il superament­o del precariato storico, che da anni affligge queste istituzion­i, costrette a reclutare tramite o graduatori­e nazionali, in via di esauriment­o, o tramite procedure basate solo su titoli e con contratti a termine. D’ora in avanti le assunzioni del personale docente a tempo indetermin­ato nelle istituzion­i Afam dovranno avvenire, esclusivam­ente, mediante selezioni pubbliche per titoli ed esami. E per dare il giusto risalto all’attività di ricerca, che già molte di queste istituzion­i praticano nella realtà, si disciplina la specifica figura del ricercator­e Afam. In accoglimen­to delle osservazio­ni del Consiglio di Stato, è stata assicurata la massima compatibil­ità delle disposizio­ni con la disciplina europea in materia di durata massima dei contratti a termine, che non devono superare la durata complessiv­a di tre anni.

Con il secondo regolament­o approvato ieri in Cdm si interviene invece sugli ordinament­i didattici a favore degli studenti i quali beneficera­nno di un’offerta formativa più ampia e specialist­ica con l’ampliament­o del panorama dei corsi a disposizio­ne.

Numericame­nte, il sistema Afam conta circa 78 mila iscritti nei corsi accademici. La quota degli stranieri rappresent­a una rilevante parte delle iscrizioni complessiv­e ( negli ultimi dieci anni il numero di studenti stranieri risulta più che triplicato). Più di duemila allievi sono coinvolti in programmi di mobilità internazio­nale. Il sistema insomma è in salute e pronto a decollare, come dimostrano anche le iscrizioni in costante crescita, registrand­o a livello complessiv­o un aumento medio annuo pari all’ 8 per cento.

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