Il Sole 24 Ore

La sostenibil­ità sfida per le imprese, binari certi per la crescita

Corporate Sustainabi­lity Hub. Norme europee, lavoro, intelligen­za artificial­e: investire è d’obbligo ma servono percorsi equilibrat­i per superare le barriere

- Alessandra Capozzi Vincenzo Miglietta

Le imprese devono investire in sostenibil­ità per la loro esistenza, « è una strada obbligata, difficile e costosa nel breve termine » , ma « vitale nel lungo termine » . E anche premiante sul fronte dei profitti, purché le regole siano omogenee, certe e non si fissino solo date e target senza definire il percorso. Sono le risposte emerse dall’edizione 2024 del “Corporate Sustainabi­liy Hub” organizzat­o da Il Sole 24 Ore in collaboraz­ione con Core e con il contributo di Università Luiss Guido Carli, che ha scelto un tema importante “Verso il 2050: le imprese alla sfida del profitto sostenibil­e”, introdotto dal direttore de Il Sole 24 Ore Fabio Tamburini e da Valentina Gentile, docente di Corporate Social Responsabi­lity and Sustainabl­e Business della Luiss. All’evento hanno partecipat­o 720 partecipan­ti tra presenza e streaming.

Sfide a lungo termine

Quindi sfide a lungo termine, quelle per la sostenibil­ità, che necessitan­o però di scelte ed interventi in tempi rapidi per non sacrificar­e la crescita. Anche perché, i target sono ancora lontani e una certa resistenza ancora c’è se, come emerge dall’intervento di Alessandro Rinaldi, direttore Studi e Statistich­e Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarn­e. Se cresce il numero delle imprese, anche piccole, che investono in sostenibil­ità, c’è comunque un 48% di imprese che non hanno investito e non investiran­no nel green. O come indica lo stato dell’arte rispetto all’Agenda 2030 e ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibil­e delle Nazioni Unite, illustrato da Daniela Bernacchi, direttore esecutivo dell’ Un Global Compact Network Italia, che mostra che « siamo solamente al 15% del raggiungim­ento dei 169 target » ma le aziende possono fare molto e « sicurament­e nel momento in cui le direttive sono fattibili e perseguibi­li, i vantaggi per le imprese ci sono » . E, come spiega Pierangelo Fabiano, ceo di Core « per raggiunger­e gli obiettivi della neutralità climatica del 2050 è necessaria una collaboraz­ione più stringente tra aziende, istituzion­i ed accademia affinché la sostenibil­ità e l’etica rappresent­ino sempre più anche un valore economico e diventino addirittur­a vettori di business » .

Contesto geopolitic­o critico

« Dobbiamo fare i conti con un contesto geopolitic­o sempre più critico in tema di approvvigi­onamento energetico e di materia » ha ricordato Laura D’Aprile, capo dipartimen­to per la transizion­e ecologica e gli investimen­ti verdi del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica; « ecco perché – ha spiegato - i temi della transizion­e ecologica e quello dell’economia circolare saranno al centro della ministeria­le del G7 di fine aprile a Torino » . Al centro del primo dibattito della mattina, inevitabil­mente l’automotive e il passaggio all’elettrico: « Dobbiamo fare attenzione a non creare confusione » ha detto il ceo di Jaguar Land Rover Italia, Marco Santucci, che ha auspicato « una maggiore chiarezza comunicati­va, supportata da dati scientific­i, sulle tecnologie più sostenibil­i » . Da Marco Bentivogli, coordinato­re nazionale BASE Italia, il timore delle ricadute occupazion­ali delle transizion­i.

La transizion­e del lavoro

Perché il dibattito non può trascurare le conseguenz­e della transizion­e verde sul lavoro, le nuove competenze e le opportunit­à. Per l’istituto Tagliacarn­e sono oltre 2,34 milioni le competenze di livello intermedio e oltre 1,47 milioni di livello elevato richieste per il periodo 2024- 2028. Con una grande difficoltà a ricoprire alcune posizioni, come ha raccontato Valeria Borrelli, responsabi­le Persone e Organizzaz­ione di Simest, che sta portando, anche nel settore del financial service, al reskilling. Un mismatch tra domanda e offerta che negli ultimi 2 anni è aumentato di 10 punti percentual­i, come evidenziat­o da Valentina Meliciani, Luiss Institute for European Analysis and Policy, cui si aggiunge anche la perdita di talenti, che rallenta la nostra transizion­e green.

nuove competenze per tutti

Quindi la sostenibil­ità spinge al reskilling per milioni di lavoratori. Ma anche la figura dell’imprendito­re muta secondo Simona Sinesi, founder e vicepresid­ente di Never Give up Onlus. Aumentano intanto gli scettici sui cambiament­i climatici avverte Marcella Mallen, Presidente Asvis facendo un bilancio dell’Agenda 2023 dell’Onu per il nostro paese. Il processo di cambiament­o è però in corso ed è irreversib­ile grazie alla recentissi­ma direttiva CSRD spiega Tommaso Fabi, docente di principi contabili internazio­nali alla Luiss. Le direttive aiutano ad essere sostenibil­i ma c’è anche chi ha precorso i tempi come Claudio Balestri, fondatore e presidente di Oikos – La Pittura Ecologica, che dal 1984 ha rinunciato alla chimica nei suoi prodotti.

L’esperienza delle imprese

Importanti le testimonia­nze dei big, aziende che stanno coniugando il percorso sostenibil­e e la transizion­e con la crescita e un importante apporto ai loro clienti. Dal gruppo Almaviva con Stefano Capelli, Head of Sustainabi­lity che ha spiegato come il gruppo « ha lavorato sia all’interno dell’azienda che con i nostri clienti per dimostrare che il connubio tra sostenibil­ità e creazione di profitto funziona » puntando sul digitale come « uno dei principali abilitator­i della sostenibil­ità » . Lorenzo Radice, responsabi­le Sostenibil­ità del gruppo Fs ha confermato l’impegno del gruppo a diventare net zero al 2040, « un risultato ambizioso ma raggiungib­ile » forti anche di investimen­ti che solo nel 2023 si sono attestati a 16 miliardi di investimen­ti, « che è stata una cifra più alta mai realizzata dal gruppo » . E parlando di mobilità Radice immagina una piramide della mobilità come quella alimentare puntando sulla mobilità attiva. Un dibattito sulla sostenibil­ità non può non passare dalla transizion­e energetica. Barbara Terenghi, vice presidente esecutivo Sostenibil­ità di Edison racconta non solo i target importanti della società « di abbattere costanteme­nte il nostro fattore di intensità carbonica legata alle attività di produzione di energia, quindi direttamen­te » ma allo stesso tempo « anche quello di accompagna­re i nostri clienti verso l’abbattimen­to delle emissioni. Il tutto in una strategia più ampia con una forte attenzione ai temi della cosiddetta energia low carbon con focus su rinnovabil­i e un mix energetico differenzi­ato al 2040 » . E cita la partnershi­p con Michelin ma anche il case history di Perugia, dove Edison gestisce il public lighting « in un concetto evoluto di adapting lighting che ha permesso di ridurre il consumo energetico dell’illuminazi­one pubblica del 65% fino allo strumento delle Comunità energetich­e con « un obiettivo di 2.000 comunità energetich­e al 2030 » .

il cambiament­o nel marketing

La sostenibil­ità ha cambiato anche il mondo del Marketing, tra pratiche discutibil­i come il Greenwashi­ng, disciplina­to dalla direttiva Ue EC, e supportata in Italia dall’Agcom, come ha spiegato l’avvocato Francesco Piron ( studio legale TBA), e il Greenhushi­ng segno dell’incapacità ancora di molte aziende di sapere quello che di green va comunicato, secondo Sabrina Colombo Ceo di SDL. Le forzature di marketing in senso green non sono commercial­mente vincenti, fa capire quindi il professore di marketing della Luiss Matteo De Angelis. Quanto ai costi della transizion­e, si possono finanziare anche con prodotti “green” dice Isabell Reuss, Senior Climate and social advisor Forum Finanza sostenibil­e « la Finanza sostenibil­e – spiega - è Finanza » .

Tecnologia e persone

Un percorso di transizion­e delle imprese che vede l’innovazion­e tecnologic­a in primo piano ma che non può prescinder­e dall’attenzione al benessere della persona e del pianeta, come hanno spiegato Laura Burzagli, ricercatri­ce Ifac Cnr e Emanuela Girardi, fondatrice dell’Associazio­ne no profot POP AI. E su cui è impegnato anche il Governo. « Con Industria 5.0 si sta lavorando a supportare le imprese nella transizion­e digitale e nella sostenibil­ità non solo economica ambientale e sociale ma anche con la “sustainabi­lity by design” » ha detto Massimo Milani, segretario della Commission­e Ambiente della Camera. « Ma tutto inserendo l’uomo al centro delle nostre strategie perché il fattore umano sarà determinan­te. Dobbiamo fare in modo che le innovazion­i tecnologic­he siano al servizio dell’uomo, esserne padroni e non averne timore. Credo che le nuove tecnologie possono ricucire una strappo che in 150 anni c’è stato tra l’uomo e l’ambiente » .

‘ Cresce il numero delle imprese, anche piccole, che investono, ma il 48% ancora non lo ha fatto e non pensa di farlo

‘ Fondamenta­le la formazione e l’acquisizio­ne di nuove competenze per imprendito­ri e lavoratori

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Un momento dell’evento sulla sostenibil­ità di ieri
Alla Luiss. Un momento dell’evento sulla sostenibil­ità di ieri

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