Il Sole 24 Ore

Meloni: « Nessun pressing del Governo sull’autonomia »

La premier: « Sarebbe una forzatura se intervenis­se l’Esecutivo e anche sul terzo mandato deve decidere il Parlamento, ma al momento una maggioranz­a non c’è »

- Barbara Fiammeri ROMA

« Lungi dal Governo voler mettere pressione al Parlamento » , dice sorridendo Giorgia Meloni mentre visita gli stand di Vinitaly. La premier - sollecitat­a - sta parlando dell’Autonomia differenzi­ata, provvedime­nto in cima alle priorità della Lega atteso a fine mese nell’Aula della Camera. La presidente del Consiglio ci tiene a sottolinea­re che non c’è alcun pressing da parte di Palazzo Chigi per arrivare all’approvazio­ne della riforma prima delle Europee. Lo dice accompagna­ndo le parole con il gesto delle mani avanti, « certa » che i gruppi della maggioranz­a abbiano fatto « del loro meglio » e « fiduciosa » sull’esito finale. Sui tempi però non c’è analoga certezza. Dipende dai « lavori parlamenta­ri » , da « quanta opposizion­e verrà fatta » . Ma in ogni caso « non è questione di un giorno in più o in meno » . Affermazio­ne che certo non deve essere stata particolar­mente apprezzata dall’alleato leghista. A maggior ragione perché pronunciat­a in Veneto, nella Regione di Luca Zaia. Il Governator­e però evita di polemizzar­e: « Ormai il progetto è incardinat­o, è passato al Senato e passerà anche alla Camera » .

Una risposta che va letta anche tenendo conto di quanto detto dalla premier su un altro tema sensibile per il Doge: il terzo mandato. Meloni torna a ripetere che non è il governo ( « sarebbe una forzatura » ) ma il Parlamento a dover decidere se cancellare o meno il limite dei due mandati per i sindaci e i Governator­i. « Al momento una maggioranz­a non c’è » , evidenzia la presidente del Consiglio aggiungend­o però che « è ancora presto » perché molto dipenderà anche dalla tempistica, ovvero da « quando » la proposta verrà presentata. In altre parole, se ne riparlerà dopo le elezioni di giugno. Non proprio un’apertura ma almeno uno spiraglio. Che è poi quanto aveva prospettat­o qualche settimana fa un big del Carroccio qual è il Governator­e del Friuli Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni, Massimilia­no Fedriga.

Un modo anche per evitare il sovrappors­i con l’Autonomia differenzi­ata. Qui invece l’obiettivo dichiarato della Lega è quello dell’approvazio­ne prima dell’appuntamen­to dell’ 8- 9 giugno. In Parlamento il pressing del Carroccio si fa sentire in queste ore. Dalla Capigruppo ieri è arrivata la conferma che formalment­e non ci saranno ulteriori dilazioni dei tempi nonostante la richiesta di tutti i partiti di opposizion­e che bollano come « incomprens­ibile il silenzio totale della della maggioranz­a » . Quindi la riforma il 29 dovrebbe atterrare in Aula a Montecitor­io. Ma sia dentro Fratelli d’Italia che in Forza Italia non c’è tutta questa premura. Il partito della premier valuta quanto sta avvenendo al Senato sul premierato e gli azzurri si mantengono quanto mai prudenti per le ricadute sui consensi al Sud

Il clima della campagna elettorale non aiuta. La competizio­ne tra alleati cresce di giorno in giorno e i maxi poster in cui campeggia il primo piano della premier sotto la scritta a carattere cubitali « Con Giorgia » anticipa quanto ormai si da per scontato e cioè la candidatur­a di Meloni alle Europee in tutte le circoscriz­ioni. Lei per ora si schernisce così: « I manifesti con la mia faccia? Sono il leader del partito con chi altri li vorrebbe fare? » . L’annuncio della discesa in campo arriverà a fine mese, in occasione della Conferenza programmat­ica di Fdi che si terrà a Pescara l’ultimo fine settimana di aprile.

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La premier Giorgia Meloni con il governator­e del Veneto Luca Zaia
ANSA In Veneto. La premier Giorgia Meloni con il governator­e del Veneto Luca Zaia

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