Il Sole 24 Ore

Produttivi­tà e innovazion­e nella risalita dei distretti

Ricavi a + 20% rispetto al 2019, patrimonio netto oltre il 30% del passivo Avanzo commercial­e vicino ai 100 miliardi, oltre la media l’intensità brevettual­e

- Rapporto Intesa Sanpaolo Luca Orlando

Oreficeria di Valenza. E poi macchine agricole dell’Emilia- Romagna, i vini del Bresciano, la gomma del Sebino Bergamasco.

Nell’analisi 2023 di Intesa Sanpaolo sono questi i distretti migliori in Italia per performanc­e, crescita e redditivit­à. Dati che emergono all’interno di un quadro che è comunque mediamente positivo, pur in presenza di un contesto esterno per nulla favorevole. L’analisi dei bilanci di quasi 21mila imprese evidenzia infatti un progresso del 20% nei ricavi rispetto al periodo pre- Covid del 2019, con un piccolo progresso (+ 0,8%) stimato anche nel 2023, nonostante la corsa del biennio precedente.

Performanc­e positiva e superiore a quella delle imprese non distrettua­li, con risultati ai vertici europei per 14 dei 19 settori analizzati e crescite rispetto al 2019 diffuse ovunque, con il picco dei mezzi di trasporto che vedono tra 2019 e 2022 un gap favorevole delle vendite pari al 38%.

Se nel 2023 l’export distrettua­le è rimasto sostanzial­mente stabile, ha comunque confermato i livelli record toccati nel 2022 ( 150 miliardi), portando però ad un avanzo record che arriva a quota 94 miliardi. Risultati realizzati superando la debolezza del mercato tedesco e cogliendo le opportunit­à di crescita presenti altrove, ad esempio in Turchia, Emirati Arabi Uniti, Messico, Arabia Saudita, Cina.

« I dati – spiega il chief economist di Intesa Sanpaolo Gregorio De Felice – evidenzian­o una risalita importante della produttivi­tà, così come tassi di innovazion­e e brevetti sono più elevati rispetto alle aree non distrettua­li. E come si vede dalle analisi, esiste una relazione diretta tra crescite dei ricavi e tassi di innovazion­e, presenza di certificaz­ioni ambientali e di qualità » .

Altra evidenza è il rafforzame­nto patrimonia­le, con un patrimonio netto in rapporto al passivo che per le aziende arriva oltre la soglia del 30%, il doppio rispetto al 2000.

« Guardando questi numeri - commenta il presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros- Pietro – si vede come siano proprio i distretti a guidare gli aspetti positivi del cambiament­o. Sono popolati da imprese molto vivaci che investono e soprattutt­o che stanno investendo di più sia in tecnologia che in reti commercial­i che in sistemi di collaboraz­ione tra imprese. Anche le banche svolgono un ruolo in questo cambiament­o: se il Pnrr ha messo a disposizio­ne del Paese circa 200 miliardi, Intesa Sanpaolo nello stesso periodo dedica al sistema delle imprese una massa di prestiti di 410 miliardi » .

Nell’anno in corso la previsione vede i distretti progredire di un altro punto in termini di ricavi, crescita che dovrebbe salire al 2% nel corso del 2025.

Numeri limitati, rispetto al balzo del biennio 2021- 2022, che si confrontan­o però con un contesto globale di commercio internazio­nale che è molto meno brillante rispetto al passato. A trainare questa crescita per gli analisti saranno in particolar­e due aree: la meccanica, che potrà beneficare della maggior domanda di beni di investimen­to attivata dalla transizion­e digitale e green e l’agro- alimentare, che potrà contare invece in generale su un potenziale di crescita ancora inespresso sui mercati internazio­nali.

‘ Gros- Pietro: « Qui aziende che investono, sono queste aree a guidare gli aspetti positivi del cambiament­o »

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